CARCANI (Carcano), Giuseppe
Alquanto discordanti le notizie biografiche desunte dai repertori e da documenti piacentini, che farebbero pensare all'omonimia di due compositori contemporanei (cfr. Bussi, 1956); tuttavia è probabile che sia nato a Crema nel 1703. Dedicatosi allo studio dell'organo e alla composizione, nel 1730 entrò nel conservatorio degli Incurabili di Venezia come maestro di cappella in sostituzione di J. A. Hasse che, ritornando a Dresda, lo aveva prescelto come suo successore. Lo stesso Hasse, come testimonia una lettera datata 15 giugno 1768, intervenne in suo favore per farlo ritornare agli Incurabili, da cui il C. si era allontanato nel settembre 1744 per passare al duomo di Piacenza, ove ebbe l'incarico di maestro di cappella, succedendo a G. B. Renzoni. Contemporaneamente operò in S. Giovanni in Canale, dove diresse la cappella dal 1744 al 1760 e in altre chiese del circondario, tra le quali era quella di S. Alessandro e di S. Maria di Campagna. Il C. frequentò con assiduità (dal 1749) la corte borbonica, dove era considerato uno dei più autorevoli musicisti del ducato di Parma e Piacenza, "ma non si guadagnò la benevolenza dell'Intendente Generale dei Borboni G. du Tillot che nel 1760 ingiunse alla Congregazione di S. Alessandro di sostituire il C. con il figlio Giacomo nell'incarico di maestro di cappella che il C. manteneva fin dal 1745" (cfr. Bussi, 1973, col. 1318). Eitner cita un manoscritto (ora nella Deutsche Staatsbibliothek di Berlino Est, n. 3040), secondo il quale il C. sarebbe stato maestro di cappella a Roma, probabilmente a S. Pietro, tuttavia questa notizia non è stata convalidata da alcuna testimonianza diretta. Non è comunque improbabile che la sua attività di maestro di cappella lo abbia portato spesso fuori della sua residenza abituale per l'esecuzione di suoi oratori.
Tra il 1742 e il 1759 compose e fece rappresentare le seguenti opere teatrali: Demetrio (libretto di P. Metastasio, Crema, teatro Civico, 23 sett. 1742); Ambleto (libretto di A. Zeno e P. Pariati, edito da G. Millo in Venezia nel 1743 per essere rappresentato al teatro Tron a S. Cassiano nel carnevale del 1743; questo lavoro, secondo il Manferrari, sarebbe stato invece rappresentato al teatro S. Angelo già nell'inverno 1742); Alcibiade (libretto di A. Aureli, Venezia, teatro Tron a S. Cassiano, autunno 1746); Artaserse (libretto di P. Metastasio, Piacenza, teatro Ducale della Cittadella, carnevale 1748); Alcuni avvenimenti di Telemaco figliolo di Ulisse re d'Itaca (libretto di G. Riviera, componimento drammatico diviso in 3 azioni per essere rappresentato in occasione dell'arrivo della duchessa Luisa Elisabetta a Piacenza nel febbraio 1749); Telemaco (libretto di A. Zeno, Milano, Regio Ducal teatro, 1749); Il Tigrane (libretto di C. Goldoni, ibid., carnevale 1750); Arianna e Teseo (libretto di A. Zeno e P. Pariati, Verona, teatro Filarmonico, carnevale 1759).
Fu inoltre autore di oratori e cantate, tra cui sono: Giuditta figura di Cristo,di Maria e della Chiesa, edito a Foligno nel 1745, da cantarsi nell'oratorio del Buon Gesù in Foligno alla fine di quell'anno; S. Barbara, oratorio in 4 parti, edito a Venezia nel 1760 da cantarsi nell'oratorio dei padri della Congregazione dell'oratorio di Roma (eseguito poi presso l'oratorio della Congregazione di S. Filippo Neri in Venezia nel 1760); Pastorale per la natività di Gesù Cristo (di cui si conserva solo il libretto nella biblioteca di S. Maria della Consolazione in Venezia); La Concordia del tempo con la fama su versi di F. Giovanandi, pubblicato a Modena nel 1740 e che il C. fece eseguire dai suoi allievi del conservatorio degli Incurabili di Venezia alla presenza di Federico Cristiano di Sassonia; Il trionfo della gloria a 4 voci, coro e strumenti su versi di B. Giovenazzi, eseguito l'8 novembre del 1745 al teatro Ducale della Cittadella a Piacenza, alla presenza della regina di Spagna Elisabetta Farnese; Serenata a 4 voci con strumenti, eseguita il 15 o 19 novembre 1749 in onore del duca Filippo di Borbone e di sua moglie Luisa Elisabetta di Francia (sembra comunque che questa composizione fosse già stata eseguita il 2 aprile del 1745 alla corte di Parma); Lascia di tormentarmi, aria per soprano con accompagnamento di basso continuo o violino o oboe; Per quel paterno amplesso, aria e cantata a voce sola con basso continuo.
