BIANCHI, Giulio Maria (al secolo Giovanni)
Nacque, probabilmente nel 1626, a Cracovia, dove il padre, Ludovico, era rappresentante diplomatico della Repubblica di Venezia presso il re di Polonia; qui stette per alcuni anni, finché il padre esaurì la sua missione, tornando a Venezia. Il 6giugno 1641entrò nel convento dei SS. Giovanni e Paolo, vestendo l'abito dell'Ordine dei predicatori. Fece i primi studi a Padova, poi, secondo il Catalano, fu inviato in Spagna per seguire il corso di teologia, e li insegnò per tre anni, prima di aver preso gli ordini maggiori; il Coulon, invece, nega tale circostanza, supponendo che il B. abbia solamente insegnato in Spagna dal 1654 al 1656. Certo è che egli nel 1654 si laureò in teologia a Padova, sotto il magistero del padre Innocenzo Pencino.
Nell'estate del 1654 il B. partecipò ad una accesa polemica teologica contro il teologo romano Pietro Conti, il quale aveva sostenuto. durante una pubblica discussione, la proposizione "alius deus est possibilis" fondandosi sulla distinzione aristotelica di oggetto e concetto, per cui una affermazione può essere falsa formaliter, ma vera obiective, in quanto "nihil concipitur impossibile ex parte obiecti". Anche se formulata impeccabilmente dal punto di vista filosofico-scolastico, la tesi del Conti suscitò l'immediata reazione di alcuni dotti e zelanti teologi: il 25 luglio 1654, nella chiesa dei Frari, il primo impugnatore del Conti, Michele Columera, appoggiato dal B., da un altro domenicano, Giacomo Giennizzi, e dai carmelitani Pietro Ferrari e Francesco Mondino, lesse le comuni conclusioni che condannavano la dottrina contiana. Intervenne, quindi, il padre inquisitore di Venezia, Ambrogio Fracassino, che la giudicò eretica e ne impedì la pubblicazione e diffusione.
Il B. partecipò, in rappresentanza della provincia veneta, al capitolo generale dell'Ordine tenutosi a Roma nel 1656, svolgendo brillantemente alcune tesi teologiche che furono pubblicate nello stesso anno a Venezia. Ancora nel 1656 fu nominato padre maestro e destinato a reggere il ginnasio di S. Tommaso a Napoli, ma non vi si poté recare a causa di un'epidemia di peste, scoppiata nella città. Fu chiamato allora a Roma dove, nel convento di S. Maria sopra Minerva, insegnò per otto anni teologia. Per amore dell'insegnamento e degli studi rifiutò più volte la dignità vescovile: prima la sede di Squillace, offertagli da Alessandro VII, e poi quelle di Spalato, Corfú e Capodistria (e secondo alcuni anche quelle di Forlì e Urbino), offertegli da Innocenzo XI. Nel 1770 partecipò al capitolo generale, tenutosi a Roma, in qualità di definitore della Grecia (la sua famiglia, infatti, era d'origine greca, e il B. evidentemente aveva ottenuto di far parte, in seno all'Ordine, di quella provincia), pubblicando altre tesi teologiche (Theologicae theses iuxta Angelici doctoris mentem, Roma 1770). Clemente IX lo nominò consultore della Congregazione dell'Indice; Clemente X, delle Reliquie e indulgenze, e dei Sacri Riti (in quest'ultimo ufficio il B. partecipò alla causa di beatificazione di Roberto Bellarmino, risoltasi allora negativamente, dando un voto assolutamente favorevole al gesuita); il 15 apr. 1684, eletto il padre Giacomo Ricci procuratore generale dell'Ordine domenicano, gli successe nella carica di segretario dell'Indice. Innocenzo XI lo nominò inoltre qualificatore del S. Uffizio e, nel 1687, lo chiamò a rimpiazzare Pietro Passerino nella cattedra di teologia dell'Archiginnasio della Sapienza. Infine, sotto Clemente XI, ebbe anche la carica di prelato domestico di Sua Santità. Morì a Roma il 30 genn. 1707 e fu sepolto in S. Maria sopra Minerva.
Fonti e Bibl.: Bibl. Apost. Vat.,Ferraioli 153, 21 v: voto nella causa di beatificazione del Bellarmino; Ibid.,Vat. Lat. 9041, f. 257: lettera a mons. Giovanni Ciampini (29 apr. 1690); F. Clavestain,Apol. in difesa d'una Dottrina dell'Eccellentissimo Signor Dottor P. Conti Romano, Francofourt s. d. (ma 1656), pp. XVI, XIX, LXXXIII; G. M. Cavalieri,Galleria de' sommi Pontefici: Patriarchi,Arcivescovi e Vescovi dell'Ordine dei Predicatori, II, Benevento 1696, p. 142; G. B. Perazzo,Thomisticus Ecclesiastes, III, Venezia 1701, introduz.; F. Comaro,Ecclesiae Venetae antiquis monumentis... illustratae..., I, Venetiis 1749, p. 274; G. Catalano,De secretarto Sacrae Congregationis Indicis, Romae 1751, pp. 118-120; G. Carafa,De Gymnasio Romano et de eius professoribus, II, Romae, 1751, p. 479; G. M. Mazzuchelli,Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, col. 1155; E. A. Cicogna,Delle Inscriz. Veneziane, V, Venezia 1842, pp. 210 s.; VI, ibid. 1853, p. 431; P. T. Masetti,Monumenta et antiquitates veteris disciplinae ordinis Praedicatorum, II, Romae 1864, p. 270; Acta capitolorum generalium Ordinis Praedicatorum, VIII, Roma 1903, p. 2; J. Quetif-J. Echard,Scriptores Ordinis Praedicatorum, a cura di R. Coulon, Lutetiae Parisiorum 1910, pp. 97-99; I. Taurisano,Hierarchia Ord. Praedicatorum, Romae 1916, p. 117; Dict. d'Hist. et Géogr. Ecclés., VIII, col. 1377.