Preti, Giulio
Filosofo italiano (Pavia 1911 - Gerba, Tunisia, 1972). Dopo aver studiato a Pavia e a Milano, dove fu allievo di Banfi, fece parte del gruppo riunito intorno alla rivista Studi filosofici. Dal 1954 fu prof. di storia della filosofia nell’univ. di Firenze. La sua riflessione, incentrata particolarmente su problemi logico-metodologici, ha mirato a un’elaborazione originale dei principi della fenomenologia husserliana e del neokantismo, ai quali si aggiunse nel dopoguerra il confronto con le opere giovanili di Marx e il pragmatismo deweyano. L’insieme di queste suggestioni fu fatto confluire da P. in una forma di empirismo logico caratterizzato da un forte atteggiamento antidogmatico, che si contrapponeva tanto alla tradizione idealistica e spiritualistica quanto a quella storicistica e marxista. La sua opera più importante, sotto questo profilo, fu Praxis ed empirismo (1957), che venne ampiamente discussa e dibattuta. Notevole è anche Retorica e logica: le due culture (1968), nella quale P. difendeva il pensiero critico-razionale contro le nuove forme di irrazionalismo. Tra le altre sue opere si segnalano: Fenomenologia del valore (1942); Idealismo e positivismo (1943); Newton (1950); Il cristianesimo universale di Leibniz (1953); Linguaggio comune e linguaggi scientifici (1953); Storia del pensiero scientifico (1957); Alle origini dell’etica contemporanea (1957). Molti suoi scritti sono stati raccolti da Dal Pra nel volume Saggi filosofici (1976); postume (1989) sono state pubblicate anche le Lezioni di filosofia della scienza. 1965-66.