Delle sue composizioni di carattere sacro si ricordano: il mottetto Cum invocarem e Gloria Patri a 4 voci con strumenti; Nisi Dominus et Gloria per 2 soprani e basso, 2 violini, viola e organo; 35 mottetti tra cui Cessate,cessate,o armonici concentus a 5 voci per Soprano, 2 violini, viola, basso continuo. Compose anche varia musica strumentale, tra cui si ricorda: quintetto in sol a 2 flauti 0 2 violini, 2 corni e basso; una sonata a 2 flauti traversi e basso; una sonata edita in 6 sonate a 3 con 2 flauti traversi e basso (Parigi 1750); una sonata in Six sonatas in three parts (London 1760) per 2 violini e basso continuo; Movimento in fa per clavicembalo composto nel 1746; nella Biblioteca nazionale di Parigi si conservano inoltre: Concertino a Tre Stromenti op. III in sol maggiore (fondo Blancheton, n. 125); una sinfonia nella raccolta di Charles Estien del 1741, Sinfonie a due violini e basso dei più celebri autori d'Italia (Vm7 1199); alcune sonate in Sei sonate a tre con due flauti traversieri e Basso di differento [sic] autori (Bibl. du Conserv., Recueil 27). Numerose composizioni manoscritte di carattere sia profano sia religioso si conservano nella biblioteche di Vienna, Schwerin, Wolfenbüttel, Dresda, Karlsruhe, Uppsala e nel British Muscum, oltre che in biblioteche e archivi italiani.
Oggi ingiustamente dimenticato, il C. è così ricordato dal Caffi: "La città di Crema diede i ns. primi corifei F. Cavalli e G. Carcani valente scrittor di teatro e maestro del coro..."; ancora il Carpani lo nomina tra i contemporanei di A. Scarlatti come compositore di sinfonie e sonate "contato tra gli altri venerandi padri della bella musica", aggiungendo poi: "...e così di secolo in secolo gli italiani furono i primi ad usare per sistema una musica composta di soli strumenti e priva di voci umane. Ma per lunga età una tale musica si limitò alle Gighe, a delle ballate e simili sonate di poco conto, atteso che questa nazione sublimamente armonica concentrava nel canto il sommo delle delizie. Solamente verso la fine del Secolo XVI si cominciò a travagliare con un po' più di attenzione nel campo della musica strumentale e Corelli, Lucatelli [sic] e Carcano, ed altri molti, scrissero sonate a due e a tre, che svegliarono l'attenzione degli amanti della musica" (Le Haydine, p. 61). F. Bussi sottolinea che in realtà le opere del C. non testimoniano uno stile personale ma rispecchiano le tendenze più usuali del tempo. Le arie e i duetti ripetono abilmente gli schemi convenzionali dello stile di Hasse senza tuttavia raggiungere la loro musicalità ed il chiaro senso dell'armonia e dell'ordine. Anche nella musica strumentale il C., influenzato forse dal Circolo milanese, non rivela caratteristiche innovatrici.
Il C. morì a Piacenza nel genn. 1779.
