BENAGLIO, Giuseppe
Nacque nel 1668 da Francesco, di famiglia patrizia milanese, e da Margherita Caima, probabilmente a Milano. Scarse le notizie biografiche rimasteci: sappiamo che, avviatosi agli studi giuridici, intraprese presto la carriera degli uffici nell'amministrazione fiscale, raggiungendo la carica di regio sindaco fiscale generale.
Tutta la sua vasta opera di carattere giuridico ed erudito, del resto, è in relazione con questa sua attività di pubblico amministratore. Nel 1711 usciva a Milano una sua Relazione istorica del Magistrato delle ducali entrate straordinarie nello Stato di Milano, opera accurata, ricca di notizie, dal solido impianto istituzionale, grazie a cui godette di una buona accoglienza (Giornale de' letterati d'Italia, IX, Venezia 1712, pp. 463 s.) ed ebbe una vasta diffusione.
Essa, quanto ai criteri informatori, può essere accostata alla più o meno coeva pubblicistica storico-giuridica di ispirazione regalistica, che qualche decennio più tardi avrebbe portato, ad esempio, all'edizione delle Constitutiones Mediolanensis Dominii di Gabriele Verri.
La stessa premessa regalistica, volta non tanto ad innovare le strutture statali e i mezzi di azione di governo, quanto a cercare una più rigorosa ed omogenea interpretazione pubblicistica del vecchio complesso di fonti legislative, presiedette agli intenti del B. anche nel compilare quell'Elenchus familiarum in Mediolano dominio feudis, iurisdictionibus, titulisque insignium, che fu pubblicato a Milano nel 1714 e costituì la base di tutti gli elenchi posteriori dei feudi milanesi.
Come ha rilevato il Magni, quest'opera costituisce tutt'ora un utile strumento per lo studio della feudalità lombarda nel sec. XVIII. In essa il B. fornisce un quadro particolareggiato della diffusione dei feudi nello Stato di Milano, tenendo conto della loro appartenenza ad enti ecclesiastici o a famiglie signorili e della distinzione tra feudi camerali e feudi imperiali.
La rubricazione dei singoli feudi in una categoria piuttosto che in un'altra è da lui condotta secondo una linea interpretativa che, tenendo conto, sulla base della documentazione raccolta, del periodo e del tipo di investitura, "rispecchiava il punto di vista del Senato e del Governatore dello Stato" (Magni, p. 214), coll'elencare tra i camerali un buon numero di feudi imperiali ed ecclesiastici, e soprattutto coi considerare la più parte di questi ultimi come soggetti al giuramento di adherentia e alle leggi dello Stato milanese. R naturale che l'Elenchus del B., intervenendo tra l'altro in una situazione già tesa, incontrasse soprattutto da parte degli enti ecclesiastici feudatari una netta opposizione e aprisse una serie di controversie che, secondo quanto ha rilevato il Magni, anche sulla base di fonti archivistiche, si trascinavano ancora innanzi circa un decennio dopo la sua pubblicazione.
Sulla falsariga di queste due opere a stampa sembra che si attesti la restante produzione pubblicistica del B., rimasta manoscritta e dì cui ci è pervenuta soltanto notizia: Paraphrasis relationis historicae de Magistratu extraordinario Mediolani; La gerarchia della città e Stato di Milano; Teatro genealogico della nobiltà di Milano; La verità mascherata o sieno osservazioni sopra la nobiltà di Milano; Genealogiae a Collegio I. P. P. Mediolani excerptae connubiis, dignitatibus, officiis usque ad totum annum MDCCXIV per documenta et animadversiones dilucidatae, in nove volumi.
Il B. aveva sposato Cecilia Ottolina (morta nel 1723), da cui ebbe un figlio Francesco, che entrò anch'egli in giovane età nella carriera amministrativa e fu pretore a Como, ove morì nel 1717.
Il B. morì a Milano, probabilmente nel 1735, e venne sepolto nella chiesa di S. Calogero.
Bibl.: F. Argelati, Bibliotheca scriptoruni Mediolanensium, I, 2, Milano 1745, coll. 135 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 775; C. Magni, Il tramonto del feudo lombardo, Milano 1937, pp. 188 ss., 208 ss., 226 s., passim; C. Würzbach, Biographisches Lex. des Kaisertum Österreich, Vienna 1850, I, p. 258; Nouvelle biogr. génér., V, Paris 1853, p. 319.