BOCCINI, Giuseppe
Nacque a Firenze il 13 nov. 1840 da Placido, capo sezione al ministero degli Esteri del granducato di Toscana, e da Agnese Pini.
Frequentò le Scuole Pie, poi l'istituto tecnico e infine il corso di architettura nella R. Accademia di Belle Arti, ove fu allievo di E. De Fabris. Iniziata la professione, entrò nello studio dell'architetto M. Falcini, ove lavorò fino al 1876. In quegli anni fece uno studio per il grande teatro lirico di Odessa e prese parte nel 1873 al concorso internazionale per il monumento a Michele Obrenovič a Belgrado, vincendo il secondo premio.
Fra i suoi più importanti lavori si segnalano: il palazzo della Cassa Agricola di Imola (1879); la villa dei baroni L. e G. Franchetti sul colle della Mantesca presso Città di Castello, in stile fiorentino; un'altra villa a Piediluco per il barone Eugenio della stessa famiglia. Per il cimitero del Monte alle Croci di Firenze progettò varie cappelle funerarie in stile gotico; la più grande è quella della famiglia Gattai-Budini eseguita (1881) con filari di marmo bianco e rosa, con grandi finestre divise da colonne tortili. Vicino a questa sono le cappelle Ricci e Brogi in pietra forte. La più originale è senza dubbio quella eseguita per la famiglia Lodómez (1876) in pietra serena, illuminata da grandi finestre laterali che permettono di vedere l'interno. Questa cappella piacque tanto all'ammiraglio russo Nicola Arcos che decise di farla riprodurre (1881) nel cimitero di Nicolaev (Odessa). Accanto alla cappella Lodómez edificò quella per la famiglia Barbera, di stile un poco diverso (più vicino al romanico), ove è posto in evidenza il busto dell'editore piemontese Gasparo Barbera. È sua anche la tomba dell'attore drammatico Ernesto Rossi, per il quale aveva trasformato radicalmente la villa cinquecentesca a Montughi. A Firenze, sulla collina di Arcetri, progettò l'osservatorio astronomico e meteorologico. Lo "sventramento" dell'antico centro dette la possibilità al B. di edificare in piazza Vittorio Emanuele (ora della Repubblica) un palazzo per la famiglia Levi (oggi proprietà della compagnia di assicurazioni "La Fondiaria"). L'edificio, compassato e severo, chiude degnamente uno dei lati della piazza. Sempre nel centro cittadino progettò il palazzo Burgisser la cui facciata è decorata con graffiti.
Alla periferia di Firenze, in prossimità del Galluzzo, progettò il cimitero degli acattolici detto "degli Allori". Nel vecchio cimitero israelitico progettò il sepolcro per la famiglia Franchetti e in quello nuovo di Caciolle le tombe Uzielli e Modigliani. Eseguì pure alcuni restauri: quello del palazzo Ciampolini (che si dice appartenuto a Benvenuto Cellini) in via del Sole e quello del palazzo già Grifoni, ora Budini-Gattai, in via de' Servi sull'angolo di piazza SS. Annunziata, pregevole opera dell'Ammannati, ove inserì un grandioso scalone.
La sua attività fu in ultimo assorbita dalla direzione dei lavori per la costruzione della chiesa ortodossa, situata in via Leone X, ordinatagli dal Gran Sinodo Russo ed eseguita su progetto dell'architetto M. Preobraženskij. I lavori non erano ancora ultimati quando il B. improvvisamente morì il 31 dic. 1900.
Uomo attivo e di doti non comuni, fu molto apprezzato dai suoi concittadini. Consigliere provinciale (dal 1895 alla morte), deputato provinciale (1895, 1898, 1899), fu anche consigliere del Collegio degli architetti e ingegneri ed ebbe a svolgere per quest'ultimo diverse mansioni: fu membro della deputazione per la pubblicazione degli Atti e nel 1894 relatore sulla questione dell'allargamento di via Francesco Magni a Pistoia. Ricoprì la carica di membro del consiglio di amministrazione dell'Arcispedale di S. Maria Nuova. Insegnante e consigliere della Scuola delle arti decorative e industriali, allogata allora nel convento di S. Croce, dedicò molta parte della sua attività a questo istituto: nel 1883, insieme con gli architetti Canestrelli e Falciani compilò il progetto per la sistemazione dei locali della scuola.
Nel 1881 venne nominato socio corrispondente della Accademia delle Arti del disegno e nel 1894 socio residente. Fu anche socio di accademie di altre città. Nel 1898 venne nominato architetto dell'Opera del duomo.
Fonti e Bibl.: Firenze: Accad, delle Arti del Disegno, Atti, adannos; Ibid.: Collegio degli Architetti e Ingegneri, Atti, ad annos; A. De Gubernatis, Diz. degli artisti ital. viventi, Firenze 1889, p. 61; O. Barsanti-A. Del Pela, In memoria del Prof. G. B., Firenze 1901.