BENASSAI, Giuseppe
Nacque a Reggio Calabria il 20 luglio 1835, da Pietro e da Caterina Rognetta. Nel 1852 a Napoli fu allievo alla scuola di S. Fergola; ma, volendosi dedicare allo studio dal vero, si recò a Roma dove incontrò Nino Costa, il gruppo della Campagna romana, il De Nittis, G. Grita ed altri innovatori. Continuò a studiare da autodidatta tra Roma e Firenze, che scelse a sua residenza nel 1863; qui: avvicinò i macchiaioli fiorentini e, attraverso Pasquale Villari, conobbe l'ambiente culturale e giornalistico della città e partecipò a numerose esposizioni anche a Parigi con vario successo di critica. Con La Quiete (Reggio, Museo; vi si trova anche I piani di Aspromonte) conseguì nel 1868 il premio governativo per il paesaggio, genere che gli era congeniale. In occasione dell'inaugurazione del canale di Suez si recò in Egitto e ne trasse soggetti (Veduta del canale di Suez, Tenda di Beduini a Ismalia, Tramonti nel deserto, Le piramidi, ecc.).
La grande Esposizione di Parigi (1867), che vide il trionfo delle arti applicate, entusiasmò molto il B., che si propose di diffondere con opere e scritti (Le arti, lo Stato e le industrie nazionali, Firenze 1868, dedicato al Villari) tra i suoi connazionali il gusto per l'applicazione dell'arte all'industria. Si interessò particolarmente di maiolica frequentando a Doccia lo stabilimento Ginori, dove nel periodo 1870-71 divenne esperto di riprese da antiche porcellane settecentesche; i progressi fatti lo portarono, quindi, alla direzione del reparto pittori della maiolica della fabbrica (1873-78). Nello stesso tempo il B. fondava a Sesto Fiorentino una scuola di disegno per le maestranze e ne assumeva la guida. Fra i più ammirati lavori fabbricati a Doccia, con la direzione e l'opera pittorica del B., sono due vasi di grandi dimensioni, uno (alto m. 1,60) decorato con l'Incendio delle Pampas (raccolta Soc. Ceramica Richard Ginori), un altro (m. 1,20) con boscaglie e fauna (raccolta Ginori Lisci) quattro coppe, con paesi rappresentanti le quattro parti del mondo, che furono inviate alle Esposizioni di Milano (1871), Parigi, Vienna (1873), Napoli (1877), Torino (1880), ed ottennero premi allo stabilimento dei Ginori. Alcuni pezzi si conservano a Doccia.
Ritornato a Reggio, nel 1878, il B. vi morì il 5 dicembre dello stesso anno.
Fonti e Bibl.: G. Ferro, Studio intorno la vita e le opere d'arte di G. B., Reggio Calabria 1882; G. Carocci, La manifattura di porcellane..., a Doccia, in L'Italia artist. e industr., Roma 1893, p. 46 (ripr. di un vaso del B.); La prima mostra d'arte calabrese... Catanzaro MCMXII, Bergamo 1912, pp. 38, 61, 68; G. Ceci, Bibl. per la storia delle arti figur. nell'Italia meridionale, Napoli 1937, p. 453; Mostra calabrese d'arte moderna, Reggio C. 1920, pp. 5 ss.; A. Frangipane, G. B., in Brutium, XVI, 6 (1938), pp. 81-84; XVII, I (1939), pp. 1-5; Id., G. B. ceramista, ibid., XXX, 4 (1960), pp. 5 s.; U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, III, p. 292.