MAMELI, Giuliana Eva
Nacque a Sassari il 12 febbr. 1886 da Giovanni Battista, colonnello dei carabinieri, e Maddalena Cubeddu. Quando il padre andò in pensione la famiglia si trasferì a Cagliari, dove la M. frequentò il liceo statale e poi l'Università, laureandosi in matematica già nel 1905. Morto il padre, si trasferì a Pavia dal fratello Efisio, professore di chimica organica all'Università e fra i fondatori del Partito sardo d'azione. A Pavia si iscrisse al corso di laurea in scienze naturali, frequentò le lezioni del botanico G. Briosi e, ancora studentessa, pubblicò un primo lavoro (Sulla flora micologica della Sardegna. Prima contribuzione, in Atti dell'Istituto botanico di Pavia, s. 2, XIII [1907], pp. 153-175), seguito da una Seconda contribuzione (ibid., XIV [1908], pp. 2-18). Si laureò nel 1907 e iniziò una brillante carriera come assistente volontaria nel laboratorio crittogamico di Pavia, dove incontrò G. Pollacci, fitopatologo, aiuto di Briosi, con cui avviò una fruttuosa collaborazione scientifica. Nel 1908, ancora a Pavia, conseguì il diploma di scuola di Magistero e, dopo un periodo a Londra nel 1909, ottenne l'abilitazione nel 1910; ebbe poi incarichi di insegnamento delle scienze naturali nelle scuole secondarie, riuscendo a rimanere a Pavia e a continuare l'attività di ricerca. Nell'anno accademico 1911-12, con l'incarico di assistente di botanica, poté dedicarsi agli studi di fisiologia e patologia vegetale che nel 1915 le avrebbero permesso di conseguire, prima donna in Italia, la libera docenza in botanica.
Pur continuando gli studi scientifici, sebbene a ritmo ridotto, durante la prima guerra mondiale la M. si dedicò alla cura dei soldati feriti e dei malati di tifo ricoverati all'ospedale Ghislieri, per cui fu insignita di una medaglia d'argento della Croce rossa e di una di bronzo del ministero dell'Interno. Dopo la guerra il fratello Efisio, che era partito volontario, passò ad altra università, e Briosi morì nel 1919; la M. rimase sola a Pavia, riuscendo comunque a ottenere riconoscimenti accademici lusinghieri, tra cui, nello stesso 1919, un premio per le scienze naturali dell'Accademia nazionale dei Lincei.
La sua fama giunse fino a Cuba, dove Mario Calvino, eminente agronomo sanremese, dopo avere lavorato dal 1908 in Messico, dirigeva dal 1917 la Stazione sperimentale agronomica di Santiago de la Vegas, non lontano da L'Avana. Tenutosi sempre in contatto con la Società botanica italiana, egli conosceva i lavori di Pollacci e della M. e, dovendo inserire nel gruppo di lavoro istituito per riorganizzare il laboratorio un botanico esperto di genetica per le ricerche sulle piante tropicali, nell'aprile del 1920 approfittò di un brevissimo soggiorno in Italia per partecipare a un convegno di botanica e recarsi dalla Mameli. Conosciutala, le chiese di sposarlo, di raggiungerlo a Cuba e di essere a capo del dipartimento di botanica della Stazione, ripartendo subito dopo. Per quanto stravagante fosse la richiesta, la M. accettò, si sposò per procura nello stesso mese e poco dopo raggiunse il marito a Cuba, dove ripeté il rito il 20 ottobre dello stesso anno.
Iniziò subito il lavoro di ricerca. Dopo tre anni, il 15 ott. 1923, in un coloratissimo bungalow nel giardino tropicale adiacente la casa, dette alla luce il figlio Italo Giovanni, che sarebbe diventato uno fra i maggiori scrittori italiani del XX secolo. Oltre alle iniziative scientifiche, i Calvino avviarono anche iniziative sociali, come l'istituzione di una scuola agricola per i "campesinos" e i loro figli. Tra il 1924 e il '25 si trasferirono nell'Oriente di Cuba, alla Stazione sperimentale agricola Chaparra di San Manuel, per la coltivazione e il miglioramento della canna da zucchero, dove fondarono la rivista La Chaparra agricola.
Nel 1925 i coniugi tornarono in Italia, per le conseguenze di un uragano che aveva devastato Cuba e per riprendere un progetto di Stazione sperimentale di floricoltura a Sanremo, che Calvino aveva elaborato prima della partenza per l'isola con l'amico O. Raimondo, sindaco della città e poi deputato socialista. Il rovescio economico della Banca Garibaldi sembrò far fallire il progetto, ma Calvino decise di tornare comunque a Sanremo e di assumere la direzione della Stazione, ancora senza sede; poco dopo allo scopo acquistò villa Meridiana, dotata di una grande tenuta.
L'anno successivo la M. vinse il concorso per una cattedra di botanica a Cagliari, che tenne dal 1926 al '28 insieme con la direzione dell'orto botanico: due posizioni accademiche che nessuna donna aveva fino ad allora ottenuto. Riportò l'orto, abbandonato nel corso della guerra, al disegno originario di P. Gennai, reintroducendo piante rare a memoria della vegetazione naturale dell'isola prima delle alterazioni apportate dai Cartaginesi. La nascita del secondogenito Floriano, nel 1927, la costrinse però a lasciare gli incarichi accademici per restare a Sanremo presso la Stazione.
Da allora la M. si dedicò al laboratorio e al giardino; diresse con il marito due riviste tecniche, si impegnò nella redazione della rivista Il Giardino fiorito, da loro fondata nel 1931; collaborò con l'Enciclopedia Italiana e con l'Enciclopedia dell'agricoltura. A tali attività aggiunse anche un impegno protezionista, figurando tra i fondatori di uno dei primi comitati italiani per la protezione degli uccelli utili all'agricoltura.
