CECCARINI, Giuseppe
Terzogenito del pittore Sebastiano e di Candida Marini, nacque a Roma il 30 marzo 1742 (Roma, Arch. del Vicariato, Registrum Baptizatorum, S. Maria in Via Lata, 1660-1766, n. 1055). Stabilitosi a Fano in giovane età, sposò Angiola Rivelli, fanese, dimorando per alcuni anni nella casa del suocero; dalla Rivelli ebbe otto figli. Successivamente abitò nella casa paterna.
Il C. si spense a Fano il 13 ag. 1811 (Castellani, p. 8).
Autore, non dei tutto mediocre, di dipinti chiesastici a Fano e nei dintorni, fu collaboratore del padre in molte opere, riuscendo felicemente soprattutto nei quadri di piccole dimensioni come dovettero dimostrare alcuni quadretti, dispersi, in S. Croce a Saltara. Un S. Eusebio del 1789 nella chiesa di Carignano (Fano) e un Martirio di s. Lucia del 1790 nella omonima chiesa, pure a Saltara, sono andati anch'essi dispersi, come pure il resto della produzione pittorica che è solo documentata (Paolucci, p. 32). Per i suoi meriti fu nominato cavaliere aureato di S. Raffaele: così si firmò sulla tela con la Madonna del Divino Amore del 1796, collocata, prima che se ne perdessero le tracce, nella chiesa di S. Francesco di Paola a Iesi (L. Serra, Elenco delle opere d'arte nelle Marche, Roma 1925, p. 21).
Il C. si cimentò come restauratore e ritrattista: nel 1775, a Fano, restaurò gli affreschi secenteschi delle lunette del chiostro di S. Agostino e ritrasse l'abate Francesco Vici, maestro di cappella della cattedrale di Fano, il padre Sebastiano Ceccarini, il Canonico Magini (1810); gli si attribuiscono (A. Mercati, Una lettera del pittore G. C. di Fano al cardinale Garampi, in Studia Picena, X[1934], pp. 162-64), inoltre, sei ritratti in grande eseguiti per la famiglia Garampi di Rimini ed infine quello di Caterina Vampa (Fano, Pinacoteca municipale, magazzino).
Il Paolucci ci informa che il C. fu pure buon copista: firmò nel 1786 una copia della Consegna delle chiavi del Reni per l'altare maggiore della chiesa di S. Agostino a San Costanzo. (Pesaro-Urbino) e ancora, per la stessa chiesa, eseguì, su disegno di un "Carolus Badutius", due Miracoli di s. Nicola da Tolentino e un Cristo crocifisso con s. Carlo e s. Girolamo (1785). Infine vanno segnalati alcuni lavori di decorazione eseguiti nel 1799 nel teatro della Fortuna (ricostruito) a Fano (Castellani, p. 8).
Il C. eseguì sicuramente innumerevoli altri dipinti di soggetto sacro, erroneamente attribuiti al padre Sebastiano (Paolucci).
Bibl.: G. Annibaldi, A proposito di G. C.,in Arte e storia, XIII(1894), p. 62; G. Castellani, Una famiglia fanese di artisti, Fano 1920, p. 8; R. Paolucci, Il pittore Sebastiano Ceccarini e la sua famiglia, in Studia Picena, XIII(1938), p. 32; U. Thieme-F. Berker, Künstlerlexikon, VI, pp. 251 s.