BEGHELLI, Giuseppe
Nato a Briga l'11 sett. 1847, studiò nel seminario di Nizza, poi nel Collegio convitto civico di Cuneo, ma per la debole vista fu costretto a interrompere gli studi. Impiegato nell'ufficio delle gabelle, nel 1866 si arruolò tra i volontari garibaldini; cominciò poi a dedicarsi, come dilettante, al giornalismo, collaborando al Buonumore e al Diavolo (cfr. E. Michel, in Diz. del Risorgimento naz., II, p. 219).
Passò poi al giornalismo politico, di orientamento democratico e repubblicano; a Torino collaborò al Ficcanaso e, in seguito, diresse. La Democrazia.Scoppiata la guerra franco-prussiana, alla fine di ottobre del 1870 raggiunse la spedizione garibaldina: col secondo battaglione della legione Tanara, sotto il comando del maggiore F. Erba, partecipò alla conquista del villaggio di Pre, nois. Prese anche parte alle tre giornate della battaglia di Talant (presso Digione), che esaltò nelle corrispondenze a L'Unità italiana e a La Gazzetta di Torino, poi nel suo libro La camicia rossa in Francia (Torino 1871).
Scritto in forma diaristica, agile, ma un po' trita, il libro riflette da una parte la stanchezza della provincia francese e la scarsa partecipazione alla guerra, dall'altra l'entusiasmo ideale dei giovani garibaldini, che finisce per configurarsi in toni antifrancesi, diffusi del resto nella sinistra mazziniana risorgimentale.
Lasciata la Francia alla fine del febbraio 1871, il B. tornò a Torino, dove assunse la direzione del Ficcanaso.La partecipazione alla guerra di Francia e l'eco delle vicende della Comune lo portarono a un accostametito a istanze internazionaliste; con intemazionalisti fu in contatto nella Federazione operaia torinese, allora costituita, che lo inviò come rappresentante al congresso delle Società operaie italiane, indetto a Roma per il 1°nov. 1871. Nelle votazioni si schierò con gli internazionalisti; poi, tornato a Torino, di fronte all'aperta rottura tra le due correnti, capeggiate dal repubblicano C. Laplace e d all'internazionalista C. Terzaghi, assunse col suo giornale un atteggiamento di mediazione, finché, reagendo agli attacchi del Terzaghi e del Proletario italiano, si riaccostò definitivamente ai mazziniani e prese addirittura una posizione di punta nella polemica antiinternazionalista.
Nel 1872 M. Quadrio, a nome del partito repubblicano, lo incaricò di scrivere una storia della Repubblica romana, mettendogli a disposizione tutti i documenti lasciati da Mazzini; altri esponenti del partito concorsero a fornirgli una copiosa documentazione. Ma il B. non aveva nessuna preparazione di storico: nella Repubblica romana del 1849 (con docc. ined. e ill., Torino 1873) le antitesi politiche sono ridotte per lo più ad antitesi morali; maggiore interesse si rivela per i dissidi interni della democrazia nel 1849, come nel giudizio sui rapporti tra la Repubblica romana e gli altri governi rivoluzionari, o sul contrasto Mazzini-Guerrazzi. Il libro non si innalza, quindi, al di sopra della memorialistica e della discussione ideologica all'intemo della democrazia repubblicana.
Il 20 sett. 1873 il B. fondò a Torino un quotidiano dal titolo L'Italia del popolo; nel gennaio 1874 fece il tentativo di impiantarlo a Roma, ma diminuitaqui la sua difflisione, probabilmente perché già vi si stampava un altro organo repubblicano, L'Emancipazione, fece ritorno nel capoluogo piemontese, dove il 12 aprile fece cessare definitivamente la sua pubblicazione. Per Il Ficcanaso e per L'Italia del popolo il B. incorse in sequestri e denunce; nel'1876, in seguito alla condanna a sei mesi di reclusione, fuggì a Parigi. Nella capitale francese cercò nuove attività, affiancando l'opera del barone Mario de Vautheleret per la costruzione della ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza. Ammalatosi, si trasferì a Nizza, dove si spense il 16 febbr. 1877.
Bibl.: M. de Vautheleret, Les avantages d'un chemin de fer économique dans la Vallée d'Aoste, Torino 1871; N. Vineis, Commemorazione di G.'B., Cuneo 1886; N. Rosselli, Mazzini e Bakounine: 12 anni di movimento operaio in Italia (1860-72), Torino 1927, p. 411; Edizione naz. degli scritti..., di G. Mazzini, Epistolario, LXXXV, pp. 97, 98, 137, 195, 263, 272; LXXXVI, pp. 196, 197, 28, 9; LXXXIX, pp. 87, 323; Appendice, pp. 417, 419; Carteggio da e per l'Italia di Marx-Engels (1871-1895), a cura di G. Bosio, in Mov. operaio, II, n. 5-6 (1950), pp. 140-149; M. Druart, Le carte G. Ferrari nel Museo del Risorg. di Milano, ibid., n. s., VII (1955), pp. 799-801; A. Romano, Storia del movim. social. in Italia, Roma 1954, II, pp. 180, 184187, 202, 256, 257, 390; III, p. 390; Bibliogr. del social. e del movim. operaio ital., Roma-Torino 1956, p. 435; O. M. Molinari, La stampa periodica romana dell'Ottocento, Roma 1963, I, p. 509.