SUPINO, Giulio
SUPINO, Giulio. – Di famiglia di origini ebraiche, nacque a Firenze l’8 ottobre 1898, da Igino Benvenuto e da Valentina Finzi.
Dal 1907 si trasferì con la famiglia a Bologna, quando il padre, in precedenza direttore del Museo nazionale di Firenze, divenne docente di storia dell’arte presso l’Università felsinea. A Bologna frequentò le scuole secondarie, si diplomò nel 1916 presso il liceo Galvani e nell’autunno di quell’anno si iscrisse alla Scuola di applicazione per gli ingeneri, dove seguì il corso d’ingegneria civile. Chiamato alle armi nel 1917, in settembre fu inviato nel teatro di guerra, presso il comando d’artiglieria della 4ª armata. Sottotenente di complemento all’8° reggimento d’artiglieria, nell’ottobre del 1917 fu dislocato presso la 294ª batteria. Nel 1919 gli furono conferite due croci al merito di guerra.
Una volta congedato completò gli studi, laureandosi in ingegneria civile il 29 luglio 1921. Il 20 dicembre 1923 conseguì anche la laurea in matematica. Supino si formò dunque nell’ambiente della scuola matematica e della facoltà di ingegneria bolognesi dominate allora da studiosi quali Salvatore Pincherle, Luigi Donati, Silvio Canevazzi, Umberto Puppini. In quel contesto, Supino rivolse le proprie ricerche dedicate alle applicazioni tecniche della teoria matematica dell’elasticità e al confronto tra questa e la teoria della resistenza dei materiali. Il suo stesso percorso di formazione universitaria ci descrive interessi scientifici orientati sia al versante delle scienze di base sia a quello delle scienze applicate.
L’inizio dell’attività scientifica di Supino va collocato subito dopo la laurea in ingegneria quando, nel 1922, divenne assistente volontario e pubblicò, su presentazione del professor Camillo Guidi, il saggio Sulla struttura delle travature reticolari (in Atti della Accademia delle scienze di Torino, LVIII (1922-1923), pp. 405-411).
Nel 1923 fu nominato assistente presso la cattedra di algebra complementare; dal 1924 al 1928 fu assistente di geometria proiettiva e descrittiva; e dal 1928 al 1934 di costruzioni idrauliche. Nel 1926 presentò i titoli per la libera docenza in meccanica applicata alle costruzioni, che la commissione, composta da Camillo Guidi, Anselmo Ciappi e Michele Greco, gli riconobbe all’unanimità (23 dicembre 1926). La sua produzione scientifica contava allora nove pubblicazioni orientate in parte verso la teoria matematica dell’elasticità e in parte verso la meccanica applicata alle costruzioni. Libero docente in meccanica applicata alle costruzioni presso la Scuola di ingegneria di Bologna dal gennaio 1927, Supino divenne professore straordinario di costruzioni idrauliche il 1° dicembre 1934 e ordinario della stessa materia nel dicembre del 1937.
L’approvazione delle leggi razziali nel settembre del 1938 determinò tuttavia il forzato abbandono, da parte di Supino, dell’insegnamento universitario a Bologna. Nel 1942-43 fu tuttavia coinvolto da Guido Castelnuovo nell’‘università segreta’ che lo scienziato aveva organizzato a Roma in favore dei giovani ebrei ai quali era stata impedita la frequenza dei corsi universitari pubblici. In quel drammatico contesto Supino riprese le sue lezioni di scienza delle costruzioni. A quel punto, tuttavia, egli faceva già parte della Resistenza e militava nel Partito d’azione. Approfittando dei viaggi tra Bologna e Roma, contribuì a mantenere il collegamento fra gli aderenti al partito nelle due città. Dopo l’8 settembre e l’occupazione tedesca del Paese si rifugiò a Firenze, rimanendo tuttavia in rapporto con i partigiani bolognesi (alla Resistenza dedicò in seguito varie pubblicazioni di carattere storico e commemorativo).
