CERESOLE, Giulio
Nacque a Venezia il 24 giugno 1878 da Sebastiano Vittorio e Laura Milesi. Dopo aver compiuto i primi studi nella città natale, frequentò l'università di Padova, ove conseguì prima, nel 1900, la laurea in scienze fisiche e naturali, e successivamente, nel 1903, quella in medicina e chirurgia. Negli anni compresi tra le due lauree svolse una proficua attività presso l'istituto di anatomia patologica dell'università di Padova, allora diretto da A. Bonome, dedicandosi prevalentemente a ricerche di batteriologia, di epidemiologia e di igiene.
Conseguita la laurea in medicina, fu per tre anni assistente di chirurgia nell'ospedale civile di Venezia. Poi, fortemente attratto dalla radiologia e dalla terapia fisica, in quegli anni ancora agli albori, dal 1906 iniziò la relativa carriera specialistica presso lo stesso ospedale: subito gli venne affidata la direzione del servizio di radioterapia della divisione dermosifilopatica, che mantenne fino al 1914; nel 1912 fu nominato primario di terapia fisica; infine nel 1920 ottenne il titolo di primario plettroterapista e radiologo. La sua attività specialistica fu però intensa anche in altri settori: nel 1908 fondò l'Istituto climatoterapico e di cure fisiche di Venezia Lido, che diresse fino al 1915, quando esso passò all'ospedale civile di Venezia; sempre nel 1908 si recò a Parigi, presso il laboratorio Béclère, che era allora uno dei centri più progrediti per lo studio e per le applicazioni dei raggi X; nel 1912 frequentò per un certo tempo l'istituto di elettroterapia e radiologia dell'università di Napoli, conseguendovi la libera docenza in elettroterapia; svolse i corsi di elettroterapia nell'università di Napoli nel 1914 e nel 1915, poi, essendo stata trasferita la sua docenza dall'università di Napoli a quella di Padova, in quest'ultima sede dal 1919 al 1933; nel 1919 conseguì anche la docenza in radiologia medica.
Durante la guerra il C. prestò la propria opera nell'esercito, dapprima (1915-17) come capitano medico direttore del servizio sanitario radiologico della piazza marittima di Venezia, poi come direttore del plotone autonomo di cure fisiche dell'ospedale militare di Venezia da lui stesso fondato, quindi nel 1918 come maggiore medico incaricato della vigilanza dei plotoni di cura del X corpo d'armata. Sempre nel 1918 fu trasferito all'ospedale militare di Napoli, con l'incarico di ispettore dei servizi radiologici e di direttore del centro fisioterapico dell'ospedale militare di Portici: si offrì allora per la cura gratuita dei profughi di guerra residenti a Portici, affetti da spagnola. Per le benemerenze acquisite durante il periodo bellico, nel 1919 fu nominato cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Terminate le ostilità, tornò ai suoi studi di radiologia e riprese la carriera ospedaliera, che, come si è detto, doveva brillantemente percorrere.
La giovane scienza radiologica era in quell'epoca in piena espansione, e studiosi di ogni parte del mondo recavano preziosi contributi alla conoscenza dei raggi X e alla loro applicazione in diagnostica e in terapia. In Italia già due università, quelle di Napoli e di Roma, avevano ammesso all'insegnamento ufficiale la nuova disciplina, e numerosi ospedali erano dotati di complessi radiologici. Il C., formatosi alle scuole eminentemente pratiche e applicative dell'ospedale di Venezia e del celebre A. Béclère - cui già tanto doveva la diagnostica radiologica -, si indirizzò prevalentemente allo studio dei vari impieghi dei raggi X: pubblicò numerosi lavori e note sul loro meccanismo d'azione, studiato anche sperimentalmente, e sulle tecniche radiologiche (si ricorda, tra l'altro, La teleradiografia, Venezia 1906) e fu relatore ai congressi di radiologia di Genova nel 1919 e di Firenze nel 1928. Una particolare menzione meritano il suo metodo di applicazione dei raggi X nella cura delle artriti e delle miositi blenorragiche (La cura delle artriti e delle miositi blenorragiche coi raggi Röntgen, in Riv. veneta di scienze med., XXVII[1910], t. LII, pp. 224-40), le sue osservazioni sull'applicazione terapeutica dei raggi X (Sulle difficoltà che si incontrano nella cura coi raggi Röntgen, ibid., pp. 21-30, 401-09) e i suoi lavori, in gran parte sperimentali, sull'elettrologia medica (La cataforesi elettrica,Venezia 1911; I fenomeni elettrolitici nelle varie modalità elettriche usate in medicina, ibid. 1912).
