BERNABEI, Giuseppe Antonio
Nato a Roma nel 1659, si dedicò giovanissimo allo studio della musica sotto la guida del padre Ercole, rivelando ottime qualità di organista e compositore. Dal 1675 al 1677 fu organista del secondo coro all'oratorio del SS. Crocifisso in S. Marcello a Roma, dove fin dal 1672 aveva cominciato a far eseguire alcuni suoi oratori. Di particolare importanza furono quelli eseguiti nel giubileo del 1675: Il cielo nato (22 marzo) e La Santissima Croce ritrovata da s. Elena imperatrice (5 aprile). Da quello stesso 1675 il B. figura anche corne organista alla chiesa di S. Luigi de' Francesi. Nel 1677 fu chiamato a Monaco, dove il padre si trovava fin dal 1674; con un decreto del 12 luglio dello stesso anno venne nominato vice-maestro di cappella, con lo stipendio di 1080 fiorini. Alla morte del padre (dicembre 1687), per i meriti acquisiti con le sue composizioni sacre e profane, il B. gli successe nella carica di maestro di cappella e consigliere di corte, ricevendo lo stipendio di 1483 fiorini (decreto del 16 genn. 1688).
Quando nel marzo 1692 il principe elettore Massimiliano II Emanuele si recò a Bruxelles, il B. rimase a Monaco con una parte dell'orchestra e non interruppe la sua attività: anzi fu in quel periodo che fece eseguire la sua migliore produzione religiosa, coadiuvato dal fratello Vincenzo. La sua permanenza a Monaco, tuttavia, non fu priva di amarezze e di difficoltà: nel 1693 rivolse all'amministrazione di corte una protesta in cui, ricordando i meriti del padre e suoi, chiedeva un giusto riconoscimento per le sue fatiche e supplicava che gli venisse concessa una licenza "con quelle grazie e vantaggi" elargiti ad A. Steffani (verso il quale era evidente la la sua rivalità). In realtà, il diverso trattamento che la corte bavarese - sia pure non molto generosa con i suoi maestri - aveva usato a riguardo dello Steffani era dovuto al fatto che questi, oltre che musicista, era anche abile diplomatico, e più di una volta aveva reso in tal senso notevoli servigi all'elettore. Il B. riuscì, comunque, ad avere soddisfazione, e la sua richiesta fu esaudita con decreto del 10 ott. 1695.
Nel campo della produzione teatrale il B. dette prova di grande versatilità. Sue sono le seguenti opere, tutte rappresentate a Monaco, di cui alcune su libretto di V. Terzago: Alvilda in Abo (10 febbr. 1678), Enea in Italia (gennaio 1679), L'Ermione (11 luglio 1680), La Dori overo la schiava fedele (testo già musicato da M. A. Cesti e modificato dal Terzago, 1680), Giulio Cesare ricovrato all'ombra natalizia di Massimiliano, Emanuele (" torneamento" per il diciottesimo compleanno dei principe, 1680); su libretto di F. R. Sbarra: L'Ascanio in Alba (1686); su libretto di L. Orlandi: La Gloria festeggiante (" introducimento dramatico musicale al torneo", 18 genn. 1688), Diana amante (con un ballo musicato da M. d'Aredespin o da A. Steffani, 1688), Venere pronuba (" serenata",1688), Trionfo d'Imeneo (1688), Segreto d'amore in petto del savio e Vaticinio di Apollo a Diana (entrambe del 1690). Nel 1691 fu eseguito a Vienna (Eitner) un suo "trattenimento musicale", La Fiera; nel 1696 a Torino venne rappresentata L'Amazzone corsara, ovvero Alvilda, regina dei Goti. Per il centesimo anniversario della chiesa di S. Michele a Monaco il musicista compose nell'anno successivo il dramma sacro San Michele.
Il B. subì anch`egli in parte le ripercussioni che la guerra di successione di Spagna aveva sulla corte bavarese (dal 1704 al 1714 l'elettore fu costretto ad abbandonare i suoi stati). Il 21 maggio 1708 gli venne notificato un ordine di licenza per la interruzione del servizio alla cappella bavarese, ma fino al 1714 gli fu corrisposto ugualmente uno stipendio, ridotto però a 600 fiorini; nel 1715 egli venne reintegrato nella sua carica di maestro di cappella. In questo periodo si rivolse particolarmente alla musica sacra: di quegli anni si ricordano qui soltanto qua ttro composizioni scritte per i gesuiti di Monaco, inserite nel primo e secondo volume del Theatrum affectuum humanorum sive considerationes morales ad scenam accomodatae…, a quattro voci con strumenti, di F. Lang, stampati a Monaco nel 1717, e un'Egloga pastorale, rappresentata a Monaco nel 1726 (secondo il Rudhart, che gliela attribuisce).
Il B. mori a Monaco il 9 marzo 1732.
