AVANZINI, Giuseppe
Nacque a Gaino (Brescia) il 13 dic. 1753, da Michele e da Orsola Fantini, e si avviò allo stato ecclesiastico, a Salò e a Brescia, dove nel 1777 fu ordinato sacerdote.
Venuto in fama di abile matematico, il conte C. Bettoni lo accolse nella propria casa per molti anni, come collaboratore alla parte matematica delle due opere da lui date alle stampe (Pensieri sul governo dei fiumi, Brescia 1782, dove a p. 277, è riconosciuta e specificata la collaborazione dell'A.; L'uomo volante per acqua, per aria e per terra,Venezia 1784, uscito anonimo). Morto il Bettoni nel 1786, l'A. andò ad occupare la cattedra di matematica e fisica prima nel collegio di Noventa (Padova) e dal 1794 in quello di S. Marco a Padova. Frattanto era stato eletto, nel 1793, Socio pensionario dell'Accademia di Padova. Soppresso nel 1797 il collegio di S. Marco, l'A. fu nominato professore di matematica elementare nell'università della stessa città e mantenne la cattedra sino al 1801, quando, privatone per ragioni politiche, passò a Brescia come rettore e segretario dell'Accademia delle scienze, allora istituita. Nel 1803 fu chiamato a Bologna, come membro onorario e vice segretario dell'Istituto e l'anno successivo promosso membro pensionario. Nel 1806 ritornò a Padova alla cattedra di fisica generale e matematiche applicate; fu eletto nel 1813 membro della Società italiana delle scienze, detta dei XL, e passò nel 1816 all'insegnamento di calcolo sublime, succedendo a P. Cossali. Invecchiato precocemente da malattie ricorrenti, trascorse penosamente gli ultimi due anni di vita. Morì a Padova il 18 giugno 1827.
Gli studi di idrodinamica e aerodinamica molto importanti nel sec. XX in relazione specie agli sviluppi dell'aviazione, erano al principio del sec. XIX quasi ai margini della ricerca scientifica; il conseguente scarso interesse dei contemporanei per l'opera dell'A., dedicata tutta a quegli studi, amareggiò la vita dello scienziato, che sentiva molto di sé. Convinto che i progressi fino allora ottenuti nella dinamica dei fluidi fossero ben scarsi, perché s'era voluto "tutto ottenere o con la sola teoria o col solo esperimento", mentre la teoria non può dare le leggi della resistenza dei fluidi in moto per l'estrema complessità del fenomeno e l'esperimento dà risultati validi solo per i casi specifici sperimentati, l'A. tentò d'integrare la teoria con esperimenti atti a fornire gli elementi che semplificassero il calcolo conservando alla teoria la generalità. Questo indirizzo moderno d'indagine è un merito dell'A. e gli consentì di raggiungere risultati particolari ancor oggi validi.
In una memoria letta all'Accademia di Padova nel 1793 (Nuove ricerche sulla resistenza de' fluidi, in Saggi scientifici e letterari dell'Accad. di Padova,III, 2, Padova 1794, pp. 96-113) l'A. dimostrò sperimentalmente che la resistenza incontrata da una lastra in moto nell'aria e inclinata sulla direzione di moto è maggiore in una delle sue metà che nell'altra, onde il centro di spinta non coincide col centro di figura, ma è spostato rispetto a questo verso il bordo colpito prima dal vento. In memorie successive l'A. dimostrò che la teoria newtoniana della resistenza dei fluidi dà il centro di spinta soltanto per la resistenza diretta, cioè nel caso che la lastra sia perpendicolare alla direzione del moto; sperimentò abilmente sulla resistenza dei liquidi al moto dei corpi in essi totalmente o parzialmente immersi, mediante lastre mosse in un lungo canale ripieno d'acqua, progenitore delle moderne "vasche" sperimentali. Confermò con queste ricerche anche per il moto nei liquidi la legge di spostamento del centro di spinta (detta ancor oggi, da qualche autore, legge di Avanzini),enunciò nuove leggi e le applicò allo studio di casi particolari.All'ariete idraulico, macchina di sollevamento dell'acqua, costruito da G. M. Montgolfier nel 1794 e da lui descritta nel 1802, l'A. dedicò studi teorici, in polemica con V. Brunacci. Questi aveva tentato una teoria matematica della nuova macchina in un Trattato dell'ariete idraulico (Milano 1810), di cui l'A., pronto alla polemica, criticò la parte matematica. La critica, pur avendo contribuito a far mutare l'impostazione matematica nella seconda edizione del trattato (Milano 1813), spiacque al Brunacci e lo indusse a replicare con un'anonima Lettera a un dilettante di fisica (Milano 1811), troppo severa nei confronti dell'A., il quale, accettato l'arbitrato proposto dal Brunacci e impedito dalle autorità, riprese la questione in un'organica trattazione (Opuscoli dell'abate G. A.... intorno alla teoria geometrica dell'ariete idraulico, Padova 1815) e in successive note, per concludere che anche le nuove formule del Brunacci erano fallaci e vere le proprie: nel fatto entrambe le teorie rimasero lodevoli sforzi personali d'interesse storico.
Tra gli altri scritti dell'A. citiamo: Nuove ricerche dirette a rettificare la teoria della resistenza de' fluidi e le sue applicazioni, in Mem. d. Ist. naz. ital.,classe di fisica e matematica, I, 1 (1806), pp. 199-331; II, 1 (1808), pp. 185-225; Osservazioni e sperienze sopra la teoria della resistenza de' fluidi di Giorgio Juan, ibid.,II,1 (1808), pp. 241-274; II, 2 (1810), pp. 59-120, 321-339; Sopra un paradosso a cui porta la teoria della resistenza de' fluidi dell'Alembert, in Mem. d. Accad. di scienze, lettere ed arti di Padova, Padova 1809, pp. 289-293; Appendice alle nuove ricerche dirette a rettificare..., Padova 1811 (è lo scritto che inizia la polemica col Brunacci); Supplemento alla memoria sopra la vera legge dell'urto de' fluidi contro ostacoli mobili, Padova1813; Sopra la pressione dell'acqua corrente per lunghi tubi, in Nuovi saggi d. Cesarea-Regia Accad. di scienze, lettere ed arti di Padova, I(1817), pp. 230-248.
Bibl.: V. De La Casa, G. A., Padova 1827 (con elenco degli scritti); A. Meneghelli, Cenni biografici degli accademici di Padova…, in Nuovi saggi d. Imperiale R. Accad. di scienze, lettere ed arti in Padova, III(1831), pp. 14-17; G. B. Fantonetti, G. A., in Mem. d. Imperiale R. Ist. d. Regno Lombardo-Veneto,V, Milano 1838, pp. 42 s.; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, IV, Venezia 1837, pp. 27-31; R. De Villamil, The Laws of Avanzini. The Laws of planes moving at an angle in air and water,New York 1912; Enciclopedia Italiana, V, p. 604; J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch..., I, col. 77.