NATALI, Giulio
– Nacque a Pausula (oggi Corridonia, prov. di Macerata) il 15 agosto 1875, da Pio, titolare di una farmacia (Fermani, 2001, p. 401), e da Antonietta Lanzi, discendente di Luigi Lanzi e di papa Pio VIII (Braccesi, 1976, p. 1937). Ebbe due fratelli minori, Adelaide e Filippo; quest’ultimo (1885-1943) musicista e direttore d’orchestra.
A 17 anni fondò e diresse la rivista Vita marchigiana, della quale uscirono solamente tre numeri. Conseguita la maturità classica presso il liceo di Macerata nel 1893, si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Roma (dove ebbe come maestri, tra gli altri, Antonio Labriola, Ernesto Monaci, Giulio Salvadori), laureandosi nel 1897.
Già negli anni della formazione universitaria inaugurò la lunga e prolifica produzione saggistica con il contributo Torquato Tasso filosofo del bello, dell’arte e dell’amore (Roma 1895), cui seguirono – secondo un doppio binario di interessi coltivato anche negli anni successivi – alcuni studi incentrati sulla letteratura e sull’arte marchigiana (Un poeta maceratese. Memorie su la vita e le opere di F. Ilàri con appendice di lettere inedite d’illustri italiani …, Macerata 1898; Le Marche e Giacomo Leopardi: discorso, Tolentino 1898; Il tempio di S. Maria delle Vergini a Macerata, monumento nazionale, Macerata 1898). In questi stessi anni pubblicò anche versi: ai Tre canti (Firenze 1897) e ai Canti della Pasqua (Macerata 1898) seguirono Le api. Cento e più epigrammi (Melfi 1902) e, a distanza di qualche anno, la raccolta Nuovi epigrammi e liriche brevi (Foligno 1910).
Parallelamente all’attività di saggista, terminati gli studi universitari, si dedicò all’insegnamento scolastico: lavorò a San Ginesio, Mistretta, Crema, Belluno, e poi ancora a Melfi, Foggia, Pavia, Genova e Roma. All’inizio del nuovo secolo diede alle stampe il primo significativo studio sulla letteratura italiana del Settecento (che divenne poi il principale – sebbene non unico – campo di indagine), La mente e l’anima di Giuseppe Parini (Modena 1900), seguito dalla stesura, insieme a Eugenio Vitelli, della più volte ristampata Storia dell’arte. Ad uso delle scuole medie e delle persone colte (Torino-Roma 1903). A tali pubblicazioni, sempre accompagnate da un’attiva collaborazione a riviste e periodici con articoli di vario argomento (basti ricordare, per questo periodo: Le Marche, Rivista d’Italia, Bollettino della Società pavese di storia patria, Ateneo Veneto), abbinò anche l’edizione e la curatela di opere, dedicandosi dapprima ancora a Parini (Poesie, Milano 1905; 2a ed. 1912), quindi agli Studii letterari e artistici di Tullo Massarani (Firenze 1910-11).
Insegnante di storia dell’arte tra il 1907 e il 1911 a Pavia, poi nominato provveditore agli studi di Potenza nel 1912 (incarico tenuto per due anni), Natali proseguì alacremente l’attività di studio nei campi e nei settori a lui prediletti: gli scritti storico-artistici (Pavia e la sua Certosa: guida artistica, con introduzione storica di Giacinto Romano, Pavia 1911) si coniugarono tanto con la stesura di saggi critici (La vita e il pensiero di F. Lomonaco (1772-1810), in Atti della R. Accademia di scienze morali e politiche di Napoli, XLII [1913], pp. 161-282; e l’importante volume Idee, costumi, uomini del Settecento: studi e saggi letterari, Torino, 1916, riedito nel 1926), quanto con il commento e l’edizione di testi letterari (G. Rajberti, L’arte di convitare, Genova 1913, 2a ed. Roma 1923; G. Vasari, Vita di Donato Bramante, Firenze 1914; G.A. Costanzo, Limpida vena, Piacenza 1914; la Pulcella d’Orleans di Voltaire tradotta da Vincenzo Monti, Genova 1914, poi Roma 1925; e ancora D. Batacchi, La rete di Vulcano, Genova 1915; L. Mascheroni, L’invito a Lesbia Cidonia e altre poesie, Città di Castello 1915, poi Torino 1920).
