Uomo politico italiano (Roma 1919 - ivi 2013). Tra i fondatori della Democrazia cristiana, è stato una delle personalità di maggior spicco della vita pubblica in Italia nella seconda metà del Novecento, con la sua ininterrotta presenza ai vertici della politica per oltre un quarantennio: deputato dal 1948, più volte ministro in diversi dicasteri, sette volte presidente del Consiglio, tra il 1972 e il 1992, senatore a vita.
Tra i fondatori della DC, fu delegato alla Consulta e deputato all'Assemblea costituente; è stato eletto alla Camera in tutte le consultazioni, dal 1948 al 1987; nel 1991 è stato nominato senatore a vita. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio con De Gasperi e Pella (1947-54), fu ministro agli Interni con Fanfani (1954), alle Finanze con Segni e Zoli (1955-58), al Tesoro con Fanfani (1958-59); resse poi i dicasteri della Difesa tra il 1959 e il '66 (governi Segni, Tambroni, Fanfani, Leone, Moro) e dell'Industria (1966-68, governi Moro e Leone). Dal febbr. al giugno 1972 fu capo di un governo monocolore democristiano e, dal luglio 1972 al luglio 1973, di un governo di coalizione tra DC, PSDI e PLI con l'appoggio esterno del PRI. Nuovamente alla Difesa nel governo Rumor del 1974, resse poi il Bilancio nei governi Moro del 1974-76. Dal luglio 1976 al marzo 1978, durante la difficile e delicata fase della solidarietà nazionale, fu a capo di un governo monocolore democristiano, con l'astensione di PCI, PSI, PSDI, PRI, PLI; questi stessi partiti, tranne il PLI, sostennero con il voto un nuovo governo monocolore che lo stesso A. guidò dal marzo 1978 (il voto di fiducia venne dato poche ore dopo il rapimento di Moro) al marzo 1979, mentre, ritiratosi il PCI dalla coalizione, un quinto governo A. formato da DC, PSDI e PRI, portò alle elezioni anticipate del 1979. Ministro degli Esteri dall'ag. 1983 al luglio 1989 nei governi Craxi, Fanfani, Goria, De Mita, fu particolarmente attento ai rapporti con il mondo arabo. Dal luglio 1989 fu capo di un governo pentapartito (DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), al quale seguì, dall'apr. 1991, un settimo governo A., senza il PRI, in carica fino alle elezioni dell'apr. 1992. Durante quest'ultimo (giugno 1991) A. venne nominato senatore a vita. Frantumatasi (1994) la DC in una serie di formazioni minori, A. diede dapprima la sua adesione al Partito popolare italiano (PPI), per poi (2001) appoggiare la nuova formazione di Democrazia europea. Indicato dalle dichiarazioni di alcuni esponenti mafiosi "pentiti" come referente politico di settori della mafia siciliana e ispiratore dell'omicidio del giornalista Carmine (Mino) Pecorelli, nel 1993 fu rinviato a giudizio nell'ambito di due procedimenti giudiziari. Il primo procedimento si è concluso nel 2004 con il verdetto della Cassazione che, confermando quello della Corte d'Appello, ha assolto A. dall'accusa di aver colluso con la mafia dopo il 1980 e ha prescritto il reato di associazione per delinquere contestatogli per fatti avvenuti prima di tale data. Nel processo Pecorelli la Cassazione nel 2003 ha annullato la sentenza della Corte d'Appello, assolvendo A. per non aver commesso il fatto.
È autore di numerosi scritti di memorialistica: De Gasperi visto da vicino (1966); Ore 13: il ministro deve morire (1976); A ogni morte di papa. I papi che ho conosciuto (1980); Diari 1976-1979. Gli anni della solidarietà (1981); Visti da vicino (3 voll., 1982-85); Onorevole, stia zitto (1987); Il potere logora ... (1990); Governare con la crisi (1991); Cosa loro. Mai visti da vicino (1995); De (prima) Re Publica (1996); A non domanda rispondo: le mie deposizioni davanti al tribunale di Palermo (1999); Sotto il segno di Pio IX (2000); 1947 (2005); 1948 (2005); 1949 (2006); Concerto a sei voci (2007); 1953 (2007); 2000 (2007).