Abile contrappuntista e compositore, egli fu emulo del padre nello studio del contrappunto e seppe recare alla musica ecclesiastica nuovi ed eccellenti contributi, rivelando nelle sue composizioni non soltanto abilità armonica e arte singolare nel canone e nella fuga, ma accentuando il valore della melodia e conferendo alla parola la sua espressione più viva ed efficace. Assistette, nella sua lunga vita, al rilassamento che si verificò nella musica religiosa, ma riuscì ad evitare ogni influsso negativo derivato da una tendenza stilistica viziata da eccessivi artifici, e seppe rispettare con un certo rigore le antiche regole della polifonia classica. A dimostrazione della sua abilità ed eleganza in questo campo, si possono citare un canone "trinus in uno diapente et diapason ", Hostias et preces tibi - tratto dalla messa da requiem - nel primo volume dell'Arte pratica di contrappunto… (Venezia 1765, pp. 158 ss.) di G. Paolucci, e due composizioni nel secondo volume dell'Esemplare o sia saggio fondamontale pratico di contrappunto fugato (Bologna 1775) di G. B. Martini (rispettivamente a pp. 127-134 e a pp. 251-264): Agnus Dei a quattro voci (tratto dalla messa a quattro voci Laudate cum laetitia, qui fuistis in tristitia) e la fuga a sette voci sull'antifona Ave Regina coelorum, composizione rara in tal numero di voci, come scrive il Martini. Della grande produzione sacra del B. furono stampati, ai suoi tempi, soltanto: un motetto, Exurgat Deus per due canti e alto, inserito nella raccolta Scelta di Mottetti sacri… da diversi eccellentissimi autori, compilata da G. B. Caifabri nell'anno del Giubileo, Roma 1675 ("per il Soccessore del Mascardi"); dodici sinfonie dal titolo: Orpheus Ecclesiasticus Symphoinias varias commentus Leopoldo I Caesari Augustissimo…, Augustae Vindelicorum, typis J. Koppmayr, 1698; e Sex Missarum brevium cum una pro defunctis. Liber primus a 4 vocibus conc. 4 Rip. 2 Violinis, 2 Violis & Violone ad libitum, cum duplici Basso continuo…, Augustae Vindelicorum, sumptibus Georgii Schlüter & Martini Happach, typis J. Ch. Wagneri, 1710 (è interessante notare che nella dedica dei basso il B. è chiamato "celeberrimo "). Numerose composizioni sacre a più voci e con strumenti, cantate, duetti da camera, arie., ecc., rimangono manoscritte nelle principali biblioteche italiane e straniere; particolarmente ricche di opere del B. sono la Bibl. del Liceo mus. di Bologna, la Bayerische Staatsbibl. di Monaco, la Proskesche Musikbibl. di Ratisbona e la Oesterreichische Nationalbibliothek di Vienna; la Santini-Bibliothek im Bistumsarchiv a Münster possiede del B. i seguenti pezzi sacri: Te Deum a otto voci con organo, Popule meus, Alleluia, Verbum caro,tutti a quattro voci, e Messa a tre voci (due tenori e basso) con l'organo.
Fu musicista anche il già ricordato fratello Vincenzo, nato a Roma intorno al 1666. Anch'egli allievo del padre, dopo una probabile prima attività musicale a Roma, si trasferì col B. (e forse con le sorelle Flavia Anna Cecilia e Florentina) a Monaco, dove fu assunto come organista nella cappella di corte il 1° apr. 1685. Mantenne questo incarico per molti anni, mentre contribuiva con le sue composizioni al repertorio della cappella.
Morì a Monaco nel 1690.
Vincenzo fu autore di opere teatrali: Il Torneo (Monaco 1688) e L'Eraclio (Vienna 169o); sull'attribuzione dell'ultima vi sono però alcuni dubbi poiché è stata assegnata dall'Eitner anche al fratello. Gli viene attribuita un'opera rappresentata a Vienna (nel 1687 o 1689), Gli equivoci in amore, su libretto di G. Teofili. Delle diverse composizioni religiose manoscritte si ricordano: Introitus a più parti con accompagnamento di organo, Responsori a quattro voci, tre viole, due violoncelli, violino e organo, due Messe, Inni, Offertori, Salmi per coro e strumenti, quattro Ave Regina a quattro voci e organo, due Salve Regina, Stabat Mater a quattro voci e organo (Monaco, Staatsbibliothek) e Alma Redemptoris a tre voci in canone (Dresda, Archiv der katholischen Kirche).
Fonti e Bibl.: F. M. Rudhart. Geschichte der Oper am Hofe zu München, I, Die italienische Oper von 1654-1787, Freising 1865, pp. 62 ss., 70 s., 80 s., 84, 85 (per Vincenzo), 88, 90, 95, 97, 113, 119, 191; G. Gaspari, Catal. della Bibi. del Liceo music. di Bologna, I, Bologna 1890, p. 285; II, ibid. 1892, pp. 40, 218, 338, 344, 352, 380, 389; III, ibid. 1893, pp. 4, 6, 96, 199; IV, ibid. 1905, pp. 85, 181; Archivalische Excerpte über die herzoglich bayer. Hofkapelle aus dem Nachlasse des kgl. Custos Yul. Fos. Maier zusammengestellt von dem Redakteur des Jahrb., in Kirchenmusikalisches Jahrbuch, XVI(1891), pp. 75 s.; J. Killing, Kirchenmusikalische Schatze der Bibl. des Abbate Fortunato Santini, Düsseldorf s. a. (ma 1910), p. 478; R. De Rensis, E. B…, Roma 1920, pp. 18 s., 30; A. Liess, Materialien zur römischen Musikgesch. des Seicento, in Acta musicologica, XXIX(1957); 1, pp. 138 ss., 151, 154-157, 169; Ch. Burney, A general history of Music…, New York 1957, p. 418; H. WesselyKropik, Lelio Colista…, Wien 1961, pp. 48, 62 s., 80; F. J. Fétis, Biographie univ. des Musiciens, I, Paris 1860, p. 367; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 674; A. Loewenberg, Annals of Opera, 1597-1940, II, Genève 1955, p. 78 (1686. col. 40); Encicl. dello Spett., II, col. 346; Die Musik in Gesch. und Gegenwart, I, coll. 1772 ss.; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I. Graz 1959, pp. 465 s.; Id., Bibliographie der Musik. Sammelwerke des XVI, und XVII, Jahrhunderts, Hildesheim 1963, pp. 291, 414; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963. p. 248.