DELLA VALLE, Giuliano
Nacque il 31 ag. 1456 presso Vico d'Elsa (prov. di Firenze) da Giovanni di Antonio di Martino, proprietario terriero e "provvisionato", e da Sandra di Ottaviano di Michele.
Nel catasto del 1480 il D. figura come studente di discipline giuridiche, presumibilmente presso lo Studio fiorentino. Finiti gli studi, intraprese la professione di notaio, che esercitò con continuità, nonostante il contemporaneo assolvimento di molti incarichi pubblici.
I sette libri delle imbreviature (ora conservati presso l'Archivio di Stato di Firenze), lo seguono dappertutto, tanto nei viaggi, quanto nei vari uffici in cui è chiamato a prestare servizio, tanto nella sua casa di campagna presso San Felice a Ema, quanto nei periodici ritorni al nativo castello di Vico, ove la famiglia conservava molte proprietà e da cui proveniva una parte consistente della sua clientela. Per questo motivo, essendo cioè possibile ricostruire dalle date e dai luoghi dei rogiti i suoi spostamenti, i suoi protocolli rappresentano la fonte principale per la sua biografia.
Il primo di essi inizia con una serie di contratti rogati a San Marcello Pistoiese nel periodo luglio 1481-gennaio 1482, per cui se ne può dedurre che il D. iniziò la carriera di notaio al seguito del capitano della Montagna Pistoiese, uno dei giusdicenti del dominio fiorentino. Alla fine di questo periodo il D. ritornò stabilmente a Firenze e trasferì la sua abitazione dal popolo di S. Pietro Gattolini a quello di S. Felice in Piazza. Nel 1486 compì un viaggio in Oriente, ad Adrianopoli e Pera, ove rogò alcuni contratti ma dove sembra non rivestisse incarichi pubblici. Con deliberazione dei Signori e Collegi del 24 genn. 1488 fece il suo ingresso nella Cancelleria della Signoria in qualità di coadiutore, come il fratello maggiore Antonio, incarico per cui requisito fondamentale era considerato una bella grafia e a cui venivano preferibilmente chiamati dei notai.
Il cambiamento istituzionale del novembre 1494 comportò cambiamenti anche tra il personale addetto alla Cancelleria. La posizione dei D. rimase però invariata. Nel 1498 e nel 1499 fece parte, in qualità di segretario di legazione, di due ambascerie.
Il suo compito era quello di registrare tutta la corrispondenza intercorsa tra gli ambasciatori e gli organi centrali del governo a Firenze. Doveva inoltre redigere di suo pugno le lettere degli ambasciatori. Il primo di questi due incarichi lo condusse a Roma, al seguito di Domenico Bonsi, inviato presso il papa per tentare di sanare il dissidio creatosi tra quest'ultimo ed il Savonarola. Tale missione si svolse tra il gennaio e il luglio del 1498'e non conseguì alcun risultato. La seconda missione si svolse a Venezia, al seguito degli oratori Giovan Battista Ridolfi e Paolantonio Soderini nel marzo 1499.
Nel mese di marzo del 1501 il D. fu incaricato dai Dieci di balia di recarsi presso Giovanni Della Rovere, prefetto di Roma e signore di Senigaglia, dall'anno prima capitano generale della Repubblica fiorentina, allo scopo di prendere in consegna e poi scortare in territorio fiorentino 160 uomini armati. Nel mese di agosto dello stesso anno, licenziati i soldati, il D. fu di nuovo inviato a Senigaglia per pagare al Della Rovere il compenso pattuito per la loro condotta. Al termine di questa missione egli ne inviò dettagliata relazione alla Signoria, in data 7 sett. 1501.
Dal settembre al dicembre 1506 fu chiamato a far parte del Consiglio del dodici, organo interno dell'arte dei giudici e notai con potere deliberante in varie materie: contemporaneamente continuava a prestare servizio nella Cancelleria della Signoria e in quella dei Dieci di balia, ove rimase fino al 1513 e dove fu collega e amico del Machiavelli. Nel bimestre novembre-dicembre 1511 fu notaio della Signoria, La sua carriera non risentì nemmeno del cambiamento istituzionale del 1512 che riportò i Medici al potere: dall'11 maggio 1514 per un anno fu notaio della gabella della carne; dal 24 luglio 1515 si trasferì ad Arezzo ove, sempre per un anno, fu notaio delle gabelle; dal 15 sett. 1517 fu per sei mesi notaio degli ufficiali di Torre, la magistratura cui competeva la confisca e la vendita dei beni dei ribelli; dal 10 marzo 1519 fu per un anno notaio delle permute del Monte; il 17 sett. 1520 fu chiamato a ricoprire quello che doveva essere l'ultimo incarico pubblico della sua vita: quello di vicario di Montecarlo, uno dei tribunali periferici dei dominio fiorentino, con bassa giurisdizione civile e criminale, per cui era espressamente richiesto un notaio. Tale Incarico ebbe la durata di un anno. Tornato a Firenze ebbe ancora il tempo di rogare pochissimi atti, l'ultimo dei quali porta la data del 31 dic. 1521.
Il D. morì a Firenze l'11 marzo 1522. Dal matrimonio con Bartolomea di Francesco Bardi, sembra non esser nato alcun figlio.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Catasto, f.996, c. 10; Provvisioni. Registri, n. 167, c. 245; Signori. Carteggio. Responsive originali, f.40, cc. 23, 86, 99, 78; f.14, cc. 108-112; f.20, cc. 188-189; f.21, cc. 263-266; Tratte, n. 443bis, c. 25v; n. 1128, c. 117v; n. 84, cc. 207v, 215rv, 216, 220; Arte giudici e notai, n. 26, c. 169; Notarile antecosimiano, G.533 (= 7 volumi); Signori e Collegi. Deliberazioni. Duplicati, n. 30, c. 4v; Signori. VIII di Pratica. Dieci di balia. Legazioni e commissarie. Missive e responsive, f.30, c. 1; f.32, c. 121; Signori. Legazioni e commissarie. Elezioni e istruzioni a oratori, n. 26, cc. 54-55, 67v-69; Grascia, n. 190 c.; Firenze Bibl. naz., Poligrafo Gargani, n. 2090; N. Machiavelli, Epistolario, in Opere, V,Milano 1969, pp. 31, 217 s.; D. Marzi, La Cancelleria della Repubblica fiorentina, Rocca San Casciano 1910, pp. 257, 259, 268, 294, 510, 615; A. Verde, Lo Studio fiorentino..., III, 1, Pistoia 1977, pp. 555 s.