COSTANZO, Giuseppe Aurelio
Nato a Melilli (Siracusa) il 6 febbraio 1843, prese parte ai rivolgimenti del'60 a Siracusa, fece gli studî a Napoli, interrotti dal servizio militare e dalla caccia ai briganti di Calabria. Un libro di Versi, edito a Napoli nel 1869, gli diede un'improvvisa celebrità. Insegnò letteratura italiana nella Scuola normale di Cosenza, e, dal 1880, nell'Istituto superiore di magistero femminile a Roma, di cui fu poi direttore sino alla morte, avvenuta il 14 luglio 1913. Nei versi giovanili e nel poemetto lirico autobiografico Un'anima (1872), il C. è un poeta idillico e soave, d'affetti teneri e gentili. Ma negli Eroi della soffitta (1880), egli divenne il ribelle cantore degli spostati, dei "refrattarî", delle vittime dell'ingiustizia sociale. Questo poemetto, che gli diede popolarità, è materiato di generose intenzioni, che non sempre si traducono in luminose intuizioni estetiche. Le più belle poesie del C. si debbono cercare tra le liriche della maturità: poesie dense di meditazione sugli eterni problemi della natura e dello spirito, meditazione che si fonde col sentimento e agita la fantasia.
Bibl.: G. A. Costanzo, Limpida vena, poesie scelte da G. Natali, con introduz. e bibl., Piacenza 1914; V. Vivaldi, Studio bio-bibliogr. su G. A. C., Trani 1894; B. Croce, La lett. d. nuova Italia, I, Bari 1914, pp. 230-40.