CAGNACINI, Giulio Cesare
Ferrarese, tipografo nella sua città durante l'ultimo quarto del sec. XVI, il suo nome si trova per la prima volta menzionato nel 1582 associato a quello del libraio, editore e tipografo di Ferrara Domenico Alammarelli. In quell'anno i due soci affidarono alle stampe degli eredi di Francesco de Rossi la pubblicazione di una Scielta di Rime del sig. Torquato Tasso. Prima e seconda parte.èun volume in-8º piccolo di pp. 16 n.n. + pp. 96 + pp. 96 che riproduce - quanto al testo - la precedente edizione di Ferrara, per Antonio Baldini. Ha la medesima dedica a Lucrezia d'Este, ma vi si riscontrano alcune correzioni. è sottoscritto: "In Ferrara Appresso Domenico Mammarelli e G. C. Cagnacini Compagni". A p. 95 della seconda parte si legge: "In Ferrara nella Stamperia degli Heredi di Francesco de Rossi. 1582". Nello stesso anno i due soci pubblicarono La Gerusalemme liberata del sig. Torquato Tasso riproducendo l'edizione di Febo Bonnà (Ferrara, Vittorio Baldini, 1581).
Dell'anno 1583 si citano - ed esistono realmente - due edizioni del C. portanti la data di Venezia. Il suo nome non compare nelle "mariegole" dell'"Università dei libreri, tipografi e ligatori" di Venezia, né vi si poteva trovare, perché il 27 apr. 1572 erano state votate nuove regole per gli aspiranti all'ammissione nell'università dei librai e stampatori: l'aspirante doveva provare di esser stato garzone in Venezia per cinque anni consecutivi, aver servito in quella città come lavorante per tre anni, ed esser stato dichiarato idoneo da periti eletti; i forestieri "che verranno per farsi maestri debbono prima lavorare nelle botteghe nostre almeno per cinque anni continui". Queste norme furono rese esecutive dall'autorità politica, che comminava una multa di 50 scudi, sequestri, ecc. ai contravventori. Ora, se il C. era a Ferrara - come è documentato - nel 1582, non poteva esser accettato tipografo a Venezia nel 1583, né avrebbe potuto legalmente stampare libri in quella città. Che egli abbia per due volte osato contravvenire alle prescrizioni (e le autorità veneziane non erano certo solite minacciare a vuoto) è difficile da credere. Per questa contraddizione non v'è che uno scioglimento: le due edizioni furono stampate a Ferrara ed ebbero la falsa data di Venezia per facilitame lo smercio nelle fiere librarie italiane.
Nel 1584 il C., a Ferrara, non ha più rapporti di lavoro col Mammarelli; prende a collaboratori i fratelli, dei quali nulla si conosce, ed in quell'anno comincia la stampa di tutte le opere di Torquato Tasso, eccettuata la Gerusalemme liberata (giàedita nel 1582). Questa raccolta è oggi rarissima e non se ne conoscono copie complete in nessuna biblioteca pubblica italiana; anche quella del British Museum manca del IV tomo, mentre il II ha il nome del Vasalini come stampatore: anche questo tipografo infatti aveva sin dal 1583 iniziato la stampa delle opere minori del Tasso. La raccolta del C. si compone di quattro volumetti in-12º (ciascuno diviso in più parti) composti in carattere corsivo assai elegante: Delle rime e prose del sig. Torquato Tasso. Parte prima. Con diligenza rivedute e corrette, "Ferrara, Appresso Giulio Cesare Cagnacini e fratelli. 1585"; Delle rime e prose… Parte seconda; Delle rime e prose… Parte terza (con la data in fine 1584); Aggiunta alle rime e prose.
Del 1585 si ha una edizione della Gerusalemme liberata con i cinque canti aggiunti da Camillo Camilli che ha sul frontespizio la dichiarazione editoriale: "In Ferrara, appresso Simon Vasalini. 1585" Ma in fine si legge: "In Ferrara appresso G. C. Cagnacini e fratelli".
Ancora nel 1585 il C. ristampò una raccolta di scritti critici del e sul Tasso, che l'anno stesso G. B. Licini aveva procurato per l'Osanna di Mantova e che subito questi aveva pubblicato. L'edizione Cagnacini ebbe come titolo: Apologia in difesa della sua Gerusalemme liberata del sig. Torquato Tasso con altre opere.Nel 1587 stampò: Il Re Torrismondo. Tragedia del sig. T. Tasso in molti luoghi corretta secondo le intentioni dell'autore con una giunta del medesimo, e ancora in quell'anno pubblicò del Tasso Ilsecretario.IlSolerti cita un'edizione de IlRinaldo - chesarebbe la sesta replica del poema - datata 1589. Ma questa edizione - se è esistita veramente - è oggi assolutamente introvabile. Probabilmente con il 1588 l'attività del C. si arresta, ed è perciò difficile ritenere pubblicata quella edizione.
Il B. non si limitò a stampare opere del Tasso, ma diede in luce anche prodotti di diversi autori. Si citano: 1583: G. B. Giraldi Cinthio, Le tragedie;1586: G. D. Cucchetti, La pazzia (favola pastorale); T. Garzoni, L'hospitale dei pazzi incurabili; F. Partini, La Califfa (favola boschereccia). Altre poche edizioni stampò nel 1587 e forse due sole nel 1588. Non è noto quando l'azienda del Cagnacini cessò, né si conosce l'anno della sua morte.
Fonti e Bibl.: Venezia, Civico Museo Correr, Ms. Cicogna 2040, c. 4;Arch. di Stato di Ferrara, Notarile, not. Giovanni Albicetti, atti a. 1584, c. 118;Ibid., ibid., not. Domenico Zaffarini, atti a. 1587, c. 37;A. Solerti, Bibliografia delle opere minori di T. Tasso, Bologna 1893, pp. 26, 27, 28, 130;T. Tasso, LaGerusalemme liberata, a cura di A. Solerti, Firenze 1896, pp. 131 ss.; E. Pastorello, Tipografi, editori, librai a Venezia nel sec. XVI, Firenze 1924, V. 18; G.Agnelli, La stampa nella provincia di Ferrara, in Tesori delle biblioteche italiane, Milano 1932, pp. 475, 482;F. Ascarelli, La tipografia cinquecentina italiana, Firenze 1953, p. 52, 214;M. E. Cosenza, Biographical and bibliographical dictionary of the Italian printers, Boston 1968, p. 135.