BOLLATI, Giuseppe
Nacque a Trecate (Novara) il 21 giugno 1819. Operò in prevalenza a Torino dove, a partire dall'anno 1849, insegnò architettura alla università. S'improntò all'eclettismo imperante non senza accogliere spunti locali, la cui tematica svolse specialmente in costruzioni private fra cui, nella maturità, i palazzi di piazza Statuto che, progettata nel 1863 e realizzata negli anni successivi, imita quelle erette al principio del secolo (piazze Vittorio Emanuele e Carlo Felice), in un estremo tentativo - tosto superato dagli eventi - di costringere l'edilizia privata entro schemi tradizionali. Gli isolati che compongono la piazza raggiungono effetto monumentale per l'imponenza delle masse, mentre l'uniformità di linee (di remota ascendenza juvarriana) è riscattata dalla vivacità del paramento. Nello stesso periodo attese pure al restauro del settecentesco palazzo S. Giorgio (opera del Tavigliano) dotandolo di una "bella facciata a colonne". Al decennio precedente risale invece il Teatro Scribe in via della Zecca, (ora G. Verdi), edificato nel 1857 e capace di 1400 posti, con quattro ordini di palchi e un prospetto neoclassico; di poco posteriore è il Teatro Sociale di Biella, che alla morte dell'autore mancava ancora della fronte.
La sua opera più nota è la facciata posteriore di palazzo Carignano, ampliato per accogliere in modo stabile (ma il trasferimento della capitale rese vano il progetto) la Camera dei deputati: ne diede nel 1864 i disegni Domenico Ferri mentre il B. ne curò l'esecuzione, interrotta dalla morte due anni prima del compimento. Il suo ibridismo stilistico fonde elementi rinascimentali e barocchi offrendo come risultato un'architettura di parata, grandiosa e scenografica, del tutto priva, pur nella ricchezza d'invenzione, di una impronta personale.
Morì a Torino il 24 agosto 1869.
Fonti e Bibl.: P. Baricco, Torino descritta, Torino 1869, pp. 270 s., 277; Necrol., in La Provincia, 26 ag. 1869, n. 199, e in L'Opinione, 27 ag. 1869, n. 237; Guida storico-artistico-industriale di Biella e circondario, Biella 1870, p. 38; A. Covino, Torino. Descrizione illustrata, Torino 1873, pp. 71, 78; G. B. Ferrante, L'architettura, in Torino 1880, Torino 1880, p. 677; G. C. Barbavara, Il Teatro Scribe e i veglioni, Torino 1915; E. Olivero, L'architettura in Torino durantela prima metàdell'Ottocento, Torino, s.d. [ma 1935], pp. 30 s., 36; A. Cavallari-Murat, Dal circo al teatro all'auditorium, in L'Auditorium di Torino, a cura di M. Bernardi, Torino 1952, p. 10; H. R. Hitchcock, Architecture,Nineteenth and Twentiethcenturies, Harmondsworth 1958, p. 145; L. Mallé, Le artifigurative in Piemonte, Torino 1961, pp. 417, 420; M. Bernardi, Tre palazzi a Torino, Torino 1963, p. 41; C. Perogalli, Storia dell'architettura, Milano 1964, II, p. 884; L. Tamburini, I teatridi Torino. Storia e cronache, Torino 1966, p. 157; C. L. V. Meeks, Italian architecture 1750-1914, New Haven 1966, pp. 306 s., 322; V. Moccagatta, L'architettura neoclassica a Torino, in Torino, n.s., II (1967), n. 2, p. 53; D. G. Cravero, Fantasmi illustri e magie barocchea Palazzo Carignano,ibid., n. 4, pp. 41 s.