OSCULATI, Giulio
– Cantante e compositore nato a Lodi nella seconda metà del secolo XVI.
L’origine lodigiana risulta dai frontespizi dei tre libri di musica da lui pubblicati. Non si hanno notizie relative all’infanzia e alla formazione.
Probabilmente nel maggio-giugno 1601 arrivò nella confederazione polacco-lituana, con un gruppo di musicisti norditaliani capitanati da Giulio Cesare Gabussi. Fu impiegato nella cappella reale di Sigismondo III Vasa, che fin dagli anni Novanta del Cinquecento reclutava musicisti italiani: ma, dispersa la gran parte dei documenti d’archivio, non è possibile accertare l’esatta natura del loro impiego in Polonia. In un elenco di due dozzine abbondanti di musicisti italiani appartenenti alla cappella reale, redatto il 18 marzo 1602 in occasione della partenza del gruppo al seguito del re da Vilna alla volta di Varsavia, Osculati risulta come cantore (tenore). Nel 1601-02 lavorò sotto la direzione del citato Gabussi, maestro di cappella, indi (dal 1602) sotto la direzione di Asprilio Pacelli, risiedendo col gruppo di volta in volta a Varsavia o a Cracovia. Fu attivo anche come compositore, alla stregua di altri italiani impiegati in Polonia all’epoca di Sigismondo III: tra gli altri, Pacelli, Vincenzo Bertolussi (Bertolusi), Antonio Patart e Giovanni Valentini.
Nel 1604 apparve a Venezia la prima raccolta di composizioni di Osculati, Missae quinque vocum ... liber primus, dedicato a Sigismondo III: la dedica celebra il sovrano come generoso patrono delle arti, e in ispecie dei musicisti. Il libro contiene quattro messe a cappella nello stile tardorinascimentale gradito al re polacco e coltivato sull’arco dei decenni nelle messe composte da italiani attivi a corte (Pacelli, Giovanni Francesco Anerio, Marco Scacchi). Nello stesso anno, nella miscellanea Melodiae sacrae pubblicata a Cracovia da Bazyli Skalski, comparve il primo mottetto di Osculati, Nativitas tua Dei genitrix a cinque voci, stilisticamente affine alle messe: l’edizione, che raccoglie opere di vari musicisti polacchi e italiani della cappella reale, fu curata dal romano Vincenzo Gigli (dedica datata Cracovia, 18 maggio 1604), musicista di corte, che la dedicò all’arciduca Ferdinando d’Asburgo, cognato di Sigismondo.
Il Liber primus motectorum di Osculati (Venezia 1609) testimonia un ampliamento e un’evoluzione delle tecniche compositive. Contiene sia mottetti a 5-7 voci e organo, sia mottetti per due e per tre cori a 8-12 voci. La collezione è dedicata ad Aleksander Chodkiewicz, conte di Szkłów e Mysz («Comitij in Scholv & Mijsz»), governatore del voivodato di Troki (il testo della dedica recita erroneamente «Chodlvevicz [...] Palatinus Erocensis» anziché «Chodkiewicz [...] Palatinus Trocensis»). Come traspare dalla dedica (Cracovia, maggio 1609), il nobile polacco, affascinato dalla cultura italiana (nel 1589 aveva studiato a Padova), sosteneva finanziariamente Osculati. I mottetti policorali rientrano nel tipo tradizionale dei «cori spezzati»: l’omofonia omoritmica prepondera sull’imitazione contappuntistica; i due cori enunciano il testo perlopiù per segmenti alternatim, i passaggi a piene voci sono collocati di regola in coda ma qualche volta anche nel corso del brano, per es. per dare risalto a parole significative. Fuorché in Puer qui natus, tagliato nella forma tipicamente veneziana (ma diffusa anche nell’Europa del nord) del mottetto policorale con l’Alleluia a mo’ di ritornello, i brani presentano un tessuto continuo (durchkomponiert); e per la prima volta nella Confederazione polacco-lituana compare qui un accompagnamento organistico a mo’ di «basso seguente».
