BRASANELLI (Bressanelli), Giuseppe
Nacque a Milano il 6 genn. 1659; entrò a far parte della Compagnia di Gesù il 15 dic. 1680. Nel 1685 si trovava nella casa professa di S. Fedele in Milano, con la designazione di "fratello laico di professione scultore"; fra il 1686 e il 1688 era al Collegio Brera; passò poi al noviziato di Chieri, e nel 1689 partì per le "riduzioni" del Paraguay ove giunse in compagnia di un altro artista italiano: l'architetto gesuita padre Angelo Camillo Petragrasa.
I documenti dell'archivio romano della, Compagnia riguardanti la permanenza del B. nel Paraguay lo designano come architetto e scultore. Nel 1696 lo troviamo occupato nella fondazione della grande chiesa di San Borja, la più antica delle sette "riduzioni" del lato brasiliano.
A causa delle guerre con i Guenoas e contro i Portoghesi della colonia del Sacramento, la chiesa fu finita solo nel 1705: il B. lavorò anche agli altari e alle statue acquistando grande fama (la chiesa è stata totalmente demolita nel 1827 e alcune statue si trovano attualmente nella chiesa edificata sullo stesso luogo).
Negli stessi anni il B. disegnava e dirigeva la costruzione di un'altra, chiesa di proporzioni egualmente ingenti per il villaggio di Concepción: una delle. prime che furono erette nelle missioni ubicate nel territorio attualmente argentino (saccheggiata nel 1817, anche la facciata e le statue allora risparmiate vennero distrutte nel 1882). Nel 1718 il B. era occupato nella costruzione della chiesa di Itapúa, e ne diresse anche la decorazione, avendo ai suoi ordini scultori e pittori.
GI'inventari dell'epoca ci descrivono questa chiesa in tutto il suo splendore: tre navate. crociera, cupola, colonne dorate, trentadue finestre con vetrate, sette porte dai pilastri lavorati, portico con colonnato. Oggi ne sono sparite perfino le rovine, ancora visibili alla metà del secolo scorso.
Anche della chiesa del villaggio di Loreto resta molto poco: la vegetazione si è impadronita del luogo, e in mezzo alla foresta si elevano i muri, i pilastri, le colonne. Nel 1725 il B. conduceva a termine i lavori della chiesa del villaggio di Sant'Anna che erano stati iniziati da altri; contemporaneamente dirigeva le costruzioni di S. Javier e S. Ignacio Miní nella stessa zona.
Le rovine di S. Ignacio Miní sono le meglio conservate e con il loro aspetto imponente esprimono uno stile grandioso sorto dalla confluenza del barocco con gli elementi decorativi propri della tradizione locale. La chiesa era preceduta da una gradinata; tre porte dagli stipiti minuziosamente intagliati immettono in altrettante navate; l'aula è larga m 24, profonda m 61,70 più l'abside che è profonda m 9,55 e larga m 10,65. L'innesto dello spirito europeo e guaraní ottiene effetti sorprendenti soprattutto nei rilievi ornamentali. Il sapore tutto particolare che emana dai grandi blocchi di pietra lavorata è un indice dell'evoluzione che lo stile dell'architetto italiano ha subito a contatto con una diversa cultura figurativa al cui fascino egli non è rimasto indifferente, ma che ha saputo intelligentemente assimilare.
Morì a Sant'Anna il 17 ag. 1728 (Hernandez).
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. Societatis Iesu: Med. 3, ff. 90v, 112v, 137v, 165v, 192, 217v, 254; Med. 57, f. 47; Med. 58, f.57v; Paraq. 6, ff. 18v, 32v, 45, 53, 67v, 87, 119, 133; P. Hernandez, Organización social de las doctrinas Guaranes de la Compañía de Jesus, Barcelona 1913, I, pp. 298, 356; G. Furlong, Arquitectos Argentinos durante la dominación Hispanica, Buenos Aires 1946, pp. 115 ss.; Id., Misiones y sus pueblos de Guaranes, Buenos Aires 1962, pp. 215 ss.; Id.,Historia social y cultural del Rio de la Plata, Buenos Aires 1969, III, pp. 463-466.