Altrettanto rilevanti furono gli scritti di più marcato tenore teorico, nei quali prendeva apertamente le distanze dalle posizioni estetiche e storiche di Benedetto Croce (ci si limita a segnalare: Che cosa è la storia? e Storicismo ed esteticismo, editi nella Rivista di filosofia e scienze affini nel 1908-09; Che cosa è l’arte?, in Bollettino dell’Università popolare di Roma, 1910; L’idea del primato italiano di V. Gioberti, stampato nella Nuova Antologia del 16 luglio 1917).
Ottenuta nel frattempo la libera docenza e allargato il fronte delle collaborazioni, tra l’altro, anche alla Nuova Antologia e alla Rivista ligure di scienze, lettere e arti, a partire dal 1914 tenne corsi di letteratura italiana all’Università di Genova e di Roma, e nel 1919 (dopo aver dato alle stampe il libello Scrittori italiani antitedeschi, Campobasso 1917, acceso di vivo e polemico patriottismo) subentrò a Luigi Pirandello nella docenza alla facoltà di Magistero di Roma, inizialmente come professore di linguistica e stilistica, quindi di storia letteraria, e infine di letteratura italiana, mantenendo tale incarico fino al 1938.
Nel 1920 perse la moglie Giannina Costanzo Beccaria (figlia di Giuseppe Aurelio Costanzo), dal matrimonio con la quale erano nate Natalia (1906) e Maria Linda (1915), e si unì in seconde nozze a Gina Agostini (dalla quale nascerà, nel 1923, Laura).
Nel corso degli anni Venti, intraprese la strada – ampiamente percorsa anche in seguito – dell’indagine monografica (pubblicando a Livorno, rispettivamente nel 1923 e nel 1928, i volumi La vita e le opere di P. Metastasio e La vita e l’opera di U. Foscolo), per poi dare alle stampe nel 1929, per la Storia letteraria d’Italia edita da Vallardi, i due volumi del Settecento (premiati dai Lincei e dall’Accademia d’Italia, e più volte riediti, fino alla 4a ed. del 1964). Tratti peculiari e di rilievo della sua documentata ricostruzione – che mirava a essere non solo una storia letteraria, ma più in generale una «storia della cultura» settecentesca (Introduzione, p. 3) – furono, da un lato, il rilievo conferito al pensiero vichiano e alla produzione storiografica ed erudita (a partire da Ludovico Antonio Muratori), e, dall’altro, la proposta di arretrare all’inizio del XVIII secolo la prima genesi del lungo e complesso processo risorgimentale.
Tra gli studi coevi, l’intervento – in cui emerge la simpatia ideologica di Natali nei confronti del fascismo – Giuseppe Parini e i caratteri predominanti della nostra letteratura (in Educazione fascista, 1929, pp. 510-525) e il volume Cultura e poesia in Italia nell’età napoleonica, Torino 1930, nel quale riunì saggi già editi.
Ad essi occorre ancora aggiungere la pubblicazione con introduzione e bibliografia di Della ragion poetica di Gian Vincenzo Gravina (Lanciano 1921), delle Gemme liriche e la “Feroniade” di Vincenzo Monti (con introduzione e note, Palermo 1928), e ancora delle antologie Le Tre Muse, antologia per lo studio delle varie forme letterarie (Roma 1922) e Date al fanciullo i canti! Scelta di liriche per fanciulli (Palermo 1927).
Chiamato nel 1928 per volontà di Giovanni Gentile, cui era legato da un rapporto di amicizia, a collaborare stabilmente con l’Enciclopedia Italiana (dapprima nell’Ufficio di revisione, quindi come redattore capo del Dizionario biografico), continuò a prediligere, come oggetti precipui di lavoro, autori e testi del Sette-Ottocento, pur non trascurando significative incursioni in zone cronologiche differenti (nel 1931 pubblicò per Le Monnier La vita e l’opera di Giuseppe Parini; nel 1932 per L. Olschki la Bibliografia leopardiana relativa agli anni 1898-1930, cui avrebbe fatto seguire nel 1953, insieme a Carmelo Musumarra, quella del ventennio 1931-51; nel 1933 pubblicò a Firenze il settecentesco Saggio sulla bellezza di Giuseppe Spalletti, nel 1934 fu la volta delle Opere scelte di Metastasio per Vallardi e nel 1935 della monografia I giorni e le opere di G. Carducci a Roma per Signorelli, più volte riedita; negli Atti dell’Accademia degli Arcadi del 1936-37 stampò inoltre un intervento Su l’estetica di Dante; infine nel 1939 diede alle stampe le Poesie di Ugo Foscolo [Bologna, per Cappelli] e curò le Poesie postume del coetaneo Giulio Grimaldi, uscite a Fano). Nel 1939 divenne professore di ruolo di letteratura italiana nella facoltà di lettere dell’Università di Catania, presso la quale insegnò anche, dal 1947, nella facoltà di Magistero.
