BRICOLI, Giuseppe
Nacque a Marano, (prov. di Parma) il 16 ap. 1861 da Giulio e Carolina Costa. Frequentò l'istituto di belle arti di Parma sotto la guida prepotente di Cecrope Barilli. In seguito si recò con alcuni amici a Napoli per frequentare lo studio di Domenico Morelli. Comprendendo però che il temperamento vulcanico di questo artista poco si addiceva alla sua indole timida e mite, preferì accostarsi all'arte di F. P. Michetti, che sentiva più vicina ai suoi gusti di pittore georgico e pastorale.
Non si sa se vi sia stata fra i due artisti una relazione diretta da maestro ad alunno, oppure una semplice, spontanea assimilazione, da parte del B., di forme e colori michettiani. Fatto sta ch'egli si diede a copiare le opere più tipiche del Michetti e molti suoi disegni. A testimonianza di questa infatuazione michettiana si conserva presso gli eredi una deliziosa copia della famosa Pastorella. Fatto esperto della tecnica e dello stile del Michetti, si mise a creare disegni sub signo di lui con una vena così fresca che ancora oggi si spacciano, da parte di commercianti poco scrupolosi, come del Michetti, le sue belle copie dal vero e soprattutto i ritratti a chiaroscuro di giovinette e di vecchie.
Le modeste condizioni economiche lo spinsero a coltivare il ritratto, ma la sua attività in questo campo non si mantenne sempre allo stesso livello, poiché v'è una differenza notevole fra i mirabili ritratti dal vero e quelli ricavati, per necessità di guadagno, da fotografie.
Le sue opere migliori sono quelle che gli furono ispirate dalla vita umile dei campi, dalle attività agresti e dagli abitanti dei colli e delle pianure parmensi. In questi temi il B. appare ungeorgico di rara finezza evocatrice.
Il B., contadino-poeta, si vale dei colori per dire il suo pacato, fedele, nostalgico amore per le persone umili, gli animali mansueti e gli oggetti più comuni e più modesti.
Fra le sue opere meritano un particolare ricordo il Contadinello visto di profilo con il berrettone in testa, il Contadinello effigiato di prospetto, seduto, con il piede destro sul ginocchio sinistro (proprietà Elisa Levi, Parma), la Fruttivendola in atto di ricamare presso la cesta dei frutti e il paiuolo delle castagne lesse, le Due giovani donne che cuciono sedute entro un orto fiorito (Istituto d'Arte di Parma), i Due amanti presso una fontana (proprietà sen. Ulderico Levi), la Guardiana dei tacchini, la Giovinetta seduta sulla panca, le Signore che ricamano nell'orto, il Ritratto del cognato, il Campo di cavoli, il Contadinello con il fucile, il Contadinello con la polenta in mano, l'Interno di cucina (proprietà geom. Enrico Pizzarotti), le Pecore nel torrente Parma (proprietà famiglia Monguidi, Parma), le Pecore al pascolo (proprietà marchese Solari, Roma), le Pecore entro la stalla (proprietà famiglia del dott. Celestino Petrella).
Però l'opera che più di tutte può darci un'idea del suo alto sentimento georgico e della sua freschezza cromatica è la Pastorella seguita dal suo gregge (Parma, Istituto d'Arte), che può essere accostata alla Pastorella del Michetti per sentimento ispiratore, e che bene rappresenta la dolce poesia della terra in cui il pittore trascorse tutta l'esistenza.
Il B. morì a San Lazzaro Parmense l'8 febbraio 1931.
Bibl.: G. Copertini, necr. in Aurea Parma, XV(1931), p. 80; V. Bianchi, necr. in Corriere emiliano, 13 febbr. 1931; M. Mora, La mostra retrospettiva di Marchesi e B., in Gazzetta di Parma, 22 maggio 1952; G. Copertini-R. Allegri, Mostra di L. e S. Marchesi e di G. B. (catal.), Parma 1952.