PAPA, Giuseppe Antonio Leandro (Gualtieri di San Lazzaro)
– Nacque a Catania il 29 gennaio 1904, primogenito di Marcello e di Francesca Rapisarda.
Ancora bambino, lasciò la Sicilia insieme al padre, maresciallo maggiore del Corpo della Regia guardia, per stabilirsi prima a Venezia, poi a Parma e infine a Roma. In una nota biografica degli anni Settanta (Milano, Università degli Studi, Fondo Gualtieri di San Lazzaro e Maria Papa) si dichiarava «senza studi». A Roma frequentò la ‘terza saletta’ del Caffè Aragno e il Teatro degli Indipendenti. La sua formazione, dunque, avvenne nelle redazioni dei giornali e frequentando l’ambiente letterario romano. Anton Giulio Bragaglia pubblicò due racconti di Papa, nel 1921, sulla rivista Cronache d’attualità (luglio e novembre 1921), che compaiono già con lo pseudonimo Gualtieri di San Lazzaro. In quel periodo Papa fu cronista giudiziario per Il Messaggero.
Nel 1924 lasciò Roma per trasferirsi a Parigi, dove conobbe Léopold Zborowsky che lo incaricò di dirigere una rivista artistico-letteraria a cui fu dato, in omaggio alla rivista di Bragaglia chiusa dal 1922, il nome di Chroniques du jour. Per questa ragione il primo numero, nel 1925, figurava come settimo anno di edizione, vera e propria continuazione parigina delle sei annualità delle Cronache d’attualità. A partire dal 1928, interrotta la prima serie, fondò le edizioni Chroniques du jour. La rivista riprese le pubblicazioni, in una nuova veste, nel 1929. Sempre nel 1928 sposò, a Parigi, Rasha Segal, con la quale non ebbe figli.
Nel panorama dell’editoria fra le due guerre, le edizioni Chroniques du jour contribuirono all’invenzione del libro d’arte di pregio destinato al collezionismo. Come scrive Papa stesso, «mi è parso di fare della monografia non un oggetto di studio ma di godimento. Il libro, secondo me, doveva entusiasmare, come una bella esposizione» (San Lazzaro, Un editore italiano a Parigi: San Lazzaro, in Bollettino della Galleria del Milione, XII (1934) pp. n.n.). Nel 1938 fondò XXe Siècle, di cui pubblicò quattro numeri fino al 1939. Con questa rivista, nata con la protezione di Wassilij Kandinsky, conosciuto nel 1930, Papa trasformò il genere della rivista d’arte inserendo al suo interno, su suggerimento dello scultore Hans Arp e con l’appoggio di Alberto Magnelli, litografie originali, che permettevano di costituire una collezione di opere d’arte a prezzi accessibili in una raffinata cornice bibliografica. Nella seconda edizione del romanzo autobiografico Parigi era viva, nel 1966, affermava che fosse venuto «il momento di occuparsi degli artisti d’avanguardia, trascurati da Zervos, troppo legato al cubismo. Voglio sostenere l’astrattismo, che sarà l’arte di domani, dopo la sconfitta del nazismo» (pp. 177-178). Ciononostante, San Lazzaro riuscì a non fare di XXe Siècle una rivista di tendenza, promuovendo l’arte contemporanea in continuità con le avanguardie storiche.
Papa affiancò all’attività editoriale una contenuta produzione letteraria e una intensa attività giornalistica: per un breve periodo (1935-36) suoi articoli comparvero su Emporium e su La Fiera letteraria, mentre per tutto il decennio collaborò regolarmente con articoli alla Gazzetta del popolo di Torino.
Nel 1943 rientrò a Roma, stabilendosi in un appartamento di via Gregoriana, condiviso per pochi mesi con Giorgio De Chirico. Nel corso dei sei anni in cui nuovamente visse a Roma si sviluppò la sua attività letteraria. Oltre alla direzione di Espresso, edizione pomeridiana de Il Tempo di Roma, poi della terza pagina de Il Tempo, e alla collaborazione con Omnibus, risale a questo periodo la pubblicazione dei suoi libri più importanti.