Il C., fin dal conseguimento della prima laurea, coltivò con passione anche la meteorologia e la climatologia. In tale campo la sua più intensa attività si svolse negli anni compresi tra il 1929 e il 1933: in gran parte per suo merito il 12 maggio 1930 fu istituito il Servizio meteorico sanitario italiano, la cui direzione fu affidata a B. Paoloni; sua fu l'iniziativa della divulgazione dei principî della climatoterapia nel mondo medico; sua, infine, la proposta dell'istituzione di un centro bioclimatico a Venezia Lido. A lungo si batté per la realizzazione di tale centro, e più volte nei suoi scritti, nelle sue lezioni, nelle conferenze che tenne sull'argomento, insisté sui vantaggi della climatoterapia e sul prezioso uso che se ne poteva fare in molte malattie, specie tubercolari.
Occorre ricordare che la meteorologia e la climatologia medica si erano ormai affermate su solide basi scientifiche, e nulla più avevano di improvvisato e di empirico nelle loro applicazioni. In particolare, era ben nota l'utilità dell'elioterapia e della talassoterapia nella prevenzione delle malattie tubercolari; in un'epoca in cui ancora non si disponeva di cure specifiche antitubercolari il miglioramento delle condizioni igieniche e il radicale mutamento dell'ambiente sembravano spesso in grado di risolvere situazioni patologiche altrimenti destinate a divenire di estrema gravità. Specialmente in Italia l'elio- e la talassoterapia erano state grandemente valorizzate e centri e ospizi marini erano sorti un po' dovunque, a iniziare dalla seconda metà dell'800, dopo l'appassionata opera di G. Barellai (cfr. Diz. biogr. degli Ital., VI, sub voce). Ispirandosi a questi concetti, il C. fu autore di vari lavori e studi, dei quali particolarmente interessanti appaiono quelli sui rapporti tra elettricità atmosferica e fenomeni biologici. Delle sue pubblicazioni sull'argomento si ricordano qui: I criteri scientifici moderni che reggono le cure climatico-marine, in Conferenze cliniche delle scuole di sanità militare, VI,Firenze 1931, pp. 91-110; La climatoterapia delle malattie tubercolari, in Trattato ital. della tubercolosi, diretto da L. Devoto, V, 2, Milano 1932, pp. 453-622; Trattato italiano di talassoterapia, Pisa 1932. In questa ultima opera, oltre alle nozioni strettamente biomediche, il C. espose in forma accessibile tutti gli elementi di meteorologia sanitaria. Per la sua attività in questo settore il C. fu delegato dal ministero dell'Interno ai congressi internazionali di talassoterapia di Arcachon, in Francia, nel 1925 e di Costanza, in Romania, nel 1928.
Membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, il C. fu anche socio fondatore della Società italiana di radiologia e membro della Commissione internazionale per lo studio delle norme per la difesa dei radiologi.
Morì a Venezia il 19 nov. 1933.
Bibl.: Necrol. in Quaderni radiologici, IV(1933), pp. 149 s.; in Rass. di radiol. e terapia fisica, VII(1933), p. 760; in Meteorologia pratica, XIV(1933), pp. 257-262; in Giorn. veneto di scienze med., VII(1933), pp. 1021-1026; I. Fischer, Biograph. Lex. der hervorragenden Ärzte (1880-1930), I, p. 233.