FIESCO, Giulio
La ricostruzione della biografia di questo musicista presenta non poche difficoltà per la scarsità di documenti finora reperiti. Secondo alcuni il F. nacque attorno al 1519 circa e fu al servizio della cappella di Ercole II ed Alfonso II d'Este. La prima informazione biografica conosciuta ci viene fornita da A. Superbi (p. 130, dove il nome del F. compare sotto la dicitura "Fies"),il quale cita il F. fra i primi compositori che resero famosa la cappella musicale di Ferrara e precisa inoltre che egli non era "solo musico, ma degno suonatore de varii instromenti" (da ciò si desume che il F. fosse stato anche liutista). Considerando, però, che non si conosce alcuna fonte dell'epoca che gli attribuisca l'appellativo di "musico ducale", si potrebbe dedurre che la sua attività musicale presso la corte di Ferrara fosse secondaria rispetto ad altri incarichi nella città.
Il Newcomb avanza l'ipotesi che il F., se identificabile con "Giulia Fiaschi [il nome al femminile verrebbe ipotizzato come errore di stampa] organista di gran nome" che M. A. Guarini ricorda come maestro concertatore del coro delle suore di S. Vito (cfr. Compendio historico..., p. 274), sarebbe stato a quel tempo organista di una delle grandi chiese ferraresi, forse quella di S. Francesco, dove venne sepolto. Altra ipotesi del Newcomb è che il F. sia stato impiegato a Roma presso il cardinale Ippolito (II) d'Este e come L. Bertani sia stato un affezionato visitatore della corte di Ferrara. In tale caso il Newcomb ipotizza che il F. potrebbe essere identificato con un certo Giulio Del Trombone, che era un musicista al servizio del cardinale Ippolito XI (cfr. anche Pacifici). L'impiego presso Ippolito d'Este confermerebbe. fra l'altro, l'influenza delle teorie di Nicola Vicentino che sicuramente fu al servizio del cardinale, sulla musica del Fiesco. A conferma delle relazioni che il musicista ebbe con la corte di Alfonso II di Ferrara sono comunque assai significative le dediche di alcune opere del F. ad Alfonso II, Lucrezia ed Eleonora d'Este. Inoltre la raccolta di madrigali Musica nova fu composta su richiesta di G. B. Guarini, che a quel tempo era poeta della corte estense.
Sulla base dei dati fornitici da Fétis il F. morì nel 1586. Con certezza si sa che il suo corpo venne seppellito nella chiesa ferrarese di S. Francesco, similmente a quello di altri noti musicisti di Ferrara come Francesco Della Viola e Giulio Giusberti (cfr. Guarini, p. 274).
L'ultima raccolta di madrigali Musica nova (1569), su testo di G. B. Guarini, è comunemente giudicata l'opera di maggiore valore. Il titolo, similmente all'omonima raccolta di A. Willaert del 1559, costituisce una tipica manifestazione di una rinnovata concezione dell'arte musicale dove la nobiltà dell'espressione e la subalternità del brano musicale al testo poetico sono i principali obiettivi del compositore. Il F. riesce appieno in questo programma, assecondando musicalmente quella varietà di atmosfere della poesia guariniana come il patetico, il lirico ed il passionale e allo stesso tempo cercando di non scadere in una rozza artificiosità od in un manierato simbolismo di fronte alla intensa retoricità dei testi.
Accanto alla raffinata sensibilità del F., presente nella sua ultima raccolta Musica nova, non si può tralasciare l'analisi di alcuni madrigali del primo libro (1554) di indubbio rilievo nelle questioni teoriche connesse con gli ultimi sviluppi del madrigale cinquecentesco attraverso l'uso del cromatismo. L'influenza del pensiero teorico di Nicola Vicentino contenuto nel trattato L'antica musica ridotta alla moderna pratica è, a questo riguardo, determinante per aver indotto una serie di compositori dell'epoca, come V. Ruffo, C. de Rore, A. Striggio ed altri a sperimentare sempre più audacemente l'uso del cromatismo per l'espressione degli affetti dolorosi. In sostanza l'idea del Vicentino era quella di interpretare la moderna pratica compositiva secondo i tre antichi generi greci, diatonico, cromatico ed enarmonico e da questa premessa creare una nuova sintesi in cui avesse, fra l'altro, maggiore spazio l'uso del cromatismo. Pertanto risulta assai frequente incontrare in compositori dell'epoca la denominazione di "cromatico" o "diatonico" all'inizio dei madrigali da loro composti.
