BURONI, Giuseppe
Nato a Pianello Val Tidone (Piacenza) il 21 febbr. 1821 da Luigi e da Rosa Prati, dopo aver compiuto gli studi elementari nel paese natale, frequentò il ginnasio di S. Pietro in Piacenza, diretto dai gesuiti. Fu quindi ammesso, mediante concorso, nel collegio Alberoni dei preti della missione, ove ebbe per maestro negli studi filosofici Giuseppe Bailo, conoscitore profondo delle teoriche rosminiane, il quale lo convinse della validità della speculazione del filosofo di Rovereto. Ivi approfondì anche la conoscenza delle lingue classiche e moderne, soprattutto del greco. Ammesso il 27 sett. 1839 nella congregazione, nel 1844, ordinato sacerdote, fu incaricato di insegnare teologia nello stesso collegio. Nel 1846 volle conoscere personalmente il Rosmini, che allora predicava al clero di Lodi, e da lui fu esortato ad approfondire i suoi studi filosofici; da Lodi proseguì per Milano, ove fece visita a Cesare Cantù con il quale strinse una solida amicizia.
Nel 1850, in seguito al decreto di Carlo III del 26 agosto che espelleva gli ordini religiosi la cui casa madre si trovava fuori dai suoi Stati, i lazzaristi lasciarono il collegio Alberoni e il B. fu nominato direttore del nobile collegio della Missione di Savona. Nel 1851 fu trasferito a Torino, ove insegnò filosofia e teologia nell'istituto della congregazione.
Nel capoluogo piemontese il B. organizzò un circolo di studi, dove si leggevano e si discutevano lavori di ricerca e di ripensamento nei vari rami della scienza sacra e profana ed alla quale intervenivano assieme ai suoi discepoli altri studiosi cattolici, fra i quali P. Barone, A. Testa, G. Ghiringhello, L. Rossi e G. Bosco. Nel 1866 le nuovi leggi emanate sugli ordini religiosi costrinsero il B. a lasciare con i suoi confratelli Torino ed a ritirarsi a Grugliasco. Egli approfittò di questo forzato ritiro per perfezionare le sue conoscenze scientifiche e per attendere alla predicazione religiosa ed alla pubblicazione delle sue opere. L'elevazione di mons. Lorenzo Gastaldi ad arcivescovo di Torino, nel 1871, aprì un periodo nuovo nella vita del B.: tornato nel capoluogo piemontese nel 1874 come predicatore, fu chiamato dal presule, convinto rosminiano, all'insegnamento del greco e della filosofia nel seminario diocesano. In quegli anni gli fu affidata pure la revisione dei dieci volumi del Bullarium Romanum. Nel 1874 partecipò al concorso indetto dall'Accademia delle scienze di Torino sulla presenza del pensiero rosminiano, nella speculazione dei contemporanei, proponendo il suo capolavoro: Dell'essere e del conoscere,studi su Parmenide,Platone e Rosmini, che fu pubblicato a spese dell'accademia nel 1877.
In esso il B. notava la continuità dello sforzo di chiarificazione della realtà sperimentabile da Parmenide attraverso s. Tommaso d'Aquino, "Agostino contratto", a Rosmini, "Tommaso ampliato". Di questo il B. era comunque un espositore critico, correggendone ad esempio la definizione di conoscenza dell'essere reale in conoscenza delle modalità reali dell'essere; ma soprattutto si impegnò a difenderne con efficacia l'ortodossia negata dai gesuiti della Civiltà cattolica, in particolare dal Liberatore e dal Cornoldi (Risposta prima al Cornoldiin difesadelle Nozioni di ontologia secondo il Rosmini e s. Tommaso, Torino 1878; La Trinità e la creazione,nuovi confronti tra Rosmini e s. Tommaso dedicati alla Civiltà Cattolica,con un cenno della risposta seconda al Cornoldi,e una Appendice sulla necessità di liberare la Chiesa dalla calunnia, Torino 1879; Benedetto XIV e Leone XIII: il card. Noris e Antonio Rosmini, Torino 1879; Del preteso ontologismo rosminiano e del vero tomismo della Civiltà Cattolica, Torino 1880; Osservazioni sul recente opuscolo dell'em. card. Zigliara intorno al "Dimittantur", Torino 1880).