Il fatto stesso che Osculati abbia pubblicato ben due libri suoi – circostanza invero rara in quell’epoca nella Confederazione – testimonia il rango che dovette tenere tra i musici del re. La sua notorietà è confermata dalla presenza di una dozzina di opere (attinte soprattutto dai mottetti del 1609) in grandi miscellanee tedesche ampiamente divulgate, fianco a fianco con altri italiani attivi in Polonia (Luca Marenzio, Bertolussi, Pacelli, Gabussi, Annibale Stabile, Patart): l’antologia Florilegii Musici Portensis [...] Pars altera,curata da Erhard Bodenschatz (Leipzig, 1621); e le quattro Partes del Promptuarii musici, sacras harmonias sive motetas V. VI. VII. et VIII. vocum e diversis [...] autoribus curato da Abraham Schade (Schadaeus) e Caspar Vincent (Straßburg, 1611, 1612, 1613 and 1617).
Vari pezzi (mottetti e messe) vennero trascritti in manoscritti polacchi e tedeschi, provenienti tra l’altro da Cracovia, Danzica, Breslavia, Legnica, Pelplin e Bardejov (Slovacchia): particolarmente significativa, con tre mottetti di Osculati del 1609, è l’intavolatura di organo dell’abbazia cistercense di Pelplin, compilata in gran parte negli anni 1620-30 (oggi nella Biblioteca diocesana di Pelplin), fonte copiosissima di musica organistica del tardo rinascimento e del barocco incipiente (circa 900 composizioni di autori polacchi, italiani, tedeschi, austriaci, inglesi, fiamminghi e spagnoli).
Osculati dovette ritornare in patria al più tardi nel 1614: nell’ottobre di quell’anno risulta infatti maestro di cappella in S. Maria dell’Incoronata a Lodi. Negli anni 1616-21 organista nella stessa chiesa fu Tarquinio Merula: Osculati l’avrà forse spronato ad assumere un incarico alla corte di Sigismondo III, intorno al 1621. L’ultimo libro di Osculati, la Sacra omnium solemnitatum vespertina psalmodia, cum cantico Beatae Virginis Mariae tam vocibus quam instrumentis concinenda, apparve a Venezia nel 1615 (ma la prefazione, come pure la parte del «Basso pro organo», reca la data 1614). I 16 salmi (per tutto l’anno liturgico) e il Magnificat presentano tecniche musicali più variate di quelle dei due libri precedenti: accanto a brani affini ai mottetti policorali del 1609 figurano brani policorali di genere concertato, con sezioni sia assolo sia per poche voci, non senza un certo tasso di virtuosismo (così nel salmo 112, Laudate pueri); gli strumenti si limitano a raddoppiare le parti vocali.
Nel Parnassus musicus Ferdinandeus promosso dal bergamasco Giovanni Battista Bonometti (Venezia, 1615), miscellanea che raggruppa soprattutto composizioni di membri della cappella musicale dell’arciduca Ferdinando d’Asburgo, compare un altro mottetto di Osculati per quattro voci e basso continuo, stilisticamente affine ai mottetti del 1609: è probabile che sia stato composto ancora in Polonia.
Morì a Lodi intorno al 1620.
Fonti e Bibl.: G.O. Pitoni, Notitia de’ contrapuntisti e compositori di musica [1713], a cura di C. Ruini, Firenze 1988, p. 378; A. Sutkowski - O. Mischiati, L’intavolatura di Pelplin, in L’Organo, II (1961), pp. 53-72; A. Szweykowska, Przeobrażenia w kapeli królewskiej na przełomie XVI i XVII w. (Trasformazioni nella cappella reale polacca intorno al 1600), in Muzyka, XIII (1968), 2, pp. 3-21; A. Osostowicz-Sutkowska, The Pelplin tablature as a source to the history of Polish-Italian musical ties, in Secondo incontro con la musica italiana e polacca, Bologna 1974, pp. 75-80; C. Johnson, Vocal compositions in German organ tablatures, 1550-1650: a catalogue and commentary, New York, 1989, ad ind.; M. Perz, La musica sacra lombarda sul «mare protestantarum» (1600 circa), in Seicento inesplorato, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Bologna 1993, pp. 35-64; A.Szweykowska - Z.M. Szweykowsky, Włosi w kapeli królewskiej polskich Wazów (Gli italiani nella cappella reale dei sovrani polacchi della dinastia Vasa), Kraków 1997, ad ind.; J.G. Kurtzman, Il Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi ed il repertorio italiano dei Vespri dal 1610 al 1650: un quadro riassuntivo, in Barocco padano, II, a cura di A. Colzani - A. Luppi - M. Padoan, Como 2002, pp. 5-39; B. Przybyszewska-Jarmińska, Muzyczne dwory polskich Wazów (Le corti musicali dei Vasa polacchi), Warszawa 2007, ad ind.