CANEPA, Giuseppe
Figlio di Girolamo, nacque a Voltri (Genova) il 25 luglio 1721, e fu battezzato nella parrocchia di S. Erasmo. Pare non si sia mosso dalla sua terra, dove operò, con un certo estro, come pittore, decoratore e quadraturista. Dai due matrimoni, con Maddalena Rossi e poi con Francesca Cassullo, ebbe tre figli e una figlia, Angela, che rimastagli al fianco, si dedicò alla pittura di paesaggio, senza che di lei si sappia altro. Gli furono discepoli un Francesco Monteverde e un Emanuele Muzio, che lo aiutarono negli affreschi di S. Ambrogio di Voltri.
L'Alizeri ricorda (Notizie dei profess.)la sua opera in Voltri per i palazzi dei marchesi Dongo, dei conti Mameli (già dei Lomellini) e dei Parodi (già dei Leveratti). I Brignole Sale se ne valsero per la villa ora detta della duchessa di Galliera, dove egli attese alla finta prospettiva di una scalinata, dipinta su una parete del giardino, e alla decorazione della sala da pranzo, tuttora esistente, che rivestì di conchiglie, di ciottoli e di scaglie di roccia simulando stucchi rococò e sfondati di grotte (Cat. delle ville genovesi). L'Alizeri gli assegna "l'ornato dell'altare di S. Lucia" in S. Erasmo a Voltri, da identificare forse con le quadrature della volta antistante l'altare, e, dubitativamente, le quadrature degli affreschi di Giuseppe Galeotti nella chiesa dell'Annunziata al Vastato a Genova. L'Alizeri ricorda del C. un solo quadro a olio, allora ancora esistente in Voltri, con Tancredi e Clorinda. È conservata l'intera volta del tempietto costruito nell'anno 1769 presso il santuario dell'Acquasanta sopra Voltri, con l'Intercessione della Vergine presso il Padre,Adamo ed Eva,S. Michele. Sono probabilmente del C. anche le due tele del tempietto stesso, con il Miracolo della Vergine col bimbo salvato dalle acque e la Muta risanata. Cancellato invece dal totale rifacimento della decorazione è stato l'affresco con gruppo d'angeli che era dipinto nella seconda cappella sinistra del santuario. L'opera di maggiore impegno del C. sono comunque gli affreschi della chiesa di S. Ambrogio di Voltri, da lui firmati nella parete del coro con la scritta in capitale "Anno Domini MDCCLXXXV Ioseph Canepa Vulturiensis invenit et pinxit".
Si tratta di un complesso unitario che investe il coro e il catino con la Disputa di Ambrogio giovinetto e, sopra, la Gloria di Gesù e della Vergine, e il presbiterio, dove la parete destra presenta S. Ambrogio e Teodosio, la sinistra la Conversione di s. Agostino e la volta lo Spirito Santo e angeli. Questi affreschi furono restaurati nel 1913 dal modenese S. Bigoni. Nel transetto destro poi il C. raffigurò nella volta S. Carlo che intercede per gli appestatipresso la SS. Trinità con quattro angeli negli spicchi, e nella fascia attorno all'altare, manomessa e in parte perduta, la serie dei monocromi con i Fatti della vita di s. Carlo.
Del C. è difficile indicare le componenti della educazione artistica anche se si inserisce chiaramente nella tradizione decorativa genovese, con riferimenti ai Piola e una certa assonanza con G. Agostino Ratti. Nel tratto specifico la sua pittura non è di alta qualità, ma si caratterizza per una certa scioltezza immaginativa e per una notevole abilità nello sviluppare su grandi superfici le figure quasi intrecciate a serpentina. Isolato - se non agli inizi, certo alla fine della sua attività - il C. non avvertì minimamente i cambiamenti neoclassici.
Morì a Voltri intorno al 1800.
Bibl.: F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione della Accademia, I, Genova 1864, pp. 160-162; D. Castagna-M. U. Masini, Guida di Genova, Genova 1929, p. 454; A. Cappellini, Santuari del Genovesato, Genova 1930, pp. 38-40; Id., Ville genovesi, Genova 1932, p. 71; Catalogo delle ville genovesi, Genova 1967, pp. 286 s.; Dizionario delle strade di Genova, Genova 1968, I, pp. 33, 393; II, pp. 282, 769 s.; Diz. delle chiese di Genova, Genova 1970, I, pp. 6, 71 s.; La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al prima Novecento, Genova 1971, p. 415; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 498.