ARTALE, Giuseppe
Uomo d'armi e di lettere, stranissimo per natura, fu portato, in quelle alle più strabilianti prove d'eroismo, in queste ai più arrischiati eccessi cui sia mai venuta la poesia secentistica. Nato a Mazzarino in quel di Caltanissetta nel 1628, a quindici anni sostenne il primo dei suoi innumerevoli duelli, e uccise l'avversario. Mortigli di lì a qualche anno i genitori, volle uscir di patria a tentar fortuna: s'imbarcò per Candia, allora assediata dai Turchi, e vi si distinse per tanto valore, che fu nominato cavaliere dell'Ordine costantiniano di S. Giorgio. Ritornato in Occidente, percorse l'Europa, dando saggi della sua insuperabile valentia di spadaccino e acquistandosi l'amicizia e la protezione di principi e sovrani, tra i quali Ernesto di Brunswick e l'imperatore Leopoldo; in Germania fu notissimo col nome di "cavaliere sanguinario" (der blutgierige Ritter). Né mai smise di poetare, pur tra il fragore dell'armi e i dolori della podagra che l'afflisse negli ultimi anni della sua vita, finita a Napoli nel 1679. L'A. compose liriche in gran numero, raccolte nella prima e nella terza parte dell'Enciclopedia poetica (edizione definitiva, Napoli 1679), una tragedia di lieto fine, La guerra tra vivi e morti, e un romanzo, Il Cordimarte, che ne formano la seconda parte; e inoltre La Pasife, ossia l'impossibile fatto possibile, dramma musicale (Venezia 1661) e La bellezza alterata, elegia in sesta rima per la peste di Napoli del 1646 (Venezia 1661).
Bibl.: Mongitore, Biblioth. sicula, I, pp. 371-72; G. Mazzuchelli, Scrittori d'Italia, I, p. 1143-4; B. Croce, Saggi sulla letterat. ital. del Seicento, Bari 1911, pp. 422, 427-28, 430; G. Interligi, Studio su G. A. poeta, drammaturgo, romanziere del sec. XVII, Catania 1921.