AGRATI, Giuseppe
Medico e letterato milanese, vissuto tra i sec. XVIII e XIX (non si conoscono con esattezza le date di nascita e di morte), aderì alle idee della Rivoluzione francese e s'interessò vivamente ai fatti politici del tempo della Cisalpina. Al Gran Consiglio della Repubblica cisalpina dedicò un suo Saggio sulla storia milanese (stampato a Milano senz'anno, ma risalente con ogni probabilità ai primi mesi del 1798), nel quale metteva in rilievo lo spirito di libertà del popolo milanese, con una notevole indipendenza di giudizio (per es., critica il modo col quale Bonaparte ha dato la costituzione alla Cisalpina, e ancor più il trattato d'alleanza che la Francia ha voluto imporre alla giovane repubblica per asservirla).
Successivamente, per circa cinque anni, l'A. fu impiegato come aggiunto alla terza divisione del ministero per il Culto; da questo posto, il 27 nov. 1806, diede le dimissioni. Sua intenzione era di andare in Oriente al seguito del generale O. Sebastiani, nuovo ambasciatore a Costantinopoli, per conoscere quelle regioni e studiare rimedi alla peste orientale. È questo l'unico accenno che si abbia alla sua qualità di medico. Per la mutata situazione politica, però, l'A. non poté partire e rimase intanto senza impiego; rivolse allora (7 maggio 1807) una supplica al viceré Eugenio per essere inviato a Costantinopoli a studiare la lingua turca o per ottenere almeno un altro impiego. È probabilmente in seguito alla supplica che, in parziale accoglimento del suo desiderio, fu destinato a Corfù come "segretario-ministro del Senato ionio": con tale titolo egli stesso avrebbe designato la passata attività nella dedica del suo Il maestro italiano (un'opera grammaticale in forma di dizionario).
Il 26 febbr. 1812 fu nominato segretario generale del dipartimento dell'Alto Adige e il mese successivo prese servizio a Trento. Dopo la caduta del Regno italico, la cesarea regia Reggenza provvisoria di governo aprì un inchiesta sul comportamento dell'A. (4 luglio 1814), il quale presentò un memoriale, ora scomparso dagli incartamenti. L'A. intendeva senza dubbio giustificarsi e sembra che ci sia riuscito, perché quanto di lui si conosce degli anni successivi ce lo mostra ossequiente al governo austriaco e in buona armonia con esso.
Sembra che la sua attività dopo la Restaurazione sia stata prevalentemente storico-letteraria. È lui probabilmente il G. Agrati che traduce e annota la Storia di Clerice Visconti duchessa di Milano del sieur de Préchac, romanziere galante del sec. XVII (Milano 1817. L'opera originale, dal titolo La duchesse de Milan, fu pubblicata a Lione nel 1682).
Autore del volume Del corso delle nazioni, stampato a Brescia nel 1819, ancora a Brescia, sempre nel 1819, e sempre sotto il nome abbreviato di G. Agrati, pubblicò Delle sedizioni di Francia, contenente una ampia narrazione storica delle guerre di religione, tratta da opere francesi e italiane sull'argomento. Interessante la difesa delle discusse figure di Caterina e Maria dei Medici. Nel 1821 pubblicò a Milano in seconda edizione (la prima, di Brescia, è del 1819) Il maestro italiano, con dedica al ten. col. Eduardo Young, comandante dell'I.R. Collegio militare di Milano.
Ultima opera attribuibile all'A. (il cui nome figura di nuovo abbreviato) sono i Caratteri dei secoli dell'era volgare descritti dietro le tracce del sig. Le Sage (Monza 1826), opuscolo scritto per esaltare la funzione storica della religione cattolica.
Fonti: Arch. di Stato di Milano, Autografi 107, fasc. 18; ibid., Uffici regi, p.m. 431.