Rientrato nei ruoli dell’Università di Bologna nel settembre del 1945 (con decorrenza 1° gennaio 1944), lasciò la cattedra di costruzioni idrauliche il 1° dicembre 1946 in favore della cattedra di idraulica, la cui titolarità conservò sino al collocamento a riposo. Tra il 1965 il 1968 fu preside della facoltà di ingegneria e dal 1962 al 1968 vicerettore dell’Università (con il rettore Felice Battaglia). Nella primavera del 1968 ricoprì l’ufficio di rettore pro tempore di fronte all’insorgere della contestazione studentesca. Fuori ruolo dal novembre 1968, venne collocato a riposo nel 1973 e nominato professore emerito nell’aprile del 1974.
All’insegnamento universitario e alla ricerca scientifica Supino affiancò sin dall’immediato dopoguerra un’intensa attività professionale in favore dello Stato e degli enti locali.
Nel 1945, subito dopo la Liberazione, fu assunto dall’amministrazione militare alleata per sovrintendere alle bonifiche emiliane; fu quindi membro del comitato tecnico-amministrativo del Provveditorato alle opere pubbliche dell’Emilia. Nell’autunno del 1945, dovendo rinnovare le macchine idrovore distrutte nel corso della guerra, in un momento in cui le condizioni dell’industria meccanica nazionale non consentivano di sopperire al fabbisogno necessario, Supino introdusse, d’accordo con i direttori dei consorzi idraulici, modalità originali per la ripresa dell’attività di bonifica, che vennero applicate con successo. Altrettanto favorevole fu l’esito dell’azione tecnica intrapresa in occasione della rotta del fiume Reno nel febbraio del 1951, quando egli riuscì ad arginare l’azione dirompente delle acque progettando un sistema ad hoc di ‘palancole’ metalliche. Efficace fu anche il metodo da lui proposto per la sistemazione dei fiumi Lavino e Samoggia dopo le alluvioni del 1956. Supino propose in quell’occasione di ‘svasare’ gli alvei piuttosto che elevare gli argini, com’era tradizione. Ancora dopo l’alluvione del 1966 continuò a sostenere la necessità di una manutenzione costante degli alvei fluviali per evitare rotte ed esondazioni.
Tra i lavori professionali di Supino vanno ricordati i progetti per gli acquedotti di Argenta, di Portomaggiore, di Palermo, gli studi per le bonifiche delle valli venete, per la fognatura dell’Italsider di Taranto, per la diga in terra dell’Eleuterio, per il porto di Gela, per il Consorzio Medio Tagliamento, per la centrale di Porto Tolle, per le fognature di città tra le quali Cattolica, Fano, Cesena.
Supino fu membro del Consiglio superiore dei Lavori pubblici fin dalla sua ricostituzione. Nel luglio del 1961 il ministero dei Lavori pubblici lo nominò (insieme a Francesco Marzolo, Guido Ferro e Augusto Ghetti, dell’Università di Padova, e a Giulio De Marchi del Politecnico di Milano) nella Commissione per la progettazione di massima della sistemazione idraulica, forestale e agraria del bacino del Po. Operò anche nelle commissioni speciali per il Reno, per l’Arno, per la sistemazione della laguna veneta e per il nuovo regolamento per le grandi dighe approvato nel 1960.
Fu presente nella Commissione interministeriale per la difesa del suolo, della quale fu anche vicepresidente. Dal 1962 al 1965 fu membro del Consiglio superiore della sanità e dal 1965 al 1974 del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità. Dal 1966 al 1970 fece parte del Consiglio superiore dell’istruzione. Fu inoltre presidente del Consultative Panel dell’UNESCO per lo studio della regolamentazione del Mekong.
Supino fu membro di prestigiose accademie in Italia e all’estero, dove si recò spesso sin dal secondo dopoguerra per partecipare a congressi internazionali.
