Sartorio, Giulio Aristide
Pittore, scultore, architetto (Roma 1860-ivi 1932), discendente da una famiglia di artisti, si formò a Roma ispirandosi inizialmente al Fortuny.
La sua attività fu multiforme e s'intrecciò con quella dell'ambiente letterario della capitale dove incontrò G. D'annunzio per il quale disegnò le tavole e i fregi del poema Isaotta Guttadauro. Dopo soggiorni a Parigi e a Weimar, continuò in Italia, con rinnovato successo, la sua attività nei settori più vari; eseguì tra l'altro le nuove decorazioni allegoriche per l'aula di Montecitorio e i fregi a chiaroscuro per la Biennale di Venezia. La sua attenzione si rivolse quindi soprattutto alla pittura di paesaggio (famose le sue interpretazioni dell'agro romano e della Campania) e di animali. Si dedicò all'illustrazione della Commedia, non riuscendo però che a disegnare qualche tavola; qualcuna è riprodotta nell'ediz. Fornaciari pubblicata dal Barbèra (Firenze 1921).