BRIZIO (Bricci, Briccio, Bricio, Britio, Britto, Brizi), Giuseppe
Nacque a Massa intorno all'anno 1533. Entrò nella Compagnia di Gesù a Siena e, il 25 novembre del 1562, venne inviato in noviziato a Roma. Prima di vestire l'abito religioso aveva esercitato per dieci anni il mestiere di muratore. A Roma trascorse vari anni - lavorando alla costruzione del Collegio Romano, della chiesa dell'Annunziata e del noviziato a S. Andrea al Quirinale, sotto la guida di fratel Giovanni Tristano - e il 25 apr. 1569 pronunziò i voti solenni. In seguito fu inviato in Polonia e giunse a Poznaú il 24 giugno 1575; di lì si recò a Jarosław, dove, nel mese di settembre dello stesso anno, preparò un progetto per il collegio, che non venne approvato dal fondatore. Negli anni seguenti risiedette a Pułtusk, dove provvide al restauro del collegio; nel 1577 visitò Cracovia per conoscerne le caratteristiche architettoniche; nel 1580 iniziò la costruzione del collegio di Jarosław, portandone a termine in tre anni una parte. Nella stessa città edificò anche una cappella provvisoria e iniziò nel 1582 la costruzione della chiesa di S. Giovanni. Nel marzo 1586 si recò a Lublino per esaminare con i superiori le correzioni da apportare al progetto del collegio locale e vi tornò nel maggio dell'anno seguente perché, dopo la partenza di G. M. Bernardoni, i lavori della chiesa erano rimasti privi di direzione. Riprese poi i suoi lavori a Jarosław, malgrado fosse tormentato da una forte artrosi che lo rese claudicante. Soltanto quando vide alzate le mura della chiesa partì, nel marzo 1589, per l'Italia; si recò per le cure termali ad Abano e sostò anche a Milano. Nel luglio dello stesso anno, destinato a Creta, si fermò, ritardando la partenza, a lavorare a Verona.
Nel frattempo il provinciale della Compagnia in Polonia scriveva al generale, in data 24 genn. 1590 e successivamente il 6 apr. 1591, chiedendogli di rimandare il B. in Polonia per la costruzione delle cupole delle chiese di Nieáwieì (ora Nesvii) e di Jarosław e della cappella presso la chiesa a Lublino; nell'estate del 1591, egli venne quindi inviato per la seconda volta in Polonia. Da Jarosław il 5 genn. 1592 si recò, passando per Lublino, a Nieśwież. Tornato a Jarosław, nel 1593 vi portò a termine i lavori della volta della chiesa, che fu consacrata il 24 apr. 1594. Eseguì, alla fine del 1593, anche due progetti (non realizzati) per l'ingrandimento della casa dei gesuiti presso la chiesa di S. Barbara a Cracovia e per la costruzione di una nuova casa e chiesa presso la piazza del Mercato nella stessa città. Nel giugno del 1594, di ritorno da Kalisz a Jarosław, il B. si fermò a Cracovia e preparò un terzo progetto per una casa con chiesa annessa da costruirsi in luogo diverso dai due precedenti. Nell'ottobre dello stesso anno si trasferì a Cracovia per assumere la direzione dei lavori della grande chiesa dei SS. Pietro e Paolo: la prima pietra venne posta il 23 giugno 1597; due anni dopo il B. lasciò Cracovia e da Nieśwież venne a sostituirlo il Bernardoni. Il B. si recò in Moravia, giungendo nell'aprile del 1599 a Brno, dove iniziò la costruzione della chiesa presso la casa del noviziato (consacrata nel 1603). Trascorsi tre anni, fece ritorno in Itaha e nel gennaio 1603 venne inviato a Napoli; non confacendogli il clima, si trasferì a Roma, dove morì il 2 marzo 1604.
Il B. ebbe fama in Polonia di buon architetto, molto apprezzato per la sua esperienza e perizia tecnica in imprese di particolare difficoltà, come la costruzione di cupole e di volte di grandi dimensioni. Le recenti ricerche archivistiche hanno dimostrato che fu anche valente progettista: tra i suoi numerosi disegni, alcuni vennero identificati nella raccolta delle piante gesuitiche della Biblioteca Nazionale di Parigi. (i nn. 1047, 1048, 1049, secondo l'inventario di Vallery-Radot). È da presumere che l'opera maggiore da lui costruita, la chiesa di S. Giovanni a Jarosław, sia anche dovuta a un suo progetto; per quanto riguarda invece la chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Cracovia, pur risultando che nel 1595 eseguì per essa un progetto, non possiamo affermare se a questo si attenne nell'iniziarne la costruzione.
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