BOVARA, Giuseppe
Figlio di Giacomo, nacque a Lecco, da insigne e ricca famiglia, il 12 giugno 1781. Poco si sa della sua giovinezza, salvo che entrò molto presto in amicizia con Alessandro Manzoni, con il quale restò in rapporti amichevoli per tutta la vita. Ingegnere e architetto, a lui si deve in gran parte la risistemazione urbanistica di Lecco avvenuta nella seconda metà del secolo XIX.
Notevole figura di cittadino, il B. era legato da rapporti di amicizia e di collaborazione con vari scienziati e artisti del tempo e si fece promotore di iniziative culturali di ogni genere. Come architetto, fu uno degli ultimi epigoni del neoclassicismo: curava scrupolosamente il suo linguaggio stilistico fin nei minimi particolari poiché suo ideale era la classicità pura; aborriva da tutto ciò che non poteva essere definito classico, considerandolo stravaganza esotica. Visse una vita tranquilla e felice, consumando l'intero patrimonio familiare per i suoi ideali artistici. Morì a Lecco il 2 dic. 1873.
Numerose sono le opere architettoniche del B.: del 1810 è il restauro della facciata della chiesa del convento di Pescarenico; del 1813 la chiesa di Valmadrera, una delle opere più significative, con le colonne di granito bianco in perfetto stile corinzio. Del 1818 è la chiesa di Calolziocorte ad una sola navata, con un'amplissima volta a cassettoni ottagonali. Del B. sono ancora il progetto del campanile di Villa d'Adda e il pronao classico della chiesa di Pontida. Difficile è stabilire la vera entità delle sue opere in Lecco: il progetto dell'ospedale (attuale municipio) è del 1834-35 (cfr. Cereghini, p. 180); quello del Teatro della Società del 1844 (ibid., pp. 184 s.). Ingrandì inoltre e sistemò la chiesa prepositurale; lavorò alla torre viscontea adattandola a prigione; partecipò attivamente a tutti i lavori del piano regolatore cittadino. Lavorò anche in Bergamo: nel 1841, infatti, fondò il campanile di S. Alessandro in Colonna, eseguito su suo disegno fino al cornicione sotto la galleria delle campane.
Fonti eBibl.: Notizie patrie di Bergamo,1835, Bergamo 1835, p. 65; M. Torresini In morte dell'ingegner G. B., in L'Adda, 3 dic. 1873; G. Pozzi, Cenni stor. delle città di Lecco e Borra, Lecco 1884, pp. 72, 153; Bergamo, Curia vescovile, E. Fornoni, Artisti forestieri in Bergamo, ms. (1903), p. 24; E. Bartolozzi, Pantheon di Lecchesi, in Guida di Lecco, Lecco 1927, pp. 143-145; B. Belotti, Storia di Bergamo e dei Bergamaschi, V, Bergamo 1959, pp. 469 s.; M. Cereghini, Immagini di Lecco nei secoli, Milano 1965, ad Indicem.