AMIDANO, Giulio Cesare
Figlio di Luigi, e chiamato anche Pomponio perché confuso con un suo fratello che faceva il notaio. Nacque a Parma nel 1566; discepolo di Gerolamo Bedoli, si formò sulla tradizione locale, guardò B. Schedoni e soprattutto Annibale Carracci. Poche sono le notizie biografiche: la data su qualche dipinto e il ricordo che nel 1628 affrescò sul cosiddetto arco di San Lazzaro, sulla via Emilia, eretto per le nozze di Odoardo Farnese con Margherita de' Medici, la vittoria dei Parmigiani su Federico Il di Svevia.
Morì nel 1630.
Arduo è datare le sue opere, perché la sua pittura è statica, se pure tormentata ed eclettica, con macchie di luce che appiattiscono, più che sussidiare, la forma: Giobbe sul letamaio, già nell'oratorio del rappresentato, ed ora nella chiesa di San Giuseppe a Parma; la Sacra famiglia, angioli ed i ss. Genesio, Francesco e Agnese,nella Galleria Nazionale della detta città, ma proveniente dalla chiesa di Santa Maria in borgo Taschieri; un'altra Sacra famiglia nella Pinacoteca Nazionale di Napoli, del pari fiacca e ricalcata sullo Schedoni; il Martirio di S. Pietro nell'abside della chiesa parrocchiale di Vigatto (Parma), eseguito nel 1612 per dodici doppie d'oro; lo Sposalizio di s. Caterina tra i ss. Carlo Borromeo e Francesco d'Assisi, nell'oratorio dei Rossi a Parma, una delle sue opere migliori (1616); il Cristo deposto della Galleria di Parma, prossimo al S. Sebastiano dello Schedoni, nella Pinacoteca di Napoli; il ritratto di uno Scultore, di buon effetto, malgrado il basso cromatismo, nella detta Galleria di Parma; un ulteriore Sposalizio di s. Caterina, ivi, copia con varianti del quadro di Annibale Carracci nel Palazzo Reale a Napoli, che replica anche nella chiesa di Barbiano presso Felino (Parma); ed altri dipinti.
Fonti e Bibl.: Parma, Museo di Antichità, R. Baistrocchi, Guida di Parma, ms. n. 120 [1780] c. 99; ibid., Sanseverino, Dizionario pittorico, ms. n.173, p. 22; Parma, Bibl. Palatina, M. Zappata, Notitiae ecclesiarum, ms. parm. n. 1134 [sec. XVIII]; Parma, Museo di Antichità, E. Scarabelli Zunti, Documenti e memorie di Belle Arti parmigiane, IV [1551-1600], ms. n. 103, cc. 13 e 14 e V [1601-1650], ms. n. 104, cc. 19-20; ibid., Id., Materiale per una guida di Parma, II, ms. n. III, c. 61 v. e 218; Descrizione di zoo Quadri, Parma 1725, p. 55; O. Ruta, Guida... della città di Parma, Parma 1780, pp. 61, 63-64; I. Affò, Il parmigiano servitor di piazza, Parma 1796, p. 67, 124, 126, 127, 134; O. B. Bodoni, Le più insigni pitture parm., Parma 1809, tavv. XVII, XVIII; C. Ricci, Guida di Parma, Parma 1896, pp. 59-62, 229, 306; A. De Rinaldis, La Pinac. del Museo Naz. di Napoli, Napoli 1928, pp. 4 a.; V. Moschini, B. Schedoni, in L'Arte, XXX (1927), pp. 123-125; A. O. Quintavalle, La R. Gall. di Parma, Parma 1939, pp. 61 s., 278 s.; Id., Mostra parmense di dipinti Moti ed ignoti, Parma 1948, pp. 67, 82 s.; A. Ghidiglia Quintavalle, La Galleria Nazionale di Parma, Bologna 1956, p. 28; Id., I Carracci e Parma, in Aurea Parma, XL, 4 (1956), pp. 285a.; U. Thieme-F. Bccker, Allgem. Lexikon der Mldenden Kunstler, I, p. 406; Encicl. Ital., II, pp. 967 s.; U. Galetti-E. Camesasca, Encicl. della pittura ital., p. 53.