Organista e compositore fu anche il figlio Giacomo, del quale non si conosce la data della nascita, che si presume sia avvenuta a Venezia. Tra il 1754 e il 1759 fu allievo di G. B. Martini, dal quale apprese il contrappunto e la composizione; nel 1759 fu aggregato all'Accademia dei Filarmonici di Bologna insieme al forlivese I. Cirri e al maestro di cappella G. L. Tibaldi di Bologna. Sempre nel 1759 risulta essere già maestro di cappella della metropolitana di Ravenna; "surrogato al Padre nella Cappella del Duomo" di Piacenza sin dal 1779, nel 1789, successe alla direzione della cappella con la qualifica di "maestro direttore organista", ricoprendo tale incarico fino al 1811 quando la cappella venne sciolta. Egli operò anche in altre chiese, tra cui ricordiamo quella di S. Alessandro, dove sostituì il padre quando questi ne fu estromesso. Come maestro di cembalo partecipò all'inaugurazione del teatro Municipale di Piacenza con l'opera Zamori ovvero L'Eroe delle Indie di J. S. Mayr (10 ottobre del 1804); Giacomo rimase in questo teatro fino all'anno 1816 segnalandosi per la sua bravura. Si dedicò anche all'insegnamento del canto ed ebbe tra gli allievi i cantanti piacentini Benedetta Rosmunda Pisaroni e Claudio Bonoldi. Tra le composizioni del C. si ricordano due intermezzi drammatici e una sinfonia per archi composta nel 1755, oltre a vari pezzi di musica sacra, conservati in manoscritto nella biblioteca del Liceo musicale di Bologna. Dopo il 1816 non si hanno di lui altre notizie e non se ne conosce la data di morte, che dovrebbe essere avvenuta verso il 1820, forse a Piacenza.
Bibl.: G. B. Martini, Serie cronol. dei principidell'Accad. dei Filarmonici di Bologna, Bologna 1776, p. 35 (anche per Giacomo); G. Bertini, Diz. stor.-critico degli scrittori di musica e de' piùcelebri artisti di tutte le nazioni, Palermo 1814-15, II, pp. 2 s.; G. Carpani, Le Haydine, Padova 1823, p. 61; F. Caffi, Storia della musica sacra nellagià capp. ducale di S. Marco, I, Venezia 1854, p. 419; F. Torrefranca, Le sinfonie dell'Imbrattacarte, Torino 1915, p. 119; Piacenza musicale, Piacenza 1940, pp. 58, 61; C. Gaspari, Catal. delLiceo mus. di Bologna, IV, Bologna 1905, pp. 181, 192 (per Giacomo); V, a cura di U. Sesini, ibid. 1943, p. 88; A. Hughes-Hughes, Catal. of Manuscript Music in the British Museum, I, London 1906, p. 330; II, ibid. 1908, pp. 271, 287, 298; III, ibid. 1909, p. 122; Catalogue of PrintedMusic published between 1487 and 1800 now inthe British Museum, I, London 1912, p. 224; Città di Firenze, Bibl. del Conservat. di Musica, Catal. delle opere musicali, Parma 1929, p. 218; L. de La Laurencie, Invent. critique du FondsBlancheton de la Bibliothèque du Conservatoire deParis, I, Paris 1930, pp. 73 s.; Città di Napoli, Bibl. del R. Conservat. di Musica di S. Pietro aMaiella, Parma 1934, p. 410; Città di Modena, Bibl. Estense,Catal. delle opere musicali, ibid. s.d., pp. 181 s.; F. Bussi, Alcuni maestri di cappellae organisti della Cattedrale di Piacenza(secc. XVI-XIX), Piacenza 1956, pp. 16-19 (anche per Giacomo); C. Sartori, Assisi,La cappella della Basilica di S. Francesco, Milano 1962, p. 194; Genova, Bibl. dell'Istituto Musicale N. Paganini,Catal., a cura di S. Pintacuda, Milano 1966, p. 36; Venezia, S. Maria della Consolazione,Catal. del Fondo musicale, a cura di P. Pancino, Milano 1969, p. 36; 8. H. Hansell, Sacred Musicat the Incurabili in Venice.... in Journal of theAmerican Musicological Society, XXIII (1970), pp. 282, 287 s., 292-294; F. J. Fortis, Biographie universelle des Musiciens, II, Paris 1873, p. 186; C. Schmidl, Dizionario universale deiMusicisti, I, pp. 294 s. (anche per Giacomo); R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, II, p. 326; Encicl. della Musica Ricordi, I, p. 411; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 200 s.; La Musica,Diz., I, Torino 1968, p. 348; F. Bussi, G. C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, XV, Supplement, 1973, coll. 1318 s. (anche per Giacomo).