ABBATI, Giuseppe
Nato intorno al 1830, a Venezia; benché il catalogo della Prima Esposizione Italiana di Firenze, 1861, e il Cecioni (Scritti e ricordi) lo dicano napoletano. A Napoli risiedette e lavorò qualche tempo. Una palla borbonica, a S. Maria di Capua, il 1° ottobre 1860, l'accecò dell'occhio destro. Unitosi con i macchiaioli, dipinse insieme col Lega, col Borrani e col Sernesi, nel suburbio di Pergentina (Firenze); e nei possedimenti di Diego Martelli, a Castiglioncello (Livorno). Morso dal proprio cane, e contagiato, da Castiglioncello fu trasportato a Firenze, dove morì (1868) in un ospedale. In lui, come nel Sernesi, la riforma macchiaiola s'impronta d'un'intenzione stilistica e d'un'austerità sempre meglio palesi nel poco ch'egli poté lasciare. Forse un po' freddo nel colorito, ha una compostezza, un senso d'estasi, un'astratta malinconia che si distinguono nettamente da certi modi improvvisati e crudezze chiaroscurali d'altri macchiaioli.
Un ritratto dell'A. fu dipinto, dopo il 1869, dal Boldini: e appartenne alla raccolta Carnielo, Firenze (Alinari 16949). Dipinti e disegni dell'A. si trovano nelle gallerie governative d'arte moderna di Roma e Firenze; e in raccolte private, specialmente toscane.
Bibl.: Sulla vita e le opere: A. Franchi, Arte e artisti toscani, Firenze 1902; E. Cecchi, Per un catalogo di G. A. in Vita artistica, 1927, pp. 180-184. V. anche: T. Signorini, Caricaturisti e caricaturati, Firenze 1893; scritti autobiogr. e critici in Signorini, Esame, 1926; A. Cecioni, Scritti e ricordi, Firenze 1905; U. Ojetti, I Macchiaioli nella raccolta Checcucci, Milano 1928.