Architetto (Roma 1763 - ivi 1822), figlio e allievo di Pietro il Vecchio, fu, con G. Valadier, il più significativo esponente del primo neoclassicismo a Roma. Cominciò la sua attività collaborando con il padre al completamento della cupola della chiesa di S. Andrea a Subiaco e forse costruendo la chiesa di S. Tommaso da Villanova a Genzano. Architetto dei Palazzi Vaticani dal 1786 all'avvento della Repubblica romana, partecipò alla costruzione del Museo Pio-Clementino: suo è in particolare l'edificio quadrangolare che contiene al piano inferiore l'Atrio dei quattro cancelli e al piano superiore la Sala della biga. Ebbe incarichi ufficiali durante l'occupazione francese (tra i quali quello di trasformare la sala grande del Palazzo senatorio sul Campidoglio) e ancora dopo il ritorno a Roma di Pio VII. Svolse anche attività di archeologo: tra l'altro, nel 1802-03 diresse, per incarico del papa, alcuni scavi intorno all'arco di Settimio Severo e nel 1807-11 condusse importanti lavori di restauro del tempio di Vespasiano. Fu accademico di S. Luca dal 1798. Ebbe come assiduo collaboratore il fratello Giulio (Roma 1754 - Roma 1840), anch'egli accademico di S. Luca dal 1812.