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BARTOLOCCI, Giulio

di Giovanni Garbini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARTOLOCCI, Giulio

Giovanni Garbini

Nacque a Celleno (Viterbo) il 10 apr. 1613. Entrò nell'Ordine dei cisterciensi nel 1632, assumendo il nome di "Iulius a Sancta Anastasia". Si dedicò agli studi ebraici, e in particolar modo a quelli rabbinici, sotto la guida di Giuda Iona da Safed, professore di ebraico nell'Archiginnasio romano. Nel 1651 fu nominato lettore di lingua ebraica e rabbinica nel Collegio dei neofiti a Roma e contemporaneamente "scriptor hebraicus" presso la Biblioteca Vaticana. Nominato abate di S. Sebastiano ad Catacumbas, poco prima della sua morte fu aggregato da papa Innocenzo XI tra i consultori della sacra congregazione dell'Indice. Morì a Roma il 19 ott. 1687.

Il nome e l'importanza del B. nella storia degli studi ebraici restano legati alla monumentale opera Bibliotheca magna rabbinica. De scriptoribus et scriptis rabbinicis [nel primo volume si legge Hebraicis] ordine alphabetico hebraice et latine digestis, i cui primi tre volumi, in folio,furono pubblicati a Roma, dalla congregazione di Propaganda Fide, rispettivamente negli anni 1675, 1678, 1683; il quarto, rimasto incompiuto per la morte del B., fu completato e pubblicato nel 1693 da C. G. Imbonati, la cui Bibliotheca Latino-Hebraica (Roma 1694) costituisce un'appendice all'opera del Bartolocci. La Bibliotheca magna rabbinica costituisce la prima grande raccolta della bibliografia ebraica post-biblica; in essa è riunito ricchissimo materiale, con lunghe citazioni di testi in caratteri ebraici, traslitterazione in caratteri latini e versione latina, disposti alfabeticamente sotto il nome dei vari autori. In tale ricchezza di dati, più che nella loro valutazione critica, risiede il merito precipuo dell'opera, arricchita da numerosissime Digressiones. Tra queste hann3 larga parte gli argomenti biblici (specialmente relativi alla cronologia e alla figura di Mosè), anche se l'interesse del B. per questo genere di studi non sembra mosso tanto dal testo sacro ma sé quanto dal desiderio di confutare le affermazioni dei commentatori giudaici. Nei problemi filologici mostra una certa acutezza, coni 1 e, ad esempio, quando sostiene l'origine tarda della vocalizzazione masoretica della Bibbia ebraica o quando rivendica l'antichità della lingua ebraica rispetto all'aramaico, riportando quest'ultimo ad Abramo (che è chiamato "arameo" nella Bibbia) e la prima a Noè. L'interesse bibliografico del B., che si preoccupò di catalogare i manoscritti ebraici della Vaticana, lo portò ad interessarsi, in alcune delle sue Digressiones, anche dell'origine della stampa ebraica in Italia e a redigere un catalogo di tutte le Bibbie stampate, in ebraico e in traduzioni, dalle origini della stampa fino al suo tempo. L'importanza del B. per gli studi ebraici è dimostrata, oltre che dal generale riconoscimento dei moderni, dal fatto che cinque delle sue biografie di rabbini (Rashì, Ibn Ezra, David Qúnchi, Gersonide e Abrabanel) furono riprodotte da Adriano Reland nella sua opera Analecta rabbinica, pubblicata a Utrecht nel 1702.

Come "scriptor hebraicus" presso la Biblioteca Vaticana il B. si dedicò all'opera di catalogazione dei manoscritti e degli stampati ebraici conservati presso la biblioteca. Pur avendo confuso i manoscritti del fondo Palatino con quelli dell'antico fondo Vaticano,egli compì un catalogo nettamente superiore a quelli precedenti. Della catalogazione del B., redatta in latino e in ebraico, restano due redazioni manoscritte: Index librorum omniuni hebraicorum, tam impressoruni quani manuscriptoruni qui anno Iubilei MDCL in Bibliotheca Vaticana extabant (Vat. Lat.13196); la seconda, redatta con l'aiuto di Giovanni Battista Iona, consta di tre volumi: Morè Makòm, Index materiarum, authoruni et tituloruni librorum manuscriptoruni ebraicorum Bibliothecae Vaticanae, Palatinae et Urbinatis, in tres partes distributus (Vat. Lat. 13197-13199).

