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BONIVENTI, Giuseppe

di ** - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12 (1971)
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BONIVENTI (Boneventi), Giuseppe

**

Nacque a Venezia intorno al 1660.Formatosi alla scuola di G. Legrenzi, maestro di cappella di S. Marco, si distinse per buone doti di compositore, dal 1690 concretate in una serie di opere rappresentate sui numerosi teatri veneziani. Nel 1707 fu al servizio del duca Ferdinando Carlo di Modena come maestro di cappella; nel 1712 si trasferì a Durlach, maestro di cappella presso la corte del margravio Carlo Guglielmo di Baden-Durlach. Qui si trattenne forse fino al 1718 (secondo l'Enciclopedia della Musica Ricordi, fino al 1721), facendo rappresentare al teatro della città alcune delle sue prime opere, senza scriverne, sembra, delle nuove. Ritornato a Venezia, continuò la sua attività di compositore melodrammatico "rinomato", come lo dice il Caffi - per i teatri della sua città. Collaboratore a una delle sue ultime opere, Filippo re di Macedonia, scritta su libretto del "poeta" più importante e più "alla moda" del momento, D. Lalli, e rappresentata al Teatro S. Angelo nel carnevale 1721, fu Antonio Vivaldi, che ne musicò il terzo atto. S'ignorano il luogo e l'anno della sua morte, ma si può presumere che il B. sia morto a Venezia dopo il 1727, data di composizione della sua ultima opera conosciuta.

Le partiture delle opere del B. - rappresentate nella quasi totalità sui teatri veneziani - sono tutte perdute. Rimangono manoscritte soltanto otto arie, per soprano e basso continuo, dell'Ariannaabbandonata (1719), conservate alla Sächsische Landesbibliothek di Dresda (l'Eitner vi segnala conservate anche altre quattro arie per tenore e basso continuo della stessa opera e indica, inoltre, una cantata per soprano e basso continuo, Ingrata Lidia, presso la Staatsbibliothek di Berlino) e gran parte dei libretti stampati delle sue opere. Nulla, quindi, può dirsi della sua arte operistica, che, tuttavia, per la formazione ricevuta e il favore goduto, dovette essere notevole. Non va taciuto, però; che la coincidenza del periodo della sua attività (1690-1721) con la coeva crisi del teatro veneziano farebbe supporre anche il B. seguace della moda operistica di allora e se ne potrebbe dedurre - insieme col Giazotto - che forse anche al B. siano toccati, in parte, i mordaci attacchi della satira di B. Marcello, Il Teatro alla Moda (Venezia 1720), contro la decadenza del melodramma veneziano e la corrotta prassi operistica del tempo. Del B. si conoscono le seguenti opere: Il Gran Macedone (libretto di G. Pancieri, Venezia, Teatro S. Cassiano, novembre 1690), L'Almerinda (libretto dello stesso, ibid., inverno 1691), L'Almira (libretto dello stesso, Venezia, Teatro SS. Giovanni e Paolo, autunno 1691), La vittoria nella (o della) costanza (libretto di F. Passarini, Venezia, Teatro S. Angelo, carnevale 1702), Armida al campo (libretto di F. Silvani, ibid., gennaio 1707;Mantova, Teatro imperiale, 1711;Durlach, Stadttheater, 1717), La Partenope, in collaborazione con A. Caldara (libretto di S. Stampiglia, Ferrara, Teatro Bonacossi, fiera di maggio 1709), L'Endimione (libretto di F. Mazzari, Venezia, Teatro S. Angelo, autunno 1709), Circe delusa (libretto di G. A. Falier, ibid., carnevale 1711), La virtù tra' nemici (libretto di G. B. Abati, Venezia, Teatro S. Moisè, carnevale 1718), Arianna abbandonata (libretto di A. Schietti, ibid., autunno del 1719;secondo lo Schiedermair, che la cita come Armida abbandonata, riprodotta a Durlach erratamente nel 1717 invece del 1719), Il fratricida innocente,ossia Il Venceslao (libretto di A. Zeno, Torino, Teatro Regio, 26 dic. 1720), L'inganno fortunato (libretto di B. Pavieri, Venezia, Teatro S. Moisè, autunno 1721)e Il Bertarido re dei Longobardi (libretto di A. Salvi, Venezia, Teatro S. Cassiano, autunno 1727).

Bibl.: F.Caffi, Storia della musica sacra nella già capp. ducale di S. Marco in Venezia dal 1318 al 1797, I, Venezia 1854, p. 314; II, ibid. 1855, p. 32; L. Schiedermair, Die deutsche Oper, Leipzig 1930, p. 28; P. Fogaccia, G. Legrenzi, Bergamo 1954, pp. 49, 75, 104; R. Giazotto, Vivaldi, Milano 1965, pp. 108, 169, 171; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p.113; C. Schmidl, Diz. univ. dei Musicisti, I, p. 226; Suppl., p. 110; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 146 s.; Encicl. dello Spettacolo, II, col. 777; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 291; La Musica. Encicl. storica, parte 2, Dizionario, I, Torino 1968, p. 251.

Vedi anche
Antonio Vivaldi Musicista (Venezia 1678 - Vienna 1741). Studiò col padre, Giovanni Battista, violinista della cappella di San Marco, e forse con G. Legrenzi. Di salute cagionevole, fu ordinato sacerdote nel 1703, e nello stesso anno assunse l'incarico di insegnante di violino presso il conservatorio femminile annesso ... Gasparini, Francesco Musicista (Camaiore 1668 - Roma 1727), allievo di A. Corelli e di B. Pasquini. Nel 1700 circa si recò a Venezia ove fu direttore di musica presso l'Ospedale (Conservatorio) della Pietà, avendo allievi F. Bordoni e B. Marcello. A Roma (1725) fu maestro di cappella a S. Giovanni in Laterano. Compose molta ... Bononcini, Giovanni Musicista (Modena 1670 - Vienna 1747), figlio di Giovanni Maria e allievo di Giovanni Paolo Colonna. Accademico filarmonico dal 1686. Già celebre violoncellista, esordì quale compositore con tre pubblicazioni strumentali da camera e concerto. Attivo dapprima in Italia (Bologna, Venezia), e a Vienna, ... Lòtti, Antonio Lòtti, Antonio. - Musicista (forse Venezia 1667 circa - ivi 1740). Figlio di Matteo Lotti, Antonio, maestro alla corte di Hannover, fu allievo di G. Legrenzi. Dal 1687 in poi fu attivo quasi sempre a Venezia in S. Marco, dapprima quale cantore, poi (dal 1692) organista e infine (dal 1736) maestro di ...
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