Anche la fase conclusiva della carriera universitaria costituì una stagione di alacre attività. Dopo il volume Dal Guinizzelli al D’Annunzio. Revisioni e rivalutazioni, Roma 1942 (nel quale raccolse saggi scritti tra 1918 e 1940), fece uscire Torquato Tasso (Roma 1943, nuova ed. Firenze 1958), e l’edizione di Dell’arte di vedere nelle belle arti del disegno di Francesco Milizia (Roma 1943); quindi gli studi L’Arcadia (Roma 1946) e Corso e ricorso della lirica leopardiana: guida alla lettura dei Canti del Leopardi (Roma 1948; una parte di questo volume era già stata pubblicata in Viaggio col Leopardi nell’Italia letteraria, Milano 1943). Con Vittorio Alfieri (Roma 1949) proseguì poi nella stesura di profili monografici, dando ancora alle stampe G. Carducci: d’Italia grande antica l’ultimo vate viene (Bologna 1950), Giuseppe Parini uomo e poeta (Bologna 1952) e Ugo Foscolo (Firenze 1953).
Dopo il ritiro dall’attività universitaria (maggio 1950), pubblicò ancora il volume Gabriele D’Annunzio e gli scrittori italiani, Catania 1954 (dove affrontò il rapporto tra l’autore abruzzese e la tradizione letteraria italiana), la silloge intitolata Fronde sparte: saggi e discorsi (1947-1959), Padova 1960 (nella quale raccolse i discorsi tenuti presso l’Università di Catania e altri interventi già editi – ad eccezione degli elzeviri usciti su Il Messaggero e L’Osservatore romano – tra i quali Il mio testamento letterario) e i Ricordi e profili di maestri e amici (Roma 1965), nei quali pubblicò, tra l’altro, lettere inedite di Croce, Gentile, Giovanni Faldella, Mario Pratesi, Federico De Roberto.
Morì a Roma il 20 ottobre 1965.
Il volume Ludovico Ariosto uscì postumo a Firenze nel 1966. Natali lasciò il suo patrimonio librario alla Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata.
Fonti e Bibl.: Bibliografia degli scritti di G. N., prefazione di M. La Rosa, Catania 1955; E. Liburdi, G. N., in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le Marche, s. 8, IV (1964-65), pp. 213-218; Supplemento 1955-65 alla bibliografia degli scritti di G. N., a cura di G. Persi Sommaruga, Roma 1965; C. Musumarra, necr.,in Giornale Storico della letteratura italiana, CXLIII (1966), pp. 318-320; R. Braccesi, Ricordo di un Maestro: G. N. nell’ultimo decennio, in Siculorum Gymnasium, XVIII (1965), 2, pp. 284-291; Id., Commemorazione di G. N., Roma 1966; Dizionario generale degli autori contemporanei, II, Firenze 1974, p. 895; S. Baldoncini, G. N. critico, Macerata 1975; R. Braccesi, G. N., in Letteratura italiana. I critici. Storia monografica della filologia e della critica moderna in Italia, III, Milano 1976, pp. 1925-1938; P. Zannotti, G. N.: l’uomo e lo studioso, in Montolmo e centri vicini. Ricerche e contributi, Atti del XXV Convegno di studi maceratesi, Corridonia 18-19 novembre 1989, Macerata 1991, pp. 389-426; G. Natali, In viaggio col Leopardi nell’Italia letteraria, a cura di M. Verdenelli, Ancona 2000; L. Fermani, Il Liceo classico «G. Leopardi» di Macerata (1861-1970), in Scuola e insegnamento, Atti del XXXV Convegno di studi maceratesi, Abbadia di Fiastra (Tolentino), 13-14 novembre 1999, Macerata 2001, pp. 400-402; Dizionario biografico dei Marchigiani, a cura di G.M. Claudi - L. Catri, Ancona 2002, p. 360; A. Labriola, Carteggio, IV, 1896-98, a cura di S. Miccolis, Napoli 2004; L. Lattarulo, La Nazionale di Roma per Benedetto Croce, in Manoscritti antichi e moderni, Roma 2005, pp. 187-193; A. Del Ciotto, Lettere inedite di Domenico Ciampoli, in Studi medievali e moderni, 2007, n.1, pp. 299-351.