CARONIA, Giuseppe
Nacque a San Cipirello (Palermo), da Francesco e Rosalia Rizzuto, il 15 maggio 1884. Laureatosi in medicina e chirurgia presso l'università di Palermo nel 1911, cominciò subito a esercitare la professione come medico condotto delle borgate di Palermo e, in qualità di batteriologo, prese parte alla campagna anticolerica siciliana del 1911, venendo per ciò decorato con la medaglia di benemerito della salute pubblica. Dal 1911 al 1913 fu assistente volontario e interno ospedaliero nella clinica pediatrica dell'università di Palermo, diretta da R. Jemma. Quando lo jemma assunse la direzione della clinica pediatrica dell'università di Napoli, nel 1913, il C. lo seguì e fu nominato aiuto. Nel 1915, conseguita la libera docenza in clinica pediatrica, divenne primario presso l'ospedale dei bambini Pausillipon di Napoli e, in tale veste, organizzò il preventorio per bambini a Villa Santolvio.
Durante la prima guerra mondiale partecipò al conflitto come colonnello della Croce rossa italiana. Tornato a Napoli nel 1919, assunse nuovamente la carica di primario presso l'ospedale Pausillipon, che mantenne per tre anni. Nel 1922 partecipò al concorso per la cattedra di clinica pediatrica dell'università di Roma, riuscendo primo della terna designata.
Sostenitore del partito popolare e amico personale di L. Sturzo, il C. fu tra i firmatari della "denuncia Donati" contro E. De Bono del 9 dic. 1924. Nel giugno del '25 fu presentata contro di lui una denuncia anonima, in seguito alla quale il ministro della Pubblica Istruzione, P. Fedele, istituiva una commissione di inchiesta "sull'andamento scientifico, amministrativo, disciplinare e morale della Clinica Pediatrica dell'Università di Roma".
Nonostante l'infondatezza degli addebiti dimostrata anche in sede giudiziaria, il 21 maggio 1927, l'avv. Latour, delegato del ministro, presentò al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione un formale atto di accusa contro il C., nel quale si poneva tra l'altro una serie di quesiti riguardanti l'attività dei C. ben oltre l'ambito clinico-universitario e miranti ad appurare se egli fosse stato imboscato durante la guerra; se avesse ottenuto la cattedra di Roma per influenza dell'on. A. Anile; se avesse svolto attività politica contro il regime; se, con maltrattamenti e minacce di licenziamenti, avesse ostacolato l'adesione del personale della clinica ai sindacati fascisti; se avesse in qualche modo recato offesa al duce e se la sua clinica pediatrica fosse un covo di sovversivi.
Il consiglio censurò il C. per abituali mancanze ai doveri di ufficio e atti ledenti la dignità del professore, e conseguentemente il 23 ott. 1927 il ministro Fedele lo trasferì dall'università di Roma a quella di Napoli, alla direzione, dal 1° genn. 1928, della cattedra di malattie infettive dell'infanzia.
Nel 1929 fu chiamato come professore di ricerche mediche presso l'università di San Francisco, negli Stati Uniti; lo stesso anno sposò Maria Sindoni, già sua collaboratrice a Roma. Tornato nel 1930 alla direzione della cattedra di malattie infettive dell'infanzia dell'università di Napoli, vi rimase per quattro anni: nel 1935 fu infatti trasferito a Roma come professore incaricato della cattedra di malattie infettive dell'università e direttore del reparto di malattie infettive degli Ospedali riuniti di Roma.
Nel 1944, dopo la liberazione di Roma, il C. divenne rettore di quella università; nel 1945, in seguito alla legge che imponeva il reinserimento di chi era stato allontanato dal proprio posto di lavoro per motivi politici, venne reintegrato come professore ordinario alla cattedra di clinica pediatrica dell'università di Roma, che in tale occasione venne sdoppiata in 1 cattedra, affidata a lui, e II cattedra affidata a G. Frontali. Il C. mantenne inoltre, nella stessa università, l'incarico dell'insegnamento di malattie infettive.
