POGGIOLINI, Giuseppa
POGGIOLINI, Giuseppa (Giuseppina). – Nacque a Milano il 14 gennaio 1804 da Giovanni Luigi e da Paolina Pozzi. Venne educata nel regio collegio di Verona, un istituto di origine napoleonica finanziato dallo Stato e gestito da personale laico – raro esempio, nel primo Ottocento, di istruzione pubblica riservata alle donne –, e imparò bene le lingue europee, soprattutto l’inglese. La sua giovinezza fu dolorosamente segnata dalla perdita del fratello Alessandro che, studente all’Università di Pavia, partecipò diciannovenne ai moti del 1821 a fianco dei piemontesi, partendo poi esule per la Spagna dove morì l’anno seguente.
Il 30 settembre 1833 sposò Emilio Lodigiani: un matrimonio scelto e voluto da lei, secondo la ricostruzione di Maria Antonietta Torriani, dopo aver subito una cocente delusione d’amore (cfr. Torriani, 1882). La sua attività poetica si sviluppò tra gli anni Trenta e Quaranta con una serie di testi pubblicati in riviste e raccolte collettive.
Fra questi: Le memorie dell’infanzia e L’avvenire (in L’Indicatore lombardo, aprile 1830); Il Sole (in Studii per le donne italiane, I, Milano 1837); L’Alpe (Strenna femminile italiana…, I-III, Milano 1837-39). Sue poesie figurano anche nel Libro dell’adolescenza compilato da Achille Mauri (Milano 1835), in Poesie e prose scelte di donne italiane del secolo XIX (raccolte e pubblicate per cura di G. Vedova, Milano 1836), in Antologia femminile (s.i.t., ma Torino 1840) e Parnaso italiano. Poeti italiani contemporanei maggiori e minori (Parigi 1847).
La vicinanza della poetessa agli ambienti della filantropia milanese, in quegli stessi anni, è testimoniata dalla partecipazione a un’antologia di componimenti dedicati agli asili aportiani, un tema molto attuale, all’epoca, data la recente apertura di questi istituti in città: Sugli asili di carità per l’infanzia: versi di Giuseppina Poggiolini-Lodigiani e di altri autori dedicati al molto reverendo sacerdote Ferrante Aporti, Milano 1839. Il testo venne ripreso in diverse riviste, come La moda. Giornale di scene della vita, mode di vario genere e teatri (25 febbraio 1839) e Glissons, n’appuyons pas, qui commentato dal direttore Gian Jacopo Pezzi (2 marzo 1839). Ignazio Cantù lo propose con una sua riflessione nella Rivista europea: nuova serie del Ricoglitore italiano (parte 2, Milano 1839, pp. 120-122).
La presenza ricorrente di versi di Poggiolini in raccolte dagli intenti educativi e divulgativi, che si rivolgevano alle donne proponendo opere scritte da donne, attesta la considerazione di cui godeva come accreditata rappresentante dell’intellettualità femminile. La vena intimista e malinconica presente nei testi, dove l’autrice ricorre al linguaggio codificato dalla tradizione letteraria, si affianca a motivi patriottici. In L’Alpe, per esempio, l’esaltazione della bellezza del paesaggio italiano conduce a immaginare, con toni di cupo romanticismo, una furibonda battaglia per respingere un ipotetico nemico che voglia oltrepassare quelle montagne. Anche nelle poesie dedicate al ricordo del fratello la tristezza del compianto, evocando il motivo dell’esilio e della morte in terra straniera, richiama un tema civile attualissimo negli anni della restaurazione e presente in molta letteratura dell’epoca.
Sempre negli anni Trenta, Poggiolini compose anche alcune opere in prosa: la Vita di Maria Pacheco, eroina spagnola del XVI secolo, scritta nel 1837, bloccata dalla censura asburgica e rimasta inedita fino alla pubblicazione postuma a cura di Andrea Verga (per cui v. Scritti inediti di Giuseppina Poggiolini, 1885, pp. 56-65), e Teresa Bandettini, una biografia dell’improvvisatrice lucchese compresa in Vite e ritratti delle donne celebri di ogni tempo e d’ogni paese, raccolte da L. D’Abrantès, II, Milano 1837, pp. 311-327.
