BORDOGNI, Giulio Marco
Nacque a Gazzaniga (Bergamo) il 23 genn. 1789. Formatosi alla scuola di G. S. Mayr, sembra che il suo debutto come tenore avvenisse al Teatro Nuovo di Novara nel 1808 (Scudo). Il successo riportato gli valse una scrittura al Teatro Regio di Torino, dove nella quaresima 1812 cantò, insieme con I. Colbran, nella Gerusalemme distrutta di N. Zingarelli. Negli anni seguenti il B. si esibì su diversi teatri italiani, ovunque favorevolmente accolto: nel 1813 al Carcano di Milano (fu Argirio nel Tancredi di Rossini), nel carnevale 1814 al Teatro Re di Milano e al Teatro della Società di Bergamo, accanto a G. Donizetti, secondo basso (di cui poi divenne intimo amico), e nell'autunno al Teatro di Varese, infine, nel carnevale 1815, al Teatro Ducale di Parma, dove interpretò, oltre al Tancredi, in compagnia della B. R. Pisaroni, La fedeltà coniugale di A. Brunetti. Nel 1817 venne scritturato al Teatro Santa Cruz di Barcellona da P. Generali, del quale cantò La contessa di Colle Erboso e La Cecchina suonatrice di ghironda, insieme con altre opere di F. Orlandi e di S. Pavesi. Chiamato a Napoli nella primavera 1818 per cantare al San Carlo il Tancredi (suo cavallo di battaglia), fu udito da un incaricato del Teatro Italiano di Parigi, il violinista J. J. Grasset, che lo ingaggiò subito come primo tenore per quel teatro. In questa occasione napoletana il B. strinse con Rossini un'amicizia durata tutta la vita. Alla fine del 1818 si recò a Parigi: il suo esordio avvenne il 20 marzo 1819 al Teatro Italiano in rue de Louvois con I fuoriusciti diFirenze diF. Paer. Dopo il successo conseguito, il B. si stabilì a Parigi, rimanendo al Teatro Italiano per quattordici anni come uno dei più acclamati e stimati "virtuosi" del tempo, apparendovi in tutte le opere rossiniane (si ricordano, in particolare, le interpretazioni dell'Otello, 5 giugno 1821, a fianco di M. Garcia e di G. Pasta, della Gazza ladra, 18 sett. 1821 e 6 nov. 1829, insieme con M. Malibran) e partecipando anche alle "prime" dell'Agnese di F. Paer (24 luglio 1819) e dell'Elisa e Claudio di S. Mercadante (22 nov. 1823), ancora con G. Pasta. Per l'arte del suo canto e per l'eccellenza del suo metodo, nel 1820 L. Cherubini, direttore del conservatorio di Parigi, lo nominò professore di canto. Il B. tenne questo posto, eccettuata qualche breve interruzione (secondo alcuni, dal 1823 al 1824, secondo altri, dalla primavera all'autunno 1829, durante la sua scrittura al Teatro Italiano di Londra), per oltre trent'anni, dedicandosi interamente all'insegnamento a partire dal 1833, anno del suo ritiro dalle scene. Dalla sua scuola uscirono cantanti famosi, come G. Matteo de Candia (Mario), M. C. Falcon, E. Sontag e L. Cinti-Damoreau. Attorno al 1835 pubblicò a Parigi un importante testo didattico, Trente-six vocalises pour voix de soprano oude ténor,première et deuxième suites (Paris s.d.), più volte edito a Parigi, a Milano, a Berlino e a Lipsia, cui seguirono numerosi altri libri di Vocalizzi, alcuni dei quali con parole, per voce di contralto e di mezzo soprano, di baritono e di basso, che furono adottati anche all'estero e ristampati finoal presente (come i 3 esercizi e 12 nuovi vocalizzi con accompagnamento di pianoforte,Op. 8,per soprano o tenore, Milano 1943 e 1955); pubblicò anche una Méthode de chant (Paris s.d.).
Nel maggio 1856, stanco e malato, il B. prese congedo dal conservatorio; poco dopo, si spense a Parigi il 31 luglio 1856.
Per le sue benemerenze artistiche e di docente, dal 1839 era stato insignito della legion d'onore e di altri ordini.
Come cantante, malgrado il limitato volume della voce (non superava ordinariamente il sol), per altro di bel timbro e di rara flessibilità, il B. s'impose per il classico equilibrio dello stile e l'elegante originalità del fraseggio; meno convincente, invece, sembra fosse come attore, difettando di vivacità e d'incisività. Il suo ricordo resta, comunque, principalmente legato alla sua valentia di educatore di voci (il cui riflesso si può rilevare dagli ottimi Vocalizzi), avendo reso. con il suo magistero, grandi servizi al conservatorio di Parigi, dove - secondo lo Scudo - le buone tradizioni nell'arte delicata del canto si stabilivano con notevole difficoltà.
Dei tre figli del B., Luigia (o Luisa) fu cantante (mezzo soprano) di merito. Nata forse nel 1816 a Parigi, dove esordì nel 1832, cantò con successo sui teatri di New York (1833), di Filadelfia (1834), di Messina e di Napoli (1836-1837). Sposatasi con il fagottista J. B. J. Willent nel 1834, per circa sette anni diede concerti insieme con il marito in Europa. Fu poi a Bruxelles maestra di canto fino al 1848. Ritornata in Italia dopo la morte del marito (1852), vi morì verso il 1855.
Bibl.: Cronaca straniera, in Gazzetta music. di Milano, XIV (1856), 32, p. 225; [F. H. J.] Castil Blaze, Théâtres lyriques de Paris - L'Opéra Italien de 1548 à1856, Paris 1856, passim da p. 371 a p. 466; P. Scudo, B., in Critique et littérature musicales, II, Paris 1859, pp. 250-269; E. Panofka, Voci e cantanti..., Firenze 1871, pp. 99 s.; G. Donati Petteni, L'arte della musica in Bergamo, Bergamo 1930, p. 53; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, II, Paris 1861, p. 27; C. Schmidl, Diz.univ. dei musicisti, I, p. 222. Vedi anche G. E. Schiavo, Italian American History, I, New York 1947, pp. 258 s. (per Luisa).