Il C. fu un appassionato cultore della clinica pediatrica, in particolare nel campo delle malattie infettive dell'infanzia. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, condusse importanti studi sull'etiologia, la terapia e la profilassi di forme morbose provocate da vari agenti patogeni.
Risalgono al primo periodo napoletano le importanti osservazioni, effettuate nella clinica diretta dallo Jemma, in collaborazione con G. Di Cristina, sulla leishmaniosi viscerale o Kala-azar, per cui propose e sperimentò la terapia con antimonio; e l'inizio delle ricerche su nuovi metodi di vaccinoterapia delle infezioni tifiche e paratifiche e della brucellosi: queste ultime indagini, proseguite poi a Roma e ancora a Napoli, consentirono al C. di dimostrare l'efficacia dei vaccini lisizzati e di realizzare una delle più valide terapie antitifiche prima dell'avvento degli antibiotici. Il C. prestò ancora particolare interesse alle malattie esantematiche - scarlattina, varicella, morbillo - e riuscì a coltivare su terreni speciali e sulla membrana corion-allantoidea di embrione di pollo i virus della varicella e del morbillo. Mise inoltre a punto la vaccinoterapia della febbre mediterranea e impiegò nella terapia della pertosse vaccini a forte concentrazione e a dosi elevate. Tra gli scritti più importanti del C. si ricordano: Ricerche sierologiche sulla leishtnaniosi infantile, in La Pediatria, XXI (1913), pp. 801-817; Stato di anafilassi e antianafilassi nella tubercolosi infantile e i suoi rapporti con la terapia tubercolinica, ibid., XXII (1914), pp. 95-103; La vaccinoterapia nelle malattie infettive dell'infanzia, in Atti del IX congresso pediatrico italiano, Trieste 1920, pp. 167-193; Prolusione al corso di clinica pediatrica, in La Pediatria, XXXI (1923), pp. 289-309; Nuove osservazioni sul virus varicelloso, in Atti del IV congresso internazionale di patologia comparata, Roma 1939.
Nel 1946 il C. venne eletto membro dell'Assemblea costituente per la Democrazia cristiana. Nel 1948 si dimise dalla carica di rettore dell'università di Roma Nel 1948 e nel 1953 fu eletto deputato per la Democrazia cristiana, e fu inoltre consigliere comunale di Roma dal 1948 al 1956. Terminata la sua attività didattica, per raggiunti limiti di età, nel 1955, il 2 giugno dello stesso anno fu decorato con decreto del presidente della Repubblica con diploma di I classe ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Nello stesso periodo venne decorato con la medaglia della libertà con palme di bronzo degli Stati Uniti di America.
Ricoprì la carica di presidente della Lega italiana per la lotta contro la poliomielite e altre malattie da virus, e fu membro di numerose associazioni italiabe ed estere, tra cui la Pontificia Accademia delle scienze.
Si dedicò successivamente ad attività assistenziali di carattere sociale istituendo una colonia di elioterapia per bambini convalescenti da forme tubercolari e, a Velletri (Roma), una comunità per bambini bisognosi, coadiuvato dalla moglie.
Morì a Roma il 15 gennaio 1977.
Il C. ha lasciato un libro di memorie, pubblicato postumo: Con Sturzo e con De Gasperi. Uno scienziato nella politica, Roma 1979.
Fonti e Bibl.: Presso l'Archivio storico dell'università degli studi di Roma La Sapienza si vedano il Curriadum vitae e gli Atti del processo amministrativo contro il prof. Caronia 1925-1927. Cfr. inoltre I medici della Costituente: prof. G. C., in Pensiero medico, gennaio 1946, n. 115, pp. 5 s.; A. Pazzini, Storia della facoltà medica di Roma. Istituto di storia della medicina, Roma 1961, I, pp. 186 s., 296 s., 338-40; II, pp. 471 s.; G. Ricci, In ricordo di G. C., in Aggiornamenti su malattie infettive e immunologia, XXIII (1977), n. 5-6, pp. 121-124; un breve profilo biogr. in I. Fischer, Biographisches Lexikon der hervorragenden Ärtze der Letzten fünfzig Jahre, I, München-Berlin 1962, pp. 220 s.