BUONAMICI, Giuseppe
Nacque a Firenze il 19 febbraio 1846. La madre, figlia del cantante Ferdinando Ceccherini, lo iniziò agli studi musicali, che il B. proseguì dai sette ai diciotto sotto la guida dello zio G. Ceccherini. Già nel 1860 era un apprezzato pianista: il 3 febbraio di quell'anno - il giorno in cui il Teatro del Cocomero a Firenze cambiò il suo nome in quello di "Niccolini" - il B. vi era stato chiamato a eseguire, tra gli altri pezzi, una fantasia di S. Thalberg sull'Elisir d'amore. Continuò i suoi studi con J. Laussot (divenuta più tardi moglie dello scrittore C. Hillebrand) che si era stabilita a Firenze e vi aveva iniziato una feconda azione in favore dell'incremento musicale della città. Per suo consiglio il B. si recò a Monaco di Baviera nel 1868, per perfezionarsi nello strumento con il grande interprete beethoviano Hans von Bülow e dopo poco più di due anni otteneva al conservatorio il primo premio. Suo maestro di contrappunto in questo periodo fu J. G. Rheinberger. Durante il suo soggiorno a Monaco, il B. diede anche buone prove nel campo della composizione (un Quartetto per archi molto apprezzato da Wagner, l'Ave Maria e il Pater noster per cori, e alcuni pezzi per canto e pianoforte).
Nell'epistolario di H. von Bülow (Briefe und ausgewählte Schriften, Leipzig 1936, cfr. Ind.)si trovano frequenti riferimenti al B.: già nel 1868 egli lo elogiava per le non comuni capacità interpretative e tecniche. Non esitò altrove ad affermare che il B. suonava "in modo celestiale".
La stima di cui seppe circondarsi e i successi che come pianista stava ottenendo permisero al B. di accedere ben presto come insegnante a quella stessa cattedra ricoperta prima dal Bülow. Dopo tre anni, però, nel 1873, il B. preferì tornare nella sua città natale, diventando in breve tempo una personalità di primo piano nella vita musicale fiorentina.
Sempre più rari divennero da allora i suoi giri concertistici all'estero, con disappunto del Bülow che aveva preconizzato per lui un brillante avvenire di virtuoso della tastiera in campo internazionale. Continuò tuttavia a dare talvolta dei recitals in Italia, in Germania e soprattutto in Inghilterra. Si esibì per la prima volta a Londra in un concerto alla London Musical Society il 2 maggio 1887 e la seconda il 5 giugno 1890; vi ritornò ancora nel 1892 e nel 1893 e suonò alla presenza della regina Vittoria. Fu nominato membro onorario alla Filarmonica di Londra, onorificenza riservata a pochissimi artisti. Alcune sue opere didattiche, quali The Art of Scale Study, pubblicate in quella città, ebbero fortuna e vennero riprodotte in rilievo per l'Istituto dei ciechi.
Il B., ritenuto anche da Liszt (che lo ebbe ospite per qualche tempo a Weimar nel 1879) come uno dei migliori pianisti dell'epoca, si rivelò un interprete elegante e appassionato delle opere di Bach, Mozart, Beethoven, Schumann, Liszt, Chopin. Profondo intenditore dell'opera wagneriana (fu presente il 26 luglio 1882 alla prima esecuzione del Parsifal a Bayreuth), il B. non nutrì molta simpatia per gli ulteriori sviluppi della scuola germanica (Strauss compreso) e verso la fine della sua vita ironizzava sulle prime composizioni pianistiche di A. Schönberg, che aveva conosciuto. Strenuo difensore della tradizione italiana (per Verdi ebbe una venerazione), si mostrò invece diffidente verso la più recente scuola francese e considerava la grande musica russa conclusa con A. Borodin e N. Rimskij-Korsakov. Si adoperò a Firenze per la diffusione della cultura musicale: assunse la direzione della Società corale Cherubini e, dopo aver fondato con L. Chiostri e J. Sbolci il "Trio fiorentino", si dedicò attivamente alla esecuzione di musica da camera, anche quando, morti i due colleghi, ricostituì il "Trio" con G. B. Faini e L. Broglio.
Il 19 ott. 1893 con regio decreto veniva nominato, senza concorso, per meriti distinti professore titolare di pianoforte all'Istituto musicale di Firenze, posto che occupò sino alla morte avvenuta a Firenze il 18 marzo 1914.
Nell'ultimo ventennio di vita si dedicò soprattutto all'insegnamento e all'edizione dei classici del pianoforte. Tra queste edizioni, di particolare rilievo è la collezione La Biblioteca del pianista, pubblicata da Ricordi, ove figurano raccolte di composizioni di Beethoven, di H. J. Bertini, di M. Clementi, di C. Czerny, di Th. Dohler, di J. L. Dussek, di Händel, di Haydn, di H. Herz e di Schumann da lui scrupolosamente riviste, diteggiate e annotate, che ebbero anche all'estero ampia diffusione. Al B. si deve pure un'edizione integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven.
Tra le sue composizioni si ricordano, oltre quelle già citate, una Ouverture da concerto,Pagine d'album e un Notturno per pianoforte, quattro Melodie per canto e pianoforte (edite da Ricordi), ecc. Per onorare la sua memoria venne istituito nel 1924 il "Premio Buonamici", riservato al vincitore di un concorso bandito ogni due anni per i diplomati in pianoforte presso il conservatorio di musica di Firenze a partire dal 1925.
Fonti e Bibl.: Notizie, in Gazzetta musicale di Milano, XXXIV(1879), p. 90; Ricordi musicali fiorentini, II(1907), p. 71; IX (1913-1914), pp.III-IV, 79, 86, 109, 113, 164; Annuario del R. Istituto musicale "Luigi Cherubini" di Firenze, VI (1910), pp. 5, 29; Atti della R. Accad. del R. Istituto musicale "Luigi Cherubini"(Firenze), XXXIX-XLII (1911), p. 3; LI-LII (1915), pp. 13-15; Annuario dei Musicisti, Roma1913, pp. 94, 117; An., Il prof. G. B., in La Nazione, 19 e 21 marzo 1914; G. Gabardi, G. B., in Gazzetta musicale di Milano, XLIV (1889), pp. 56-58; P. Pichi, G. B., ibid., L (1895), pp. 148 s.; Jarro (G. Piccinni), Attori,cantanti,concertisti,ecc. …, Firenze 1897, pp. 245-255; S. Cesi, Appunti di storia e letteratura del pianoforte, Milano 1914, p. 39; G. Barini, La fine di G. B., in Nuova Antologia, 1º apr. 1914, pp. 534 8.; C.Placci, G. B. 1846-1914. In memoriam, in Ricordi musicali fiorentini, IX (1913-1914), pp. V-XIV; S. Cesi-E. Marciano, Prontuario di musica, Milano 1918, p. 80; E. di San Martino Valperga, R. Acc. di Santa Cecilia. I Concerti dal 1895al 1933, I, Roma 1933, pp. 157 8.; G. Pasquali-R. Principe, Il violino. Manuale..., Milano 1939, p. 103; A. Damerini, Il Conservatorio di Musica "Luigi Cherubini" di Firenze, Firenze 1941, pp. 40, 93 s., 106; A. De Angelis, Le origini e il primo decennio dei Concerti alla Sala dell'Acc. di Santa Cecilia, II (1953), p. 19; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 1016; Baker's Biographical Dict. of Musicians, New York 1958, p. 228; H. Riemann, Musik Lexikon, I, Mainz 1959, p. 251; Enciclopedia della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 340.