Frattanto nel 1877, dopo che era stata respinta per l'opposizione del latinista T. Vallauri la proposta di aggregazione del B. alla facoltà di lettere e filosofia all'università di Torino, egli fu aggregato alla riaperta facoltà teologica del seminario.
Oratore ricercato per la parola chiara ed incisiva, il B. lasciò fama del suo talento a Torino, Genova, Sarzana, Pavia, Varallo, Loreto e Napoli. Colpito nel 1883 da paralisi progressiva, che lo rese inabile agli studi, morì a Chieri il 14 dicembre del 1885.
Numerosi articoli del B. (una settantina) apparvero sui periodici La Sapienza,L'Ateneo, il Campo dei filosofi italiani,L'Archivio ecclesiastico, la Rivista universale,L'Armonia. Tra i saggi sono ancora meritevoli di menzione Il voto di Jefte, Firenze 1865; De Romanitate Primatus Apostolici seu de Nexu indissolubili quo "Primatus" Sedi Romanae adhaeret jure divino, Torino 1867; Risposta alla "Civiltà Cattolica" ed alla "Unità Cattolica" in difesa della dissertazione "De intollerantia Catholica", Torino 1868; Della Concordia Evangelica, Firenze 1874; L'immortalità dell'anima e la Rivelazione, Firenze 1876; La Ragione e la Fede,secondo l'enciclica Aeterni Patris, Torino 1880.
Fonti e Bibl.: Pianello Val Tidone, Archivio della parrocchia, Registro dei battesimi;Stresa, Archivio rosminiano, Carteggio Buroni-Rosmini e Buroni-De Vit;Torino, Arch. della Congreg. della Missione, Elenco delle pubblic. di G. B.; A. Rosmini, Scritti autobiogr. inediti, Roma 1934, p. 185; A. Tagliaferri, A. Rosmini,V. Gioberti e G. B., in La Sapienza, II (1880), pp. 177-188, 237-244; L. M. Billia, Necrologia di G. B., in Il Lagarino (Rovereto), 19 dic. 1885, p. 410; V. Papa, G. B., in La Sapienza, XII (1885), pp. 465 s.; L. Biginelli, Il teologo G. B., in L'Ateneo (Torino), 3 genn. 1886, n. 1; G. Tonello-C. Beccaria, Nel XXV annivers. della morte di G. B., Mondovì 1910; Sincerus, Nel XXV annivers. della morte di G. B., a cura di G. Tonello, in Rivista rosminiana, V (1911), pp. 315-322; G. Caviglione, G. B., ibid., XV (1921), pp. 71-74; F. Lotteri, G. B., Piacenza 1922; P. Silva, La Congregazione della Missione in Italia, Piacenza 1925, pp. 9096; A. Tonelli, Lo spazio secondo B., in Segni dei tempi (Firenze), II (1935), 1, pp. 36-44; III (1936), 2, pp. 44-59; N. Pavesi, G. B. nel cinquantenario della sua morte,ibid., II (1935), 2, pp. 9-36; C. Castiglioni, Cesare Cantù e p. G. B., con lettere inedite, in Rivista rosminiana (1949), pp. 109-120, 197-211; B. Pasinetti, La Civiltà cattolica e la filosofia rosminiana, in Rivista di filosofia neo-scolastica, XLVII (1955), pp. 404-440; G. B. Pagani, La vita di A. Rosmini scritta da un sacerdote dell'Istituto della Carità, a cura di G. Rossi. II, Rovereto 1958, pp. 558, 654-656; G. Berti, Atteggiamenti del pensiero italiano nei ducati di Parma e Piacenza dal 1750al 1850, Padova 1961, p. 205; C. Bergamaschi, Bibl. rosminiana, II, Milano 1967, p. 949.