FEA, Giuseppe Carlo Maria
Nacque a Torino da Francesco Antonio e tale Marianna Camilla di cui non si conosce il cognome, nel 1793, come si può dedurre dalla registrazione della morte, avvenuta nel 1857, da cui risulta deceduto a 64 anni.
Le prime notizie certe che abbiamo di lui sono quelle relative agli esami per divenire architetto civile e misuratore, ambedue sostenuti presso l'università di Torino il 2 ag. 1811 (Torino, Archivio stor. d. Università, 144B, Verbali degli esami di architetti civili, idraulici, misuratori e maestri dei conti, I: 1759-1838, f. 182). Dal momento che per un certo periodo svolse un'attività professionale in qualità di architetto è logico supporre, anche in mancanza di documenti, che inizialmente avesse frequentato lo studio di un professionista affermato per un normale tirocinio.
Nel marzo del 1815 entrò negli Archivi di corte con la qualifica di volontario (Archivio di Stato di Torino, Sez. Corte, Regi Archivi, cat. I, mz. 1, fasc. 1), in aiuto agli ingegneri topografi (ibid., mz. 5, fasc. 1), e prese domicilio in via Po alla porta 17 (Almanacco reale Palmaverde, Torino 1815, p. 163), verosimilmente in un alloggio assegnato ai dipendenti dei Regi Archivi. Dall'assunzione al 1818 svolse la funzione di scritturale e di addetto alla conservazione e alla manutenzione delle carte topografiche presenti negli Archivi. Il 7 ott. 1818 assunse la qualifica di sottosegretario con l'obbligo di proseguire il suo impegno di tutela cartografica in aiuto all'ingegnere topografo capo V. Boasso, direttore delle Carte, disegni e rami, ed anche di ausilio al bibliotecario (Archivio di Stato di Torino, Sez. Corte, Regi Archivi, cat. I, mz. 1, fasc. 1).
Tutta la sua carriera oscillò tra l'impegno cartografico-topografico, specifico rispetto alla sua formazione di architetto, e quello più propriamente archivistico. Le motivazioni di questa ambivalenza di competenze risiedono nella storia stessa della formazione dei Regi Archivi di Torino dopo la Restaurazione. Infatti, al ritorno nel palazzo iuvarriano del materiale, trasferito altrove durante il dominio francese, fece seguito il riordino complessivo delle carte, che si presentava estremamente difficile e complesso. La maggior parte del lavoro compiuto tra il 1814 ed il 1848 risulta svolta da Michele Negri e dal F., il quale dedicò l'intera esistenza a questo impegno. A lui si deve inoltre un manoscritto di estremo interesse con il racconto dettagliato delle operazioni che resero possibile l'organizzazione degli Archivi e che tutt'oggi costituisce una fonte preziosissima per la ricostruzione storica di quanto è avvenuto negli anni della loro formazione, dai primi tempi fino al 1850 (ibid., cat. I, fasc. 1: G. Fea, Cenno storico sui Regi Archivi di corte, 1850).
In qualità di architetto, al F. spettava la cura del materiale cartografico oltre che la copiatura su richiesta (ibid., cat. I, mz. 3, fasc. 9). Le sue competenze però non si esaurivano qui. Infatti a lui si deve la riorganizzazione della quinta sala del secondo piano; si occupò, a più riprese (1819, 1825, 1828, 1839), anche di arredo, cioè di disegni per nuove "guardarobbe", ovvero per armadi dove riporre i materiali cartacei (ibid., cat. I, mz. 5, fasc. 1), del progetto per una scala in legno e dei disegni per nuove "scansie con grattiola" (ibid., Giornale di quanto accade nei Regi Archivi di corte degno di essere notato e dei principali lavori che in essi si fanno, voll. I e II).
Nel primo periodo di lavoro all'interno degli Archivi il F. continuò, anche se in modo saltuario, ad avere un'attività esterna di libera professione in qualità di architetto. Nel 1825 chiese infatti permessi per poter svolgere la sua attività professionale e nel 1826, tra il maggio ed il novembre, fu frequentemente assente dagli Archivi per approntare i disegni di un'ala nuova e una scala per l'ospedale di Carrù (ibid.). Queste assenze non furono benevolmente accettate da parte della direzione dei Regi Archivi e terminarono con tale episodio; negli anni seguenti non compaiono ulteriori accenni ad attività professionali esterne.
Nel 1822 il F. era stato promosso alla qualifica di segretario (ibid., cat. I, mz. 1, fasc. 1); nel 1825 assunse anche l'incarico di supplente del direttore della Carte, disegni e rami (ibid.) e dal 1828 la direzione a tempo pieno, incarico che mantenne sino alla soppressione di questa carica nella nuova pianta del personale addetto agli Archivi generali del Regno, dove la duplicazione delle carte era demandata a persona del ministero dell'Interno (ibid., cat. I, mz. 5, fasc. 14 e 17; Regi Archivi, Regolamenti pei Regi Archivi, mazzo da inventariare). A questo impegno il F. aggiunse nel tempo le competenze che l'avanzamento di carriera nel ramo archivistico gli portarono. Nel 1840 divenne infatti primo segretario e nel 1846 sottoarchivista (Ibid., Sez. Corte, Regi Archivi, cat. I, niz. 1, fasc. 1).
Fu insignito nel 1850 della croce dei Ss. Maurizio e Lazzaro, quale riconoscimento dell'attività svolta all'interno dei Regi Archivi: esame, ordinamento e interpretazione nonché compilazione degli inventari delle scritture antiche e moderne, sia di quelle già possedute sia di quelle in gran numero aggiunte, dividendole in categorie e migliorandone la classificazione (ibid.). Con la creazione degli Archivi generali del Regno alle dipendenze del ministero dell'Interno e la relativa soppressione degli Archivi di corte (r. d. 31 dic. 1850), il F. sperò in un ulteriore riconoscimento dell'operato svolto che lo portasse ai vertici della carriera. In un nuovo progetto di riorganizzazione del personale della prima metà del 1857 la qualifica per lui prevista fu di vicedirettore ed archivista generale, ma il F. non ebbe modo di vedere avverarsi questa aspettativa, perché il 13 ag. 1857 morì nella sua casa di campagna in Moncalieri, assistito dalla moglie Angela Torelli (Moncalieri, Parrocchia di S. Maria, Registro atti di morte, 1857, atto n. 155).
Fonti e Bibl.: Oltre ai docc. citati all'interno della voce cfr.: Arch. di Stato di Torino, Sez. Corte, Regi Archivi, cat. I, mz. 3, fascc. 3, 9, 17; mz. 4, fascc. 7, 10, 13, 14, 17, 27; mz. 5, fascc. 1, 14; ibid., Regolamenti per i Regi Archivi, mz. da inventariare; ibid., Registro segreto di lettere e di memorie dei Regi Archivi di corte, II, III; I. Soffletti, Il fondo dei rami per incisioni dell'Archivio di Stato di Torino, in I rami incisi dell'Archivio di corte: sovrano, battaglie ed architetture, topografia (catal. della mostra), a cura di I. Massabò Ricci B. Bertini, Torino 1981, pp. 33, 35; M. Carassi-I. Massabò Ricci, Gli Archivi del principe. L'organizzazione della memoria per il governo dello Stato, in Il Tesoro del principe. Titoli carte memorie per il governo dello Stato (catal. della mostra), Torino 1990, pp. 38 s.