La M., la cui figura è stata spesso celata dalle ingombranti personalità del marito e del primogenito, svolse un ruolo fondamentale nello sviluppo della floricoltura ligure, divenendo una personalità di rilievo nella ricerca scientifica botanica del Novecento. I suoi studi spaziarono tra numerosi filoni di ricerca di base e applicata, dalla crittogamologia alla fisiologia, genetica vegetale, fitopatologia e floricoltura, concretizzandosi in più di 200 pubblicazioni. Nelle prime ricerche citate, in collaborazione con il fratello Efisio, studiò il profilo chimico di piante medicinali e aromatiche sarde. Con Pollacci svolse studi sulla fotosintesi clorofilliana e l'assimilazione dell'azoto. Da giovane assistente si occupò di fisiologia e patologia vegetale, dedicando un corso a La tecnica microscopica applicata allo studio delle piante medicinali e industriali (Pavia 1915). Con il trasferimento a Cuba si volse alla botanica tropicale, con particolare attenzione ai cereali e al miglioramento delle colture di canna da zucchero e tabacco (1917-25). Nel periodo successivo, a Sanremo, la sua attività si arricchì di una consistente integrazione tecnico-produttiva: dal miglioramento di piante da fiori in coltura, all'introduzione e acclimatazione di nuove specie come garofani, rose, gladioli, giaggioli, fresie, e molte altre. Tra le sue pubblicazioni: Botánica de la cana de azúcar (s.l. né d.); Commenti ad alcuni recenti lavori sulla biochimica dei licheni, Forlì 1925; Caratteri xerofitici della canna da zucchero, ibid. 1926; I fiori nelle diverse lingue: denominazione dei fiori coltivati più comuni nelle lingue latina, italiana, francese, inglese, tedesca, spagnuola, Sanremo 1937; Biologia fiorale della Persea drymifolia (Aguacate) coltivata in Sanremo, ibid. 1938; Azione di sostanze rizogene su piante da fiore, ibid. 1939; Orientamenti e progressi nella coltivazione delle rose, Firenze 1957; Dizionario etimologico dei nomi generici e specifici delle piante da fiori ed ornamentali, Sanremo 1972; Il miglioramento genetico in floricoltura: i narcisi, Roma s.d.; Il miglioramento genetico in floricoltura: gli anemoni, ibid. s.d.; Il presente e l'avvenire del miglioramento genetico in floricoltura, Firenze s.d. [ma 1961].
Rilevante fu anche il suo impegno di divulgatrice: nel 1924 curò la riedizione di un libro di J. Bretland Farmer, Plant life, redigendone sei nuovi capitoli (J. Bretland Farmer - E. Mameli Calvino, Morfologia biologica vegetale, con 96 figure, Milano); nel 1953 curò la traduzione italiana di Practical plant breeding di W.J.C. Lawrence (Guida pratica alla genetica vegetale, Bologna; rist., con titolo modificato, ibid. 1960 e 1974), portando in Italia una chiara esposizione delle teorie cromosomiche dell'eredità in rapporto all'ortofloricoltura.
Durante il periodo della Repubblica di Salò, i Calvino dettero ospitalità ai più autorevoli antifascisti sanremesi nella loro casa, ove si preparò il piano per liberare alcuni prigionieri politici dei Tedeschi, come A. Crémieux e il futuro sindaco di Sanremo, P. Manuel Gismondi. I figli, Italo e Floriano, renitenti alla leva dell'esercito di Salò, parteciparono alla Resistenza con i nomi di "Partigiano Santiago" e "Partigiano Floriano". La reazione fu immediata e spietata: Mario ed Eva, arrestati perché fornissero informazioni sul nascondiglio dei figli, subirono entrambi false fucilazioni; nessuno dei due parlò, ma il marito fu sconvolto dalla notizia della fucilazione della moglie, restandone segnato per il resto della vita.
Il 25 ott. 1951 Calvino morì e la M. prese il suo posto alla direzione della Stazione sperimentale, che lasciò nel 1959 per raggiunti limiti d'età. In ricordo del marito scrisse una biografia, Mario Calvino 1875-1951 (Roma 1952) in cui riportò le tappe operative e le scelte ideologiche del loro sodalizio umano e scientifico: la comune visione laica del mondo, le scelte morali e la visione sociale. Questo lavoro fu poi integrato dalla M. con le Onoranze a Mario Calvino in occasione dell'inaugurazione della nuova sede della stazione sperimentale di floricoltura, in Annali della sperimentazione agraria, n.s., 1958, vol. 12, n. 5.
Dedicò gli ultimi anni di vita a registrare, ordinare e riscrivere tutto il materiale raccolto nei lunghi anni di intensa attività di studio e di sperimentazione in campo botanico, agronomico e floricolo.
La M. morì a Sanremo il 31 marzo 1978.
Il "Fondo Mario Calvino ed Eva Mameli Calvino", costituito da circa 12.000 pubblicazioni, tra cui libri, riviste, opuscoli, estratti, documenti (lettere, diari di lavoro, manoscritti e dattiloscritti, studi preparatori) e numerosissime fotografie, fu donato da Italo e Floriano, alla morte della madre, alla Biblioteca civica di Sanremo.
Fonti e Bibl.: P. Forneris - L. Marchi, Il giardino segreto dei Calvino. Immagini dall'album di famiglia tra Cuba e Sanremo, Genova 2004 (comprende L. Marchi, Nozze di fiori. Per una biografia scientifica di E.G. Mameli Calvino).