ACQUARONI, Giuseppe
Nato a Roma nel 1780, fu disegnatore ed incisore in rame. Fu forse zio di Antonio, se questi a lui alludeva ricordando un suo zio che, per il suo amore per Roma, da "figlio della Città vecchia" l'aveva fatto "figlio della Città eterna".
L'A., proponendosi a modello Giuseppe Vasi, del quale copiò prima, ed imitò poi, le stampe, riprodusse rovine e prospetti di Roma, quasi nuovi Mirabilia archeologici e monumentali da aggiungere e contrapporre, in una progettata raccolta finale (poi mai realizzata), alle Magnificenze del Vasi.
Ma nel passaggio dal disegno all'intaglio i risultati si dimostravano costantemente inferiori alle intenzioni. Egli soleva mescolare, con troppo visibile incoerenza, la punta dell'acquafortista al tiralinee meccanico del Gallet e dava mordente, senza avere imparato a governarlo. La maggior parte delle sue stampe sono d'aspetto sgradevole al paragone di quelle del Vasi. Venuto a mancare il consenso del pubblico, il progetto dell'opera massima fu abbandonato e all'ormai cinquantenne A. non rimase che il nomignolo appiccatogli dai colleghi di "Vasi svasato".
Per La patriarcale Basilica Lateranense di A. Valentini (la parte del vol. I di un'opera dedicata alle quattro principali basiliche di Roma, iniziata nel 1832, rimasta interrotta nel 1855) incise due tavole: la Pianta e, su disegno di L. Magozzi, il Portico, ossia Atrio inferiore,d'un certo effetto, anche come intaglio.
Morì nel 1847.
Bibl.: C. Le Blanc, Manuel de l'amateur d'estampes, I, Paris 1854, p. 3; Alfr. Petrucci, L'incisione in rame in Italia. Panorama dell'Ottocento, in Rass. dell'istruzione artistica, VI (1935), p. 15; Id., L'incisione ital. L'Ottocento, Roma 1941, p. 11; J. Meyer, Allgem. Künstler-Lexikon, I, p. 10 (con elenco delle opere); U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 53; A. Bessone-Aureli, Diz. dei pittori ital., Città di Castello 1928, p. 3; L. Servolini, Diz. illustrato degli incisori italiani, I, Milano 1955, p. 2.