Fu socio corrispondente dell’Accademia nazionale dei Lincei per la classe di scienze fisiche, matematiche e naturali dal 1957; membro dell’Accademia delle scienze di Bologna e dell’Accademia delle scienze di Torino; socio corrispondente dell’Accademia dei Georgofili di Firenze; membro dell’Istituto lombardo di scienze e lettere e dell’Academie des sciences, inscriptions et belles lettres di Tolosa; vicepresidente, dal 1957 al 1961, dell’Association internationale de recherches hydrauliques; presidente dell’Associazione italiana di meccanica pura e applicata; presidente del Collegio degli ingegneri di Firenze; membro del comitato permanente per lo sviluppo del Museo nazionale della scienza e della tecnica Leonardo da Vinci di Milano. Ricevette la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte da parte dell’Ateneo bolognese, la medaglia Vermeil della Société d’encouragement pour la science et l’invention di Parigi nel 1970, il premio Gotthilf Hagen della Deutcheschen Wasserwirtschaft u.Wasser Kraft E.V. Nel dicembre del 1955 gli venne conferita la laurea honoris causa della Technische Hochschule di Monaco di Baviera. Nel 1974 ottenne dal Comune di Bologna l’Archiginnasio d’oro.
Tra gli incarichi istituzionali estranei all’ambito tecnico-scientifico assunti da Supino, va ricordata la presidenza dell’Istituto storico provinciale della Resistenza di Bologna e la vicepresidenza della Deputazione regionale.
Supino fu uno studioso di scienza e di tecnica dalla personalità eclettica, passato dal campo delle matematiche pure alla meccanica applicata alle costruzioni e all’ingegneria fluviale. Le sue ricerche si sono tradotte in un’imponente produzione di oltre centocinquanta note e memorie a cui vanno aggiunti tre volumi, il principale dei quali è Le reti idrauliche, pubblicato per la prima volta nel 1938 e nuovamente nel 1965. I suoi studi hanno spaziato nei campi della matematica applicata, dell’idraulica, delle costruzioni idrauliche, della scienza delle costruzioni. Importanti sono stati i risultati da lui ottenuti relativamente alla teoria matematica dell’elasticità, al metodo del volume dell’invaso nelle reti idrauliche, alla teoria dei modelli, all’idrodinamica dei liquidi viscosi. Tra i risultati principali nel campo dell’idrodinamica vanno ricordati i cosiddetti ‘teoremi di Supino’, esposti nel saggio Sul moto irrotazionale dei liquidi viscosi (in Atti dell’Accademia nazionale dei Lincei. Rendiconti della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, s. 8, VI (1949), pp. 615-620), nonché le ricerche circa l’analisi dimensionale e la teoria dei modelli (G. Supino, Modelli, teoria dei, in Enciclopedia Italiana di scienze, lettere ed arti, III Appendice, II, Roma 1961, pp. 139-147; Id., Dimensionale, Analisi, ibid., I, pp. 489-491).
Sposato con la scrittrice Camilla Benaim (1904-1996), ebbe una figlia, Valentina.
Morì a Bologna il 5 luglio 1978.
Fonti e Bibl.: Università di Bologna, Archivio storico, Fascicoli degli studenti, Ingegneria, f. 919; Fascicoli personali dei docenti, b. 106, f. 10613; Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica Istruzione, Direzione generale istruzione superiore, II serie, Liberi docenti, b. 476; Archivio dell’Accademia nazionale dei Lincei, Titolo 4, bb. 11, 16, 24; Elezioni, f. Soci, Eletti dal 1946 al 1965; Istituto della Enciclopedia Italiana, Archivio storico, fondo Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti, Appendice IV, 1972/05/13-1987/07/30, s.1, ss. 1, Lettera S, f. 613, b. 12; ibid., ss. 2, Lettera S, f. 1356, b. 29; s. 4, Lettera M, f. 3143, b. 65.
G. Supino, Il Partito d’azione, in La Resistenza in Emilia-Romagna. Numero unico della Deputazione Emilia-Romagna per la storia della Resistenza, Bologna 1966, pp. 122-127; L. Bergonzini, La Resistenza a Bologna. Testimonianze e documenti, I, Bologna 1967, pp. 132-134; L’Archiginnasio d’oro a G. S., Bologna 1975.