APPIANI, Giuseppe
Nato presumibilmente nel 1701 a Porto presso Milano, fu notevole affrescatore. Si recò dalla Lombardia in Germania nella prima metà del sec. XVIII, fu a Monaco e in Svizzera dove lavorò con un suo parente (forse suo fratello), lo stuccatore Francesco Appiani. Nel 1732 Giuseppe A. eseguì affreschi firmati nella residenza "Zur Schipf" a Herrliberg sul lago di Zurigo. Nel 1745 sposò a Magonza Apolonia Cronebergerin: da quell'epoca deve aver avuto residenza abituale a Magonza.
Dal 1748 al 1751 l'A. lavorò soprattutto nella zona del lago di Costanza. Là dipinse i soffitti della chiesa capitolare cattolica (ora distrutta) della città di Lindau, di quella dell'Ordine teutonico in Althausen, nella cappella della Santa Croce a Oberdorf presso Dingelsdorf e probabilmente nello stesso periodo di tempo eseguì le pitture per i soffitti dello scalone e della sala delle feste del nuovo castello di Meersburg. Nel 1750 dipinse in Obermarchtal il refettorio dell'afiora convento e nel 1752 (?) la sala per le feste del castello Seehof vicino a Bamberga. Nel 1755 si conservano a Magonza le pitture sul soffitto e nelle pareti di S. Pietro, restaurate più volte. Nel 1757-58 fondò nella stessa città un'accademia di pittura che diresse fino alla morte.
Nel 1759-60 l'A. soggiornò in Svizzera, dove dipinse nel duomo di Arlesheim, costruito dal Bagnato, un soffitto con affreschi particolarmente pregevoli rappresentanti la Glorificazione, l'Annunciazione e l'Assunzione di Maria (l'affresco con l'Assunta è firmato "Iosephus Appiani pinxit anno 1760); la Cena e la Lavanda dei piedi, sulle pareti del coro, più scadenti, sono probabilmente opere della sua bottega. Nel 1763-65 l'A. dipinse in Meersburg il soffitto della cappella dell'ex seminario ecclesiastico. Nel 1764-69 eseguì il vasto ciclo di Vierzehnheiligen, dove compì gli affreschi della cupola (I 14 santi salvatori), del coro (Natività di Cristo), degli altari laterali (Sogno di Giacobbe e Roveto ardente di Mosè), come pure diverse pale d'altare, che nel sec. XIX furono sostituite da altre. Per la maggior parte distrutte sono le ventotto pitture del soffitto e delle pareti della chiesa di S. Michele a Würzburg eseguite dall'A. nel 1775. A Camberg, presso Wiesbaden, nel 1780-81 eseguì degli affreschi per la chiesa parrocchiale del luogo, nel 1783 decorò la chiesa del convento (demolita 1802) di Heidenfeld. Pittore della corte di Magonza, l'A. morì nel 1785 o 1786, a Triefenstein in Franconia, dove nel 1784 o 1785 aveva iniziato la decorazione della chiesa del monastero (la notizia, da un manoscritto di J. G. Scharold, conservato nella biblioteca dell'università di Würzburg, è riportata dal Leitermann, p. 4).
La notizia errata che l'A. abbia operato a Saarbriicken è dovuta a una confusione fatta dal Nagler con la chiesa dei gesuiti di Magonza (v. W. Zimmerrnann, Die Kunstdenkmäler der Stadt und des Landes Saarbrücken, Düsseldorf 1932, p. 188). L'A., per quanto fortemente influenzato dal Tiepolo, è una personalità artistica autonoma. La robusta coloritura della sua pittura e il tratto nervoso del suo disegno conferiscono alle sue opere una vivacissima forza di espressione. Mentre le sue opere principali (Arlesheim e Vierzehnheiligen) appartengono ancora completamente allo stile rococò, nelle pitture più tarde (Wiirzburg, chiesa di S. Michele) si percepisce un irrigidimento presago di classicismo.
Fonti e Bibl: Würzburg, Biblioteca dell'Univ., J. G. Scharold, Materialen zur Würzburg fränkischen Kunstgeschichte, ms. M.ch. f. 630 (1810-15), fol. 97 v.; DieBau- und Kunstdenkmäler des Regierungsbezirks Wiesbaden, III, Lahngebiet, a cura di F. Luthmer, Frankfurt 1907, p. 133; Die Kunstdenkmäler des Königreichs Bayern, III, Regierungsbezirk Unterfranken und Aschaffenburg, XII, Stadt Wiirzburg, a cura di F. Mader, München 1915, p. 276; M. Scheffold, Kloster Obermarchtal, Augsburg 1927, p. 20; H. Ginter, Südwestdeutsche Kirchenmalerei des Barock. Die Konstanzer u. Freiburger Meister des 18. Jahrhunderts, Augsburg 1930, P. A; H. Leitermam, Joseph A., Kurfürstlich. Hofmaler und Akademiedirektor. Ein Beitrag zur Geschichte des 18. Jahrh.s in Mainz und Süddeutschland, in Mainzer Zeitschrift, XXX(1935), pp. 1-31; H. Eckstein, Vierzehnheiligen. Berlin 1939, pp. 93 s.; L'opera del genio ital, all'estero, E. Lavagnino, Gli artisti in Germania, III, I pittori e gli incisori, Roma 1943, pp. 100-107, 159; H. Landolt-Th. Seeger, Schweizer Barockkirchen,Frauenfeld 1948, pp. 91, 93, 114, 130, tavv. 134-137; H. Tintelnot, Die Barocke Freskomalerei in Deutschland, München 1951, pp. 169, 302, 304, 312; H. Mayer, Die Kunst des Bamberger Umlandes, I, Die Kunst im alten Hochstift Bamberg und seinen nachsten Einflussgebieten, Bamberg 1955, pp. 91, 239, 274, 276; A. Kastner, Das neue Schloss in Meersburg,Lindau-Konstanz 1955, pp. 40, 47; J. J. Morper, Die Wallfahrtskirche Vierzehnheiligen, München-Zürich 1959, pp. 7, 10, 17; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, II, p. 42; Schweizerisches Künstler-Lexikon, I, p. 43. Per Francesco A. v. L'opera del genio ital. all'estero, F. Hermanin, Gli artisti in Germania, II, Gli scultori, gli stuccatori, i ceramisti, Roma 1934, pp. 30, 64.