Il tema delle illustri protagoniste del passato e l’attenzione verso la specificità della condizione femminile espressa in queste biografie, ne manifestavano il vivo interesse per le problematiche dell’emancipazionismo. Non a caso Anna Kuliscioff la affiancava a Laura Mantegazza, Gualberta Beccari e Anna Maria Mozzoni per l’impegno in favore del diritto delle italiane a studiare e ad avere una formazione professionale (Kuliscioff, 1890). Le riflessioni affidate ai Pensieri sulla condizione sociale della donna (testo anch’esso pubblicato postumo tra gli Scritti inediti, cit., pp. 71-81) testimoniano questo aspetto della sua personalità, proponendo una lucida visione delle condizioni sociali e culturali che avevano storicamente sancito la situazione di minorità delle donne.
La cultura di Poggiolini non si limitava alla dimensione pedagogico-letteraria: partecipò attivamente al dibattito milanese sulla medicina e sui suoi risvolti sociali, come attestano le corrispondenze con Serafino Biffi e Andrea Verga, promotori degli studi psichiatrici. A lei si deve la traduzione di numerosi articoli di autori stranieri apparsi negli Annali universali di medicina, tra il 1840 e il 1875.
Nel 1859 raccolse in volume le poesie sparse, dedicandole alla memoria dei genitori (Poesie edite ed inedite, Milano 1859). Resa quasi cieca, negli ultimi anni, da una grave malattia agli occhi, Giuseppina Poggiolini morì a Milano il 19 maggio 1882.
Fonti e Bibl.: Milano, Museo del Risorgimento, Archivio Andrea Verga (non inventariato); Abbazia di S. Benedetto in Seregno, Fondo Serafino Biffi, Epistolario, b. 2; P.L. Ferri, Biblioteca femminile italiana, Padova 1842, ad vocem; A.M. Mozzoni, Un passo avanti nella cultura femminile. Tesi e progetto, Milano 1866, p. 17; O. Greco, Bibliobiografia femminile italiana del XIX secolo, Venezia 1875, ad vocem; M.A. Torriani, G. P. Lodigiani, in Corriere della sera, 21 maggio 1882.
A. Verga, Della vita e degli scritti di G. P., in Scritti inediti di G. P., Milano 1885, pp. 3-28; A. Kuliscioff, Il monopolio dell’uomo: conferenza tenuta il 27 aprile 1890 nelle sale del Circolo filologico milanese, Milano 1890, p. 9; G. Sanson, Il Risorgimento italiano e la poesia patriottica femminile, in La Rassegna nazionale, 16 maggio 1913, p. 215; C. Villani Stelle femminili, Napoli 1915, ad vocem; M. Bandini Buti, Poetesse e scrittrici, in Enciclopedia biografica bibliografica italiana, II, Roma 1942, ad vocem; C. Cattaneo, Scritti letterari, artistici, linguistici e vari, raccolti e ordinati da A. Bertani, I, Firenze 1948, p. 366; F. Pieroni Bortolotti, Alle origini del movimento femminile in Italia 1848-1892, Torino 1963, pp. 45, 232; M. Soresina, Intellettuali, letterati e politici nell’archivio di Andrea Verga, in Storia in Lombardia, 1985, n. 3, p. 202; Id., Le carte di Serafino Biffi e la sua corrispondenza con G.A. Del Chiappa e C. Bonfigli, in Sanità scienza e storia, 1986, n. 1, p. 151; M.T. Mori, Figlie d’Italia. Poetesse patriote del Risorgimento (1821-1861), Roma 2011, pp. 38, 83, 119, 158, 165, 167.