ANTINORI, Giuseppe
Nacque a Perugia il 31 marzo 1776 da Girolamo e da Anna Raffaelli. Studiò dapprima nel collegio Tolomei di Siena, dove gli fu maestro di filosofia e matematiche V. Lampredi, e durante il soggiorno in questa città entrò a far parte dell'Accademia senese degli Intronati (1794). Nel 1795, per seguire i corsi di diritto civile e canonico dell'Accademia ecclesiastica, si trasferì a Roma e qui si associò all'Accademia dei Forti e a quella degli Esquilj, ma soprattutto frequentò l'Arcadia, nella quale assunse il nome di Bargilide Scilleo ed ebbe posto fra i dodici Colleghi. Nel 1798 aderì alla Repubblica romana e, sebbene avesse soltanto ventidue anni, invece dei venticinque richiesti dalla legge, fu nominato tribuno. Fece parte anche della conimissione tribunizia della pubblica istruzione e fu associato alla classe di belle lettere dell'Istituto nazionale fondato dai Francesi, Nel 1799 cessò per sorteggio il suo tribunato e fu nominato amministratore dipartimentale del Trasimeno, professore di poetica e mitologia nell'università di Perugia. Tornò quindi nella città natale nel luglio 1799, ma la conquista di Perugia da parte degli Austroaretini e la conseguente caduta dell'amministrazione giacobina gli impedirono di prendere possesso delle cariche. Sebbene non dovesse subire vendette da parte dei suoi avversari politici, fu costretto a rimanere in disparte e, dopo aver sposato il 5 maggio 1801 Celidora Alfani, si trasferì nel castello di Serra Brunamonte, presso Gubbio. Qui si dedicò ad alcune ricerche erudite sul soggiorno di Dante Alighieri presso un presunto antenato della madre, Bosone Novello de Raffaelli da Gubbio, e attese alla traduzione in prosa e in versi degli Idilli di Salomone Gessner.
In questa versíone, pubblicata a Perugia nel 1807 e a Firenze nel 1820, si servì di una prosa pesantemente classicheggiante, che fa torto all'arcadica grazia dell'originale, mentre nella esasperata ricerca della varietà metrica mancò spesso di fedeltà: l'opera è pur sempre però una delle migliori traduzioni italiane del poeta tedesco.
L'A. tornò a Perugia nel novembre del 1805 e nel luglio successivo fu nominato vice custode dell'Arcadica Colonia Augusta, alle cui adunanze adibì un salone del suo palazzo. Si dedicò in questo periodo ad una copiosa produzione poetica, "lodevole per castigatezza e garbo, più assai che per fantasia e nerbo" (Mazzoni), e fu associato a numerosissime accademie. Al ritorno dei Francesi nel 1809, si reinseri nella vita politica ed ebbe la carica di aggiunto al maire di Perugia. Nel dicembre del medesimo anno fu inviato in missione a Roma con l'avvocato A. Brizi per difendere gli interessi del territorio perugino al quale si volevano sottrarre alcune zone periferiche. A Roma gli fu assegnata il 6 genn. 1810 la carica di segretario generale della prefettura dipartimentale del Trasimeno. L'8 giugno dello stesso anno fu nominato, in collaborazione con l'abate G. Colizzi, rettore dell'università perugina, con l'incarico di riformare l'ordinamento degli studi; nel 1811 gli fu assegnata anche la cattedra di letteratura italiana. Sia il rettorato sia l'insegnamento gli furono confermati dalle restaurate autorità pontificie, avendo egli totalmente rinnegato i suoi trascorsi giacobini e avendo, del resto, mantenuto sempre un atteggiamento moderato. I rigidi schemi classicisti, cui l'A. si attenne sempre nell'insegnamento, continuamente polemizzando con la "moderna scuola" romantica, caratterizzano anche la sua poesia, nella quale assai raramente è dato rilevare una nota di originalità; tra i suoi migliori componimenti meritano di essere comunque ricordate le commemorazioni in versi del Monti, del Perticari e dell'Anguilleri. Il 4 ag. 1821 rinunziò alla carica di rettore; nel 1831 fu nominato consigliere della provincia.
Morì a Perugia il 12 genn. 1839.
Opere: Poesia italiana. In morte di Antonio Cesari,s.l. né d.; Per la solenne apertura della perugina Accademia di recitazione nel suo nuovo teatro detto di Minerva la sera del dì 11 agosto 1829, Perugia 1830; Dell'antico castello di Colmollaro nel contado eugubino, dove Dante Alighierì esule dalla patria trovò amichevole ospizio presso Bosone Novello de Raffaelli da Gubbio..., ibid. 1833; Notizie biografiche del padre Massimiliano Ricca delle Scuole pie..., ibid. 1835; Ode a Maria Santissima delle Grazie, ibid. 1835; Rime e prose del marchese G. A. di Perugia, Pisa 1842; La felicità coniugale, ovvero Il mattino d'autunno. Versione di uno dei nuovi Idilli di Gessner. Traduzione di G. A., s.l. né d.; Idillj di Salomone Gessner in prosa e rime italiane recati dal marchese G. A., Parigi 1807.
Bibl.: M. Antinori, Elogio funebre del professore marchese G. A., Perugia s.d.; Elogio funebre del professore marchese G. A., letto nelle esequie il giorno 14 gennaio 1839, Perugia s.d.; Notizie biografiche del marchese G. A. di Perugia scritte da se medesimo, Perugia 1839; In morte di G. A. perugino. Prose e versi, Perugia 1839;F. Fabi Montani, Elogio del marchese G. A. letto nel serbatoio di Arcadia il dì 2dicembre 1841, Roma 1842;G. Rosini, Biografia del marchese Giuseppe Antinori, Pisa 1842;T. Casini, Il Parlamento della Repubblica romana del 1798-1799,in Rass. stor. del Risorgimento, III (1916), pp. 535-536;G. Cecchini, Saggio sulla cultura artistica e letteraria in Perugia nel secolo XIX, Foligno 1921, p. 47, 48, 73, 76, 83-98, 124, 129, 152, 242, 243, 245, 249; G. Mazzoni, L'Ottocento, Milano 1949, pp. 406, 442, 444, 449, 451, 661, 837.