NEGRI, Giulio
Nacque il 10 novembre 1648 a Ferrara da una famiglia della piccola nobiltà cittadina.
Di sé ha lasciato scarse notizie, il ritratto biografico più completo è offerto dall’elogio funebre composto dall’amico e concittadino Girolamo Baruffaldi il quale, erroneamente, annoverò tra i suoi antenati personaggi come s. Caterina da Bologna e il celebre umanista Francesco Alunno (Baruffaldi, 1721-22, pp. 279 s.).
Per ricevere i primi studi umanistici Negri lasciò la campagna ferrarese dove viveva con la famiglia nella frazione di Alberlungo e si trasferì nella villa al centro della città. Il 16 gennaio 1665, entrò a far parte della Compagnia di Gesù. Dopo aver seguito la regolare ratio studiorum e aver acquisito la specializzazione in teologia, fu ordinato sacerdote il 2 febbraio 1684.
Dotato di spiccate doti di predicatore, è molto probabile che già dall’anno successivo si trasferisse presso il collegio di S. Giovannino di Firenze, come attesta una sua lettera inviata all’erudito Antonio Magliabechi (Firenze, Biblioteca Nazionale, Ms. Magl., VIII 692, c. 1ss.). Entrato presto in contatto con la comunità dei letterati della città, seppe conquistarsi il favore del gran principe Ferdinando de’ Medici, il quale lo nominò ufficialmente suo storico e lo incaricò di intraprendere una raccolta delle biografie dei maggiori scrittori del passato. Non si conosce la ragione che indusse il gran principe a preferire il gesuita ferrarese al resto degli intellettuali fiorentini che già da tempo erano impegnati a seguire il suo programma politico, volto alla costruzione di un'identità culturale e di tradizione letteraria che divenisse risorsa e strumento per una rafforzata egemonia di Firenze. Negri si accinse, dunque, alla scrittura della Istoria degli scrittori fiorentini, la quale abbraccia intorno a duemila autori che negli ultimi cinque secoli hanno illustrato coi loro scritti quella nazione in qualunque materia, ed in qualunque lingua, e disciplina con la distinta nota delle loro opere così manoscritte che stampate e degli scrittori che di loro hanno con lode parlato o fatto menzione, riportando un breve profilo biobibliografico di 1593 autori, programmaticamente connessi in maniera forte al tessuto sociale e istituzionale della città (Boutier - Paoli, 2005, par. 58).
L’opera, benché non disponesse di un rilevante apparato critico, fu una fonte a cui attinsero in molti. Del resto essa uscì postuma, nel 1722, dai torchi del ferrarese Bernardino Pomatelli e l’amico Baruffaldi tenne a sottolineare il fatto che l’autore non aveva potuto correggere i numerosi errori che presentava. Anzi, alle sue imprecisioni, numerose ne furono aggiunte dallo stampatore.
Alla morte di Ferdinando, accaduta nel 1713, Negri lasciò Firenze per ritirarsi in un non meglio precisato collegio gesuitico nella bassa Romagna dove si dedicò prevalentemente a coltivare gli studi umanistici e a completare l’Istoria.
Nel 1720 fu inviato a Cento per seguire i lavori di fondazione di un collegio gesuitico in adempienza a un legato lasciato alla Compagnia. Colto da febbre, morì il 21 settembre dello stesso anno.
Lettera scritta dal Sig. Girolamo Baruffaldi al Sig. Emanuello-Giuseppe Fischer, il dì 1 di gennaio 1722 nella quale si dà l’elogio del Padre Giulio Negri, ferrarese, della compagnia di Gesù, in Giornale de’ Letterati d’Italia, XXXIV (1721-22 [1723]), pp. 276-286; L. Ughi, Dizionario storico degli uomini illustri ferraresi, I, Ferrara 1804, p. 86; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana o sia degli scrittori che hanno illustrata la storia delle città, luoghi, persone della medesima, II, Firenze 1805, pp. 114-115; Bibliothèque de la Compagnie de Jésus, s.v. Negri Jules, V, Bruxelles-Paris 1894, c. 1613; J. Boutier - M. Pia Paoli, Letterati cittadini e principi filosofi. I milieux intellettuali fiorentini tra Cinque e Settecento, in Naples, Rome, Florence. Une histoire comparée des milieux intellectuels italiens (XVII-XVIIIe siècles), a cura di J. Boutier - B. Marin - A. Romano, Roma 2005, pp. 331-403 (http://books.openedition.org/efr/2349).