BALDRIGHI, Giuseppe
Pittore, nato a Stradella di Pavia nel 1723, morto a Parma nel 1802. Ebbe come primo maestro, in Firenze, Vincenzo Meucci; essendosi quindi recato a Parigi nel 1751, a spese del duca di Parma, si perfezionò sotto la guida di François Boucher, e fu eletto membro dell'Accademia di belle arti di Parigi, presentando una Carità romana, che dal museo del Louvre è passata alla galleria di Angers. Nominato, al suo ritorno in Parma, pittore di corte, nel 1772 venne eletto membro dell'Accademia parmense di belle arti, presentando come saggio, secondo lo statuto di questa, il dipinto che raffigura Ercole liberante Prometeo dall'avvoltoio (Parma, R. Galleria). Attorno al 1756 il B. dipinse La famiglia di don Filippo di Borbone duca di Parma, che è da considerarsi il suo capolavoro e insieme l'opera più importante della pittura parmense della seconda metà del Settecento. La galleria di Parma conserva, oltre le precedenti, le seguenti opere del B.: Ritratto di sé e della moglie, Ritratti di sé, del Callani e del Ferrari; e la pinacoteca Stuart di Parma possiede un disegno e un Ritratto del segretario Luigi Berri. Degni di menzione sono anche il Ritratto di Antonio de' Medici e l'Autoritratto nella Galleria degli Uffizi a Firenze, entrambi incisi da P. A. Pazzi. Alcuni suoi disegni si trovano nella Biblioteca palatina di Parma. Il B. fu soprattutto un abile e vivace ritrattista e, come tale, operò molto in Parma, destando ammirazione per la sua tecnica spigliata e per la sua leggiadra maniera, ove è un riflesso di quella dei grandi ritrattisti francesi del Settecento, i quali furono studiati da lui con particolare amore durante la dimora parigina.
Bibl.: S. Lottici, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia 1908; A. Sorrentino, I recenti acquisti della R. Galleria, in Aurea Parma, XII (1928), pp. 135-46.