BARBIERI, Giuseppe
Nato a Bassano il 26 dicembre 1774, studiò prima nel seminario di Treviso, poi nell'università di Padova. Nel 1808 succedette al Cesarotti, da lui grandemente amato e ammirato, nella cattedra di filologia greca e latina dell'università di Padova, cattedra soppressa nello stesso anno. Più tardi, ossia dal 1813 al 1819, insegnò diritto naturale nella stessa università. Ritiratosi poi in una sua villetta a Torreglia sui Colli Euganei, si dedicò tutto all'oratoria sacra e profana, e la sua fama salì tant'alto che parecchie città se lo contesero; il che gli diede modo di conoscere gli uomini più illustri del tempo suo, dal Monti e dal Foscolo al Manzoni. Con eloquenza calda e sincera (famosa forse fra tutte la sua orazione sulla Festa dei morti) combatté gli artifizî e altri mali vezzi dei predicatori suoi contemporanei, suscitando invidie e contrasti. Lasciata la predicazione, risalì la cattedra padovana di letteratura greca e latina. Morì a Padova il 9 novemhre 1852. Fu buon versificatote, modellando i suoi sciolti su quelli dell'Ossian del Cesarotti; meglio che altrove riuscendo nella poesia descrittiva, come testimonia il suo poemetto sulle stagioni. S. Rumor nella Bibliografia degli scrittori vicentini (Venezia 1905) rassegnò ben centoundici pubblicazioni del Barbieri, quasi tutte di assai piccola mole: lettere, orazioni, discorsi, sermoni, poesie, elogi funebri, ecc.: basti qui ricordare le Memorie sulla vita e gli scritti del Cesarotti (Padova 1810).
Bibl.: G. Baseggio, Della vita e degli scritti di G. Barbieri, Bassano 1853; I. Cantù, La vita, le opere e i critici dell'ab. G. Barbieri, Bologna 1839; G. Roberti, G. B. educatore poeta ed oratore, Bassano 1874; A. Pilot, Un episodio inedito su Don G. B., in Riv. d'Italia, XX (1917), i, p. 47 segg.