Degli altri scritti del B., ricordati dal suo primo ed unico biografo, l'Imbonati, uno solo è completo: Migdal oz scem Adonai, Turris fortitudinis nomen Domini,un'apologia del cristianesimo, che Giovanni Battista Iona tradusse in ebraico. Opere rimaste incompiute sono: Liber Tobiae filii Tobielis cuni interlineari Latina versione (commento al libro biblico di Tobia); Aben Scionghev, Expositiones et insigniores conceptus, seu notae nobiliores in Pentateuchuni Mosis, hebraice et latine; Dictiones difficiliores in Miscna declaratae; Middot, De mensuris Templi, cuni versione interlineari (versione di un trattato della Mishndh); Sacra Genesis e Iudaeorum erroribus vindicata; De Trinitate, Messiae Sanctissimi divinitate et gentiuni vocatione ex Rabbinorum commentariis collectanea; Variae interpretationes cabalisticae super libruni Genesis; De sacramento ordinis hebraice dicto Semicha, hoc est impositio manuum.

Bibl.: C. G. Imbonati, Bibliotheca LatinoHebraica,Roma 1694, pp. 139-149; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 1, Brescia 175 8, Ap. 468 s.; U. Cassuto, G. B.,in Encyclopaedia Judaica, III, Berlin 1929, coll. 1102 S.; Id., I manoscritti Palatini ebraici della Biblioteca Apostolica Vaticana e la loro storia,Città del Vaticano 1935, pp. 3-s, 84.

Vedi anche
Rashī Rashī ‹ràšii›. - Nome con cui è comunemente noto il dottore ebreo Shĕlōmōh ben Yiṣḥāq. Giùlio III papa Giùlio III papa. - Giovan Maria de' Ciocchi del Monte (Roma 1487 - ivi 1555), dopo aver partecipato ai lavori del concilio, come legato pontificio, a Trento e a Bologna, fu eletto a successore di Paolo III l'8 febbr. 1550. Fu nepotista, ma, politicamente preparato e alieno dall'estremismo antifrancese ... Gregòrio XIII papa Gregòrio XIII papa. - Ugo Boncompagni (Bologna 1502 - Roma 1585); laureato in diritto (1530), fu chiamato da Paolo III a Roma quale giudice capitolino e breviatore vicecancelliere per la Campagna. Associato da Paolo IV al nipote Carlo Carafa nella Dataria, otteneva da Pio IV la porpora cardinalizia ed ... Clemènte VIII papa Clemènte VIII papa. - Ippolito Aldobrandini (Fano 1536 - Roma 5 marzo 1605); avvocato concistoriale, uditore di Rota, cardinale (1585), legato in Polonia (1588), fu eletto papa, dopo un agitato conclave, il 30 genn. 1592, succedendo a Innocenzo IX. Si impegnò nella repressione del brigantaggio e del ...
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  • Bartolòcci, Giulio
    Enciclopedia on line
    Orientalista cisterciense (Celleno, Viterbo, 1613 - Roma 1687), "scriptor hebraicus" presso la Biblioteca Vaticana (dal 1651). Pubblicò la Bibliotheca magna rabbinica (4 voll., di cui uno postumo, 1675-83, 1693), nella quale dà notizia di tutti gli autori e scritti rabbinici.
  • BARTOLOCCI, Giulio
    Enciclopedia Italiana (1930)
    Dotto orientalista dell'ordine cisterciense, nato in Celleno (Viterbo) il 1 aprile 1613. Fu professore di ebraico al collegio dei Neofiti in Roma, e scrittore della medesima lingua nella biblioteca vaticana. Morì in Roma il 19 ottobre 1687. Di lui ci restano i quattro volumi dell'opera monumentale Bibliotheca ...
Vocabolario
giùlio¹
giulio1 giùlio1 agg. [dal lat. Iulius]. – Appartenente alla gente Giulia, gente patrizia romana che, già illustre nel sec. 5° a. C., si inserì in seguito, soprattutto per opera di Cesare e di Augusto, nella leggenda delle origini troiane...
giulìo
giulio giulìo agg. – Variante poet. ant. di giulivo: S’i’ non ti veggo ogn’or donna giulìa (Poliziano); Verde ride il tuo velo a la giulìa Primavera d’amore (Carducci).
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