BENONI, Giuseppe
Nacque a Trento da Domenico nel 1618, come si ricava dall'atto di morte. La prima.notizia che abbiamo di lui è del 1657; era giunto da poco a Venezia, dove venne prescelto per la carica di proto al Magistrato alle acque; nel dicembre dello stesso anno fece dei sopraluoghi nella laguna e quindi scrisse una relazione ai Savi esecutori alle acque su tutte le manchevolezze riscontrate, consigliando gli eventuali rimedi.
Altre sue relazioni sono del 1659 e del 17 marzo 1662, quest'ultima concernente il restringimento degli ingressi portuali. Ebbe dal Magistrato alle acque l'incarico di compiere i rilievi dell'intera laguna per ricavarne un nuovo disegno, una prima parte del quale fu compiuta nel giugno del 1664. Continuò ancora nell'opera durante l'anno seguente, ma non ci risulta se sia stata finita. Raggiunta in questo campo la notorietà. fece (14 ag. 1666), dietro invito del magnifico Consiglio di Udine, il progetto di un canale navigabile dalla città al mare, che però rimase ineseguito.
Nel marzo 1671 è documentata la sua sovraintendenza ai lavori nella zona tra Fusina e Marghera e nel settembre 1674 fu incaricato dal Magistrato alle acque di prendere in esame tre progetti sui miglioramenti da recare alla laguna, presentati da C. A. Bertelli: egli ne fece notare gli errori e la mancanza di vantaggi economici. Il 29 ag. 1676 venne invitato a presentare i disegni per la Dogana da mar insieme ad A. Cominelli, B. Longhena e G. Sardi, e il suo progetto fu preferito a quelli degli altri con un lieve scarto di voti rispetto al Longhena.
L'esecuzione dei lavori ebbe subito inizio. I magazzini che affiancano la Dogana, costruiti precedentemente dal Longhena, vennero tenuti presenti nelle strutture dei B., che hanno carattere cinquecentesco e persino cercano di ripetere con notevole approssimazione il profilo dell'edificio preesistente. I lavori di costruzione si conclusero nel 1682quando vennero poste le statue terminali.
Nel 1681 il B. verme consultato sull'opportunità di eseguire l'allargamento del piazzale davanti alla Salute e diede il suo benestare.
Morì a Venezia nel dicembre 1684. Dal testamento si sa che ebbe due figli, Andrea e Antonio, e diverse figlie.
Era attribuita al B. anche la facciata della chiesa di S. Basso, che è stata recentemente riconosciuta come opera del Longhena (Gallo). Il Martinelli (1684) gli attribuiva la facciata della chiesa di S. Maria Zobenigo (o del Giglio), che risulta invece costruita dal Sardi tra il 1680 e il 1683.
L'importanza del B. fu notevole soprattutto nel campo dell'ingegneria e dell'idraulica. La sua attività architettonica fu del tutto secondaria, anche se va lodato l'equilibrio con cui risolse l'unica sua opera di rilievo, l'edificio della Dogana.
Fonti e Bibl.: D. Martinelli, Il ritratto di Venezia, Venetia 1684, p. 27; B. Zendrini, Memorie stor. dello stato antico e moderno delle Lagune di Venezia, Padova 1811, pp. 123, 129 s., 149 s., 163 s., 177, 182, 187, 188; F. Lazzari: Notizie di G. B. architetto e ingegnere della Veneta Repubblica, Venezia 1840; R. Gallo, La loggia e la facciata della chiesa di S. Basso e Baldassare Longhena, in Atti d. Ist. veneto di scienze lettere ed arti, CXVII(1958-59), pp. 179-202; E. Bassi, Architettura del Sei e Settecento a Venezia, Napoli 1962, v. Indice;U.Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 340.