BERTOLDI, Giuseppe
Verseggiatore, nato a Fubine, nel Monferrato, nel 1821, morto a Firenze nel 1904. Fece gli studî di lettere all'università di Torino, dove fu discepolo del Paravia; e fin d'allora si accalorò alle idee di riforme politiche che si andavano maturando in Piemonte. Nel 1846, quando le eroiche imprese di Garibaldi in America avevano avuto così viva ripercussione in Italia, il B. fece di esse argomento d'un carme "semplice, vigoroso, impresso di patria e umana e religiosa idealità", per cui si meritò una lettera di elogio da parte dell'eroe nizzardo. In quello stesso anno celebrò in versi il centenario della cacciata dcgli Austriaci da Genova; ma quella che gli diede celebrità in Piemonte fu l'ode indirizzata a Carlo Alberto, quando fu elargito lo Statuto, diventata popolare e diffusa in foglio volante, subito dopo posta in musica e cantata per le vie di Torino. Il B. entrò assai per tempo nei pubblici uffici; fu ispettore generale delle pubbliche scuole, dapprima in Piemonte, poi a Firenze. Ma le cure amministrative non inaridirono il suo estro poetico, del quale diede anche in seguito notevoli saggi, specialmente col carme in morte di Carlo Alberto (1850), con la canzone indirizzata al conte di Cavour (1861), con l'altra a Vittorio Emanuele II (1862), ecc. Di lui un giudice assai burbero, il Tommaseo, lodò la "severa posatezza congiunta a una vera felicità d'ardimenti", dichiarando "notabile sovra ogni cosa la comprensione dei concetti e la potenza del significare accennando". Una prima raccolta dei suoi Canti patriottici è quella di Torino (1847); un'altra, più ampia, intitolata: Prima e dopo lo Statuto, fu data alla luce in Firenze nel 1898.
Bibl.: G. Canna, Delle poesie politiche di G. B., in Rendiconti dell'Istituto Lombardo di scienze e lettere, 1899, pp. 371-383.