CAMPARI, Giuseppe
Nato a Lodi l'8 giugno 1892 da Paolo e da Vitalina Celti, era entrato come operaio meccanico nella società di costruzioni automobilistiche Alfa Romeo, passando poi collaudatore, e infine pilota nella "squadra corse" fin dalla costituzione. Tutta l'attività agonistica si svolse per i colori dell'Alfa Romeo, eccetto alcune corse dell'anno 1933.
Il C. aveva iniziato nel 1913, col secondo posto nella "classe libera" della corsa in salita Parma-Poggio di Berceto. L'anno seguente si classificava secondo assoluto nella stessa gara, dopo un quarto posto nella Coppa Florio. Dopo la pausa della prima guerra mondiale, nel 1920 vinceva la Parma-Poggio di Berceto, poi il Circuito del Mugello, e si piazzava terzo nella Coppa della Consuma. Dotato di non comune forza fisica e di riflessi eccezionali, il C. si era dedicato ai percorsi stradali, specie disagiati. Nel 1921si classificava secondo nella Parma-Poggio di Berceto, terzo nella Targa Florio, e vinceva il Circuito del Mugello; nel 1922si classificava terzo nella corsa in salita Aosta-Gran S. Bernardo.
Nel 1924, al terzo posto della Coppa Florio, e quarto della Targa Florio, unì la vittoria a Lione del Gran Premio d'Europa. Divenne da allora popolarissimo, alfiere della squadra Alfa Romeo dopo la morte di A. Ascari nel 1925.Né solo per le vittorie, ma per il carattere bonario, la figura robusta, il basco calzato, il colorito scuro (era perciò soprannominato "el negher"), la passione per il canto che coltivava da dilettante. Veniva però apprezzato anche il suo stile di conduttore: la costante tenacia, la capacità tattica, l'assoluta calma, unite al vigore fisico ed all'equilibrio nervoso, gli consentivano una condotta di gara scorrevole, apparentemente senza sforzo, in cui la potenza dell'azione spariva sotto il virtuosismo della manovra.
Nel 1925 il C. si classificò secondo al Gran Premio d'Italia a Monza; nel 1927fu secondo nel Gran Premio di Milano, dopo aver vinto la IV Coppa Acerbo sul Circuito di Pescara; nel 1928 si classificò primo assoluto in coppia con G. Ramponi nella Mille Miglia, secondo nella Coppa Florio e nella Targa Florio, ottenne il primato dei 10 Km. lanciati in 2'45"4(Kmh 217,654)sul Circuito di Cremona, vinse le corse Vittorio Veneto-Cansiglio e Susa-Moncenisio, poi la V Coppa Acerbo, e si classificò terzo nel Circuito del Montenero, laureandosi campione assoluto d'Italia. Nel 1929in coppia con Ramponi vinse la Mille Miglia, poi fu quarto nella Targa Florio e terzo nella III Coppa Ciano sul Circuito del Montenero; l'anno seguente con A. Mannironi si piazzò terzo nella Mille Miglia, quarto nella Targa Florio, terzo nel Circuito di Caserta, secondo nella IV Coppa Ciano, e secondo a Belfast.
Nel 1931fu quarto nella Targa Florio, secondo con Mannironi nella Mille Miglia, in coppia con T. Nuvolari vinse il Gran Premio d'Italia a Monza, vinse ancora la VII Coppa Acerbo, ed ebbe i secondi posti al Gran Premio di Francia ed a quello d'Irlanda. Nel 1932 era quarto nel Gran Premio d'Italia a Monza, e terzo nella VI Coppa Ciano; l'anno seguente, correndo su una Maserati, si piazzava secondo nella Parma-Poggio di Berceto, era terzo nella VII Coppa Ciano, ed infine vinceva il Gran Premio di Francia a Montlhéry.
Al volante di una Alfa Romeo, il 10 sett. 1933, durante il Gran Premio a Monza, nella seconda batteria, il C. usciva di pista nel primo passaggio sulla curva sopraelevata, uccidendosi sul colpo.
La gara fu funestata da vari incidenti: mortali quello di U. Borzacchini che tallonava il C., e quello nella batteria finale di S. Czaikowsky su Bugatti. Probabilmente (gli incidenti avvennero tutti nella stessa curva) si sommarono l'allisciamento del fondo per i numerosi passaggi, la pioggia intermittente, una perdita di olio, ed una gara condotta al limite, come ammetteva un comunicato Stefani.
Fonti e Bibl.:Non risulta una biografia del C.; oltre i necrologi sulla stampa sportiva italiana ed estera (per tutti si veda Gazzetta dello Sport, 11 e 12 sett. 1933, e L'Auto [Paris], 11 sett. 1933)e sui principali quotidiani, si veda la stampa sportiva per le singole gare, nonché E. A. Carli, Settant'armi di gare automobilistiche in Italia, Roma 1967, ad Indicem.