Altra caratteristica che denota l'influenza del Vicentino è l'adeguarsi dell'atmosfera musicale a quella del testo poetico, operazione che richiede un sapiente uso di particolari procedimenti sintattico-musicali che il teorico Vicentino analizza nel suo trattato. Va infine notata nei due madrigali la tendenza alla trasformazione dell'armonia modale in quella tonale come si può constatare dalla ricorrente presenza di successioni accordali assai simili alla cadenza. Tale pratica, non ancora inquadrata in un sistema teorico consapevole, si manifesta soltanto a livello di una pura esigenza percettiva. Alla base di questa evoluzione e del superamento del sistema modale è senz'altro il frequente uso del cromatismo che, per certi versi, avrà un ruolo simile in quei compositori della prima metà del Novecento che abbandonarono la pratica tonale a favore di quella dodecafonica.
Opere: Primo libro di madrigali a 4 voci, Venezia, A. Gardane, 1554; secondo l'Eitner il F. avrebbe composto un IIlibro di madrigali pubblicato dal Gardane a Venezia nel 1554; Madrigali a 4, 5e a 6 voci e 4 dialoghi a 7 e a 8 voci, ibid., G. Scotto, 1563; Madrigali a 5 voci, libro II, a cura di C. Correggio, ibid. 1567; Musica nova a 5 voci, libro I, ibid., A. Gardane, 1569. In raccolte: madrigale Se voiset'ilmio cor in Primo libro delle Muse a 4 voci, Roma, A. Barré, 1555; Valli vicin'è ruppi cipresse in Il primo libro delle Muse a 3 voci, Venezia, G. Scotto, 1562; greghesca No fodi tal a 5 voci in A. Molino, Ilprimo libro delle greghesche, ibid., A. Gardane, 1564; napolitana Forz'è lasso ch'io mora, in Bartolomeo da Ravenna, Il primo libro delle napolitane a 3 voci, ibid., G. Scotto, 1570 e Cor mio in Ilprimo libro delle napolitane a 3 voci di "G. Policretto et altri musici", ibid., Id., 1571.
Bibl.: A. Superbi, Apparato degli huomini illustri della città di Ferrara, Ferrara 1620, pp. 129 s.; M. A. Guarini, Compendio historico dell'origine, accrescimento e prerogative delle chiese, e luoghi pij della città, e diocesi di Ferrara, Ferrara 1621, pp. 274, 375; F. Borsetti, Historia almi Ferrariae Gymnasii, II,Ferrara 1735, p. 468; Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, a cura di G. Gaspari, III, Bologna 1893, pp. 69, 204, 250; Musicisti ferraresi, a cura di N. Bennati, Ferrara 1901, p. 25; V. Pacifici, Ippolito II d'Este cardinale di Ferrara, Tivoli 1920, p. 386; A. Einstein, The Italian madrigal, II,Princeton 1949, pp. 554-557; H. W. Kaufmann, A "diatonic" and a "chromatic" madrigal by G. F., in Aspects of Medieval and Renaissance music: a birthday offering to Gustave Reese, New York 1966, pp. 474 ss.; Bibliografia della musica italiana vocale profana pubblicata dal 1500 al 1700, I, Pomezia 1977, pp; 637-40; A. Newcomb, The madrigal at Ferrara..., Princeton 1980, I, pp. 29, 167, 172; F.J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III,p. 248; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, III, pp. 441 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, IV, coll. 172 s.