Il primo, Cinquant’anni di pittura moderna in Francia (Roma 1945), è la lunga cronaca della pittura a Parigi dalla fine dell’Ottocento all’École de Paris. Due anni più tardi, su invito di Orio Vergani, una silloge di suoi articoli di costume dedicati alla vita parigina nei primi anni di guerra diede vita al volume Parigi era morta (Milano 1947), seguito a breve distanza dalla sua opera letteraria più importante, il romanzo autobiografico Parigi era viva (Milano 1948) gratificato dal premio Bagutta Opera prima del 1949. Scritto fra il 1945 e il 1948, Parigi era viva, come raccontò San Lazzaro stesso in una lettera all’amico Raffaele Carrieri, è la «storia della mia esistenza parigina, dal 1924 alla caduta di Parigi. È una specie di romanzo nel quale si incontrano alcuni personaggi autentici: Soutine, Picasso, Matisse, Cardarelli, Aniante, Vollard, Zborowsky, Max Jacob, Paul Morand, De Chirico, Kandinsky ecc. I personaggi principali sono però Silvio (io) Celia e Giovanni (l’amico di tutti i giorni). Attraverso un caso particolare ho voluto in questo libro raccontare la storia della nostra generazione» (in Nicoletti, 2014, p. 98). Papa è infatti scrittore e testimone diretto, che con la lingua piana del cronista restituisce attraverso aneddoti e ritratti d’ambiente l’atmosfera e il carattere dei principali protagonisti della vita artistica parigina, da Pablo Picasso ad Hans/Jean Arp a Henri Matisse, fra i molti.
Nel 1949 tornò a Parigi, interessandosi del commercio di opere d’arte – importante il suo ruolo nella formazione della collezione di Vittorio De Sica e per le collezioni Cavellini, Jucker e Mattioli – inviando cronache artistiche da Parigi per Il Tempo e per Spazio di Luigi Moretti.
Nel 1951 morì la moglie. Nello stesso anno era uscito il primo numero della nuova serie di XXe Siècle. Nel frattempo si era affermato il ruolo di Papa come tramite negli scambi fra Italia e Francia, specie grazie al sodalizio con il gallerista Carlo Cardazzo. In quel contesto, in particolare, San Lazzaro organizzò presso le gallerie del Naviglio, del Cavallino e Selecta le mostre dell’opera grafica di Kandinsky (1951), Sonia Delaunay (1956), Henri Michaux (1956), Arp (1957), Serge Poliakoff (1957 e 1958) e Frans Krajcberg (1962). Importante, poi, il ruolo di Papa come mediatore nella vendita da parte di Cardazzo ai musei di Francia del sipario dipinto da Picasso nel 1917 per il balletto Parade di Erik Satie. Nello stesso periodo pubblicò due brevi saggi su Modigliani (Modigliani, Paris 1953; Modigliani. Ritratti, Milano 1957) e una importante monografia Klee. La vie et l’œuvre (Paris 1957) edita poi in traduzione inglese (London 1957; New York 1957), tedesca (München 1958) e in italiano (Milano 1960).
Nel 1958 sposò la scultrice polacca Maria Rostkowska (non ebbero figli) e l’anno successivo aprì, nella redazione di XXe Siècle, una galleria d’arte. Fra le principali esposizioni si segnalano: Giuseppe Capogrossi (1961), Lucio Fontana (1965) e le due edizioni de Le relief (1960, 1962). Alla metà degli anni Sessanta si colloca per San Lazzaro un ritorno alla letteratura: dopo essersi affermato come editore, tentò di consolidare la sua immagine di scrittore.
Di particolare interesse, in questa fase, la riscrittura di Parigi era viva (Milano 1966) che amplia l’arco cronologico del racconto fino al 1964. Non ebbe la stessa fortuna editoriale il successivo romanzo, Un inverno a Parigi, uscito in edizione di lusso corredato da undici incisioni di Franco Gentilini (Milano 1967).
Nel 1969 cedette la società XXe Siècle all’imprenditore-editore americano Léon Amiel, mantenendo la direzione della rivista, e nel 1971 chiuse la sede della galleria. Frattanto, insieme a Herbert Read e Patrick Waldberg aveva lavorato a L’opera completa di Marino Marini (Cinisello Balsamo 1970). Pubblicò altri due romanzi: L’aglio e la rosa (Milano 1971) e L’uomo meraviglioso (Milano 1971). Nel 1973, durante una lunga convalescenza ospedaliera, scrisse al dittafono il romanzo autobiografico epistolare Lettere non recapitate, rimasto inedito (Milano, Università degli Studi, Fondo Gualtieri di San Lazzaro e Maria Papa).
Papa morì a Parigi il 7 settembre 1974.
Fonti e Bibl.: Milano, Università degli Studi, Centro APICE (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale), Fondo Gualtieri di San Lazzaro e Maria Papa. L.P. Nicoletti, Gualtieri di San Lazzaro. Scritti e incontri di un editore d’arte